Chef ai fornelli. Dopo il successo della prima edizione, ritorna “Stà sera si cucine CUMME VOGL’I’…”, la nuova avvincente gara culinaria, in una speciale versione tutta al femminile, del Vinile-Cibo Vino Musica.
Intellettuali, professioniste, donne impegnate in politica e nella società civile, tutte salernitane, saranno CHEF PER UNA SERA e sfideranno la propria creatività e il proprio talento in cucina, ovviamente sostenute dal team dello chef del Vinile, Angelo Borghese.
Una gara all’ultimo piatto, con un menù che sarà svelato solo in serata, lasciando un po’ di suspense alla fantasia. Si parte questa sera, mercoledì 20 aprile, alle ore 20.30 quando, protagonista della cucina a vista di via Velia ci sarà Loredana Bisogno.
A seguire Paola Pignataro e Silvana Tortorella il 27 aprile, Liliana Bonadies il 4 maggio, Clelia Citro l’11 maggio. Per la finale, il 18 maggio, si sfideranno le due ladies che avranno ottenuto il punteggio più alto durante le proprie performance culinarie e la vincitrice dovrà poi tentare l’ardua impresa di rubare il podio nella finalissima “Maschi contro Femmine” a Francesco Padovano, primo trionfatore della scorsa edizione di Sta’sera si cucine CUMME VOGL’I’…
A decretare il vincitore una doppia giuria, costituita dal pubblico in sala e da esponenti del mondo della cultura e del giornalismo salernitano, ovviamente sempre al femminile: Rosanna Belladonna, Barbara Cangiano, Concita De Luca, Amalia Galdi, Irma Musella, Rina Pacella, Erminia Pellecchia, Antonella Petitti, Ester Rossi, Francesca Salemme, Tiziana Silvestri, accompagnate dalla conduzione di Barbara Landi. Per la finalissima la giuria tecnica sarà arricchita dalla componente maschile, con i due giudici Vito Puglia, Claudio Tringali.
L’iniziativa si ispira ai versi di “Si cucine cumme vogl’ì”, che Eduardo De Filippo cominciò a scrivere a metà degli anni sessanta, raccolti poi in un poemetto gastronomico curato dalla moglie, donna Isabella. Piatti umili, semplici, economici, quelli della cucina povera, senza pretese, ma ideati con fantasia e pazienza, al centro delle varie pièce teatrali.
“Non è un libro di cucina con le ricette… – scrive Dario Fo nella presentazione del libro – Le quartine elencano pietanze conosciute e amate fin dall’infanzia e come per magia riescono a renderne lo spirito antico e misterioso. Dalla ricostruzione delle ricette e dal racconto della moglie Isabella esce un ritratto poco noto di Eduardo, un lato assai simpatico della sua personalità: allegro, creativo, solare. Era, sì, goloso, ma senza sfrenatezza. Non dimenticava mai di essere nato povero. Nel suo modo di cucinare e in quello di mangiare sia in solitudine che in compagnia non c’era niente di casuale, al contrario sottintendeva un rituale puntiglioso attraverso cui cercare di creare un’armonia di sapori primigeni in cucina, e a tavola una comunione di piacere”.