scritto da Redazione Ulisseonline - 19 Marzo 2015 09:37

Salerno, Giustizia e Informazione al Rotary Est

“A Salerno si prescrive il 14% dei processi!”. Lo ha ricordato il Procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Salerno, il dottor  Erminio Rinaldi, parlando della prescrizione dilagante nei processi, durante l’incontro “Giustizia ed Informazione”, organizzato al Grand Hotel Salerno, dal Presidente del Club Rotary  Salerno Est, il dottor Antonio Napoli.

” Il rapporto tra l’operato dei magistrati e l’attività dei giornalisti è una tematica delicata. La complessità dei rapporti tra questi due mondi condiziona l’opinione pubblica e la democrazia del Paese”.

A rappresentare il mondo dell’informazione c’era il noto  giornalista salernitano, Antonio Manzo che ha cercato di decifrare quelli che dovrebbero essere i nuovi  connotati della giustizia e dell’informazione: “Se teniamo conto che per una giustizia lenta, abbiamo un’informazione immediata, ci rendiamo conto di  come questi due mondi siano apparentemente distanti, pur incidendo profondamente nei diritti civili di ogni uomo. Sia la magistratura, sia l’informazione,  sono due poteri civili che,  negli ultimi venti anni, non si sono messi in discussione in modo serio”.

A proposito dei processi mediatici, Manzo ha affermato: “E’ questo il dramma vero sul quale l’informazione dovrebbe riflettere: un processo non si può fare in televisione perché si  rischia di avere una sentenza mediatica che non coincide con quella giudiziaria. Quella del processo Ruby è indicativa di come  in Italia spesso l’informazione  ha dato ai lettori fango per cioccolato”.

Secondo Antonio Manzo è anche  importante separare le carriere dei giornalisti e dei magistrati: “Che negli ultimi venti anni  si sono  tragicamente  intrecciate determinando, nella pubblica opinione, una confusione di garanzie costituzionali”.

Il giornalista ha anche affermato che le intercettazioni non vanno messe sui giornali e che l’avviso di garanzia, a partire dal 1994, quando fu  emesso dalla Procura di Milano e annunciato sul Corriere della Sera, il giorno prima di essere notificato  a Berlusconi: “E’ diventato un supplemento di condanna anticipato”.

Il Procuratore Erminio Rinaldi, dopo aver ricordato che “l’informazione, la libertà di pensiero e di espressione, sono un diritto costituzionale fondamentale per una democrazia”, ha analizzato la voglia di protagonismo di alcuni giudici: “Molte notizie pubblicate, provengono dall’attività dei magistrati e in particolare da quella dei magistrati penali. Il protagonismo è insito in tutte le persone. Bisogna evitare che si ceda a questa debolezza. Le regole sono già state elaborate e adottate, ma andrebbero rafforzate: mi auguro che venga approvato presto  il divieto per la stampa di pubblicare i nomi dei magistrati che fanno i processi in modo da non alimentarne la sete di protagonismo”.

Il Procuratore Rinaldi ha consigliato ai giornalisti  di controllare sempre le fonti, parlato dell’uso delle intercettazioni telefoniche, “Non si possono pubblicare”, della responsabilità dei giudici, del diritto di cronaca e  sottolineato la buona qualità di rapporto  esistente tra i magistrati e i giornalisti salernitani: “E’ ed è stato sempre improntato sul rispetto reciproco. Non c’è una stampa a Salerno che rema contro la giustizia  e le regole di un processo democratico. E’ fisiologico  che i giornalisti di cronaca cerchino lo scoop. Bisogna  sempre attivarsi per evitare che ci siano fughe di notizie”.

Ospite della conviviale anche il Presidente dell’Ordine dei Medici Bruno Ravera, che ha  ricordato  l’attacco subito dai medici per i casi di malasanità: “C’è la tendenza, purtroppo anche della magistratura, ad individuare  nel medico o nell’infermiere il colpevole di un incidente nella sanità, senza però fare una analisi approfondita sul perché si è verificato l’errore. Il medico che si sente sempre sotto processo cerca di difendersi moltiplicando gli accertamenti per prevenire ogni possibile sanzione penale, talvolta evita un intervento complesso e pericoloso perchè teme le conseguenze. Questa medicina difensiva costa allo Stato Italiano 14 miliardi di euro all’anno. Se si riducessero i problemi della medicina difensiva i problemi della Sanità sarebbero risolti”.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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