Ravello, i sindaci della Costiera sostengono compatti la candidatura per la Capitale italiana della Cultura 2020 di “Ravello Costa D’Amalfi”
Per la prima volta i 14 comuni della Costiera Amalfitana si ritrovano compatti a sostenere la candidatura per la Capitale italiana della Cultura 2020 di “Ravello Costa D’Amalfi”.
Da Villa Rufolo, le parole dei 14 sindaci della Costa sono tutte votate a scrivere una nuova pagina di storia del territorio. Intento condiviso da tutte le amministrazioni comunali che oggi si sono confrontate per stendere quella che sarà la roadmap verso gennaio 2018, data fatidica nella quale si conoscerà la vincitrice dell’ambito riconoscimento. Dopo i fasti medievali dell’Antica Repubblica di Amalfi, nel giorno dei festeggiamenti della Repubblica Italiana, l’intero territorio da Positano a Vietri sul Mare si compatta intorno a Ravello e alla cultura.
Un incontro che ha visto tutti i sindaci all’unisono invocare tempi e ritmi tambureggianti per la costituzione di una cabina di regia che, con la guida dello staff della Fondazione Ravello, dovrà procedere ad elaborare il dossier di candidatura nei ristretti tempi del bando. Semplici ma straordinariamente innovativi i temi che il dossier dovrà sviluppare: economia di sistema e di filiera, beni culturali materiali ed immateriali, innovazione tecnologica di supporto, implementazione ed integrazione di tutti i servizi territoriali.
In un serrato ed intenso dibattito sono state gettate le basi per l’ambizioso progetto che parte sostenuto dalle due gambe principali da tutte invocate: cultura e unione. Si è deciso di dar vita ad una pubblica assemblea alla quale saranno invitati a partecipare tutti i soggetti pubblici operanti sul territorio e la pletora di soggetti privati portatori di interessi collettivi e o di categoria. Sono tutti invitati a partecipare all’assemblea pubblica indetta per lunedì 12 giugno alle ore 17.00 presso l’Auditorium di Villa Rufolo.
Mai come in questo caso il municipalismo, che in Costiera Amalfitana è fortemente radicato nelle comunità, è stato superato dalla sana politica che dalla candidatura vuole trarre non solo un risultato positivo ma consolidare quella identità che portò nel 1997 il riconoscimento Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.