Nel commentare la bella intervista rilasciata al nostro giornale da Armando Lamberti, ritengo doveroso farla precedere da una precisazione. Conosco il nostro dai banchi del liceo, risulterà comprensibile, quindi, qualora trasparisse in seguito, una mia naturale predisposizione alla simpatia verso la sua persona.
Detto ciò, le sue dichiarazioni puntuali, circostanziate ed equilibrate, confermano una mia personale convinzione, che ho già avuto modo di esternare poco più di due mesi fa. E cioè che sia stato un bene la sua mancata elezione a presidente del Consiglio comunale. Non perché non ne fosse all’altezza, ci mancherebbe. Al contrario, soprattutto in questo particolare frangente, perché la presenza in Consiglio comunale di una personalità dalla qualità umana e dallo spessore culturale di Armando Lamberti risulta molto più utile alla città se è seduta tra i banchi dell’opposizione consiliare in piena libertà, senza cioè risultare ingessato da un incarico tanto prestigioso quanto vincolante com’è quello di presidente del Consiglio comunale.
Insomma, il nostro rappresenta una garanzia per le funzioni di controllo, di vigilanza e di indirizzo che precipuamente dovrebbero essere svolta dai consiglieri comunali di opposizione, ma anche di stimolo e di confronto per la maggioranza e la Giunta municipale. Insomma, una sorta di guardiano del faro.
Indubbiamente Lamberti ha sostanzialmente ragione quando sostiene che “Servalli ha vinto senza un progetto «vero» e ben articolato di città, con un approccio superficiale ai veri problemi”. Tuttavia, c’è da dire che non è che poi in campagna elettorale si sia intravisto di meglio. D’altro canto, una campagna elettorale così affollata di candidati, ma povera di contenuti, non si era mai vista prima. Più che altro, c’è stato un bailamme di sigle e di candidati. Difficile assai, in un simile contesto, riuscire a trasmettere idee, spiegare programmi, illustrare una progettualità. Anzi, in fondo ad essere penalizzati in un simile contesto sono stati proprio quelli che avevano un po’ più di sostanza da far valere.
Quel che conta adesso, però, è il ruolo che Lamberti intende svolgere in Consiglio, vale a dire quello di un’opposizione critica ma ragionata e non rancorosa, come purtroppo spesso si è avuto modo di vedere. In altre parole, un’opposizione non viziata da “ostruzionismo preconcetto o come espressione di risentimenti personali”. E la cosa non è di poco conto.
D’altro canto, Lamberti non è lontano dalla verità quando dichiara che “le tracce, anche se timide, della cosiddetta «svolta buona» tanto annunciata e da noi tutti tanto auspicata al momento mi risulta difficile leggerle”. Certo, in questi due mesi non può che essere evidenziata la presenza positiva ed entusiasta della nuova Amministrazione, la cui azione però si è essenzialmente limitata all’ordinario. Solo nei prossimi mesi, infatti, si vedrà per davvero di che stoffa è fatta questa Amministrazione. Non mancheranno, in proposito, le occasioni e i problemi da affrontare.
Proprio per questo, l’atteggiamento responsabile e sereno di Lamberti, “resto in fiduciosa attesa, sospendo ogni giudizio, considerata la brevità del tempo”, è a dir poco apprezzabile, rappresentando una risorsa per la città e lo stesso sindaco Servalli.
D’altra parte, questa posizione di attesa fiduciosa, sembra pervadere buona parte delle opposizioni. E’ un fatto positivo e per nulla censurabile, perché la città più che una classe politica che si divide pretestuosamente, ha bisogno di politici che si confrontano e si misurano sulle soluzione da dare ai problemi.
Altra cosa è la melassa della compromissione opportunistica e interessata, come quella che ha negativamente contraddistinto l’ultimo anno della precedente consiliatura, quando non si riusciva a comprendere dove finiva la maggioranza e quando cominciava l’opposizione.
Un pericolo, quest’ultimo, molto deleterio per i costumi della politica e dei suoi protagonisti, ma che, purtroppo, è ad onor del vero sempre dietro l’angolo.
E che, vivaddio, di sicuro non interesserà mai il politico Armando Lamberti. (foto Giovanni Armenante)