Ha fatto un certo scalpore la notizia che il sindaco Enzo Servalli ha revocato le nomine di rappresentante del Comune di Cava de’ Tirreni nel Consiglio dell’ASI, il Consorzio dell’Area Industriale di Salerno, al consigliere comunale Renato Aliberti e agli altri cinque imprenditori nominati nell’ottobre del 2011 dall’allora sindaco Marco Galdi.
Al riguardo, non sono mancati, soprattutto sui social, commenti negativi e l’accusa di occupazione di poltrone. In ciò, c’è pure indubbiamente del vero, ma fino ad un certo punto. Vediamo perché.
Questa sorta di spoil system appartiene alla logica degli opposti schieramenti politici degli ultimi venti anni. Chiunque, infatti, è andato al potere, ha puntato ad occupare con i propri uomini e il prima possibile tutti i posti chiave politico-amministrativi. E’ successo pochi anni fa con il centrodestra al potere in Provincia con Edmondo Cirielli, avviene ora con il centrosinistra. Non è il massimo come procedura, ma ormai questa modalità politica, per quanto discutibile, è diventata una regola, una prassi consolidata, quindi…
C’è da osservare, poi, che questa revoca avviene ben nove mesi dopo l’elezione a sindaco di Servalli e ad otto mesi dalla scadenza naturale del mandato ai sei rappresentati cavesi all’ASI. Appare evidente che Servalli è stato costretto a farlo dopo le pressioni, scontate e naturali, che avrà avuto dai vertici provinciali del suo partito, il Pd, dopo che grazie al coerente appoggio dei sei rappresentanti cavesi era stato salvato da una mozione di sfiducia l’attuale presidente Cassandra, espressione del centrodestra cirelliano. E’ chiaro, a questo punto, che al primo cittadino cavese sia stato chiesto di intervenire, e anche subito, per far mutare, in modo politico altrettanto coerente, gli equilibri nel Consiglio dell’ASI e dare così al centrosinistra i numeri sufficienti per liquidare la presidenza Cassandra.
Insomma, la guerra dell’ASI, che da un anno, tra contrasti politici e carta bollata, viene combattuta dal centrosinistra e da quello che rimane del centrodestra salernitano, alla fine ha coinvolto anche la politica metelliana e non poteva essere diversamente, anzi, c’è da meravigliarsi che ciò non sia avvenuto almeno sei mesi fa.
E’ assai probabile che il sindaco Servalli abbia apposto la firma ai decreti di revoca con estremo disagio se non con riluttanza. Questo, innanzi tutto, perché per indole e intima convinzione avrebbe preferito attendere la scadenza naturale del mandato. A ciò si aggiungeva di sicuro la preoccupazione che i decreti di revoca potessero essere impugnati dagli interessati e poi bocciati dai giudici, così com’era avvenuto alcuni mesi fa proprio con l’analogo provvedimento di revoca, adottato dal Presidente della Provincia, nei riguardi del presidente Cassandra. Un timore, quello del sindaco Servalli, fugato poi dagli interessati, i quali non hanno alcuna intenzione di impugnare la revoca. Una questione di stile e di correttezza istituzionale che fa onore ad Aliberti e agli altri cinque imprenditori revocati.
Detto ciò, vediamo ora chi saranno i nuovi prescelti per l’ASI, ma più ancora quale sarà il ruolo del nostro Comune in un Consorzio, che in larga misura resta un carrozzone del tempo che fu. Rimane da capire, infatti, quali saranno le indicazioni che in proposito darà la nuova Amministrazione metelliana circa la rivisitazione della mission dell’ASI, se non addirittura, ma la cosa sembra politicamente pressoché impossibile per Cava, di uscirne.
Su questi temi, e non sulle revoche di questi ultimi giorni, che va giudicato l’operato del sindaco Servalli e della sua Amministrazione. (foto Gabriele Durante)