Il Tar ha rinviato la decisione sul ricorso del Comune di Cava de’ Tirreni circa la chiusura del Reparto di Ginecologia. Si tratta di un fatto meramente tecnico che non incide sul merito della vicenda all’esame dei giudici amministrativi. Le conseguenze, però, equivalgono ad una decisione negativa quantunque provvisoria, ovvero il reparto è formalmente aperto ma non funzionante per mancanza di personale. In pratica, è chiuso e tale resterà almeno fino al prossimo 30 marzo. Tradotto significa che all’Ospedale di Cava nel 2016 si continuerà a non nascere.
Questo è quello che arriva, in modo semplicistico ma efficace, ai cavesi. E’ facile, a questo punto, dare addosso al sindaco Servalli, alle sue scelte e alle sue strategie. Oddio, non è solo facile, è anche molto strumentale e demagogico, in qualche caso siamo ad un vero e proprio sciacallaggio politico. In politica, d’altronde, è questo uno sport assai praticato. Succede sempre e ovunque, a destra quanto a sinistra.
Certo è che per il sindaco Servalli si tratta di una sconfitta, quantomeno in una battaglia se non nella guerra ingaggiata con la Direzione dell’Azienda Ospedaliera. Di sicuro, quella intrapresa da Servalli è una strada accidentata e forse anche inutile. Più che quella giudiziaria andava ingaggiata una battaglia a livello politico, anche in ragione del fatto che l’attuale maggioranza che governa la città metelliana è dello stesso colore politico della governance regionale. Anzi, volendo essere precisi, chi governa Cava oggi fa diretto riferimento al governatore De Luca, quindi…
Ad ogni modo, se Servalli, persona assai accorta e ponderata, ha deciso di intraprendere la strada della carta bollata avrà valutato che non c’erano margini politici per arrivare ad un risultato positivo. In altri termini, non è che non ha trovato audience presso De Luca, non fosse altro perché politicamente è un suo uomo, ma semplicemente perché quest’ultimo gli avrà fatto intendere che non c’era trippa per gatti.
E allora? L’impressione è che, in ogni caso, la battaglia per Ginecologia è una battaglia persa. E’ scontato, ovviamente, che occorrerà battersi fino in fondo, ma con la consapevolezza che stiamo lottando con le mani contro i carri armati di una storia, quella della sanità cittadina, segnata da errori del passato e che ci vede da tempo condannati ad un magro destino. E non oggi, infatti, ma da almeno venti anni.
Insomma, lottare sì per l’ospedale, ma neanche lasciarsi illudere da quelli che oggi si ergono a capipopolo e poco verosimili salvatori della patria. A chiacchierare ed agitare gli animi siamo tutti bravi quando non si hanno responsabilità di governo. Piuttosto, ci tocca come cavesi di restare uniti il più possibilmente per salvare il salvabile.
In ogni caso, Servalli, al di là di quelli che possono essere i suoi errori tattici, ha la sfortuna di essere il sindaco che sta rischiando di restare con il cerino acceso in mano. Insomma, chi ha un po’ di sale in zucca, dovrebbe quantomeno astenersi da dargli addosso trasformandolo nel capro espiatorio. Servisse a qualcosa…