Finito il lockdown continuiamo comunque a fare i conti con il coronavirus. Lo facciamo con le precauzioni da prendere in ogni caso, con le tante attività produttive che boccheggiano e rischiano di cessare, con una crisi economica per ora strisciante che preoccupa non poco in prospettiva, con la precarietà nel programmare vacanze, lavoro, divertimento, iniziative e così via.
In un simile scenario, c’è poco da meravigliarsi se la programmazione estiva delle attività culturale e di intrattenimento promosse dal Comune nella nostra città è praticamente nulla. Oddio, non è che negli ultimi anni si sia largheggiato, anzi, tutt’altro. Siamo ormai, anche in questo, da tempo nelle posizioni di coda in provincia. In questa estate così particolare, però, un po’ ovunque si fa poco, non solo a Cava.
Per fortuna, grazie ad un privato, nella nostra città si sta tenendo un’iniziativa artistica di pregevole qualità in uno splendido contesto come il giardino del Complesso Monumentale di San Giovanni, situato nel bel mezzo del corso porticato metelliano.
Stiamo parlando dei cinque appuntamenti musicali del Summer Tour organizzato dal Pub Il Moro, che da anni rappresenta nel settore un marchio di qualità e di garanzia. Dopo la prima strepitosa serata, offerta da un tandem artistico di straordinaria bravura come Julian Mazzariello e Fabrizio Bosso, che con i loro virtuosismi hanno deliziato un pubblico proveniente dall’intera regione, questa sera c’è il secondo appuntamento musicale che vedrà, in particolare, tra i protagonisti sempre la tromba Fabrizio Bosso e il sax di Javier Girotto. Non è difficile prevedere che lo spettacolo offerto stasera sarà altrettanto pregevole ed apprezzato dal pubblico.
Tirate le somme, meno male che almeno ci sono questi spettacoli di ottima fattura. Una vera e propria oasi in un deserto di eventi. Con non poche difficoltà denunciate dagli organizzatori che, per davvero, devono fare i salti mortali per rientrare nei costi. Oltre al cachet per gli artisti e alle altre spese di organizzazione, c’è il fitto della struttura comunale per 800 euro a serate, se non andiamo errati. Una cifra più che accessibile in tempi normali, ma che diventa consistente al tempo del coronavirus, dal momento in cui che le norme sul distanziamento comportano la riduzione della metà dei posti e quindi dei biglietti da vendere.
Questo per dire che l’Amministrazione comunale metelliana deve far tesoro di questa iniziativa musicale così elevata da un punto di vista della qualità artistica e dal forte richiamo di pubblico di un certo livello. Anzi, deve industriarsi per sviluppare eventi di così alto profilo e implementarne altri di non minore importanza e pregio nei più diversi ambiti culturali ed artistici. In altre parole, in prospettiva occorre far sì che San Giovanni, che assai si presta in tal senso, diventi davvero un attrattore culturale ed artistico di prima grandezza per eventi, spettacoli, manifestazioni, di prestigio e di spessore. Insomma, l’Amministrazione comunale deve, da un lato, farsi promotore essa stessa di eventi di rilievo anche in sinergia con i privati, incoraggiando in modo adeguato la partecipazione di questi ultimi; dall’altro, favorire e agevolare le iniziative organizzate e direttamente gestite dai privati.
San Giovanni, in breve, per la struttura in sé e per il contesto dove è situato, rappresenta qualcosa che non ha eguali nella nostra provincia. Ecco perché gli amministratori pubblici metelliani saranno lungimiranti se sapranno trasformare il Complesso monumentale in un motore culturale, economico e produttivo della città, facendolo diventare sempre più prestigioso, attrattivo, appetibile. Guai se, invece, lo faranno stancamente diventare un sito da fittare alla stregua di un ombrellone e di una sdraio in uno stabilimento balneare.
In conclusione, San Giovanni è una Ferrari il cui motore deve ruggire e non essere usato come una modesta utilitaria. E, ovviamente, da destra a sinistra, non facciamolo ruggire solo in campagna elettorale.