Sono tra i pochi fortunati che, stando fuori per una breve vacanza, si sono risparmiati i disagi provocati dal maltempo in quest’ultimo fine settimana al Sud, in particolare nella nostra città e in Costiera amalfitana.
La distanza, però, non mi ha impedito di seguire l’evolversi della situazione. Allo stesso tempo, sono stato raggiunto attraverso la messaggeria istantanea da un bel po’ di lamentele di vario genere e natura.
I disagi maggiori per i cavesi, infatti, si sono avuti per l’interruzione della strada statale che collega la nostra città a Salerno, in pratica, fino ad oggi raggiungibile solo in autostrada.
Da qui, code di oltre un chilometro all’uscita del casello di Cava.
“Con la strada chiusa a Molina –mi ha scritto un professionista cavese- è da banditi far pagare il pedaggio creando grave disagio anche a chi non esce a Cava”.
E come dargli torto. Questi signori delle autostrade hanno, del resto, fatto di peggio. Sono gli stessi che hanno sulla coscienza le 43 vittime causate, il 14 agosto dello scorso anno, dal crollo del viadotto autostradale Morandi a Genova. E sono gli stessi che fanno invadere le strade della nostra città dai mezzi pesanti con peso superiore a 7,5 tonnellate, cui viene impedito il transito in autostrada tra Salerno e Cava per motivi di sicurezza.
“Mi sono rifiutato di pagare e mi son fatto fare la multa pur avendo il telepass –mi scrive ancora il professionista cavese- promuoverò una class action per il rimborso dei pedaggi e anche per un equo risarcimento”.
Vivaddio! Finalmente un cavese con gli attributi, cui va il nostro apprezzamento e tutto il sostegno possibile.
D’altra parte, a questi signori delle autostrade bisogna farglielo capire una buona volta per sempre che non devono più lucrare in modo scandaloso, soprattutto a discapito della sicurezza di quanti percorrono ponti e viadotti autostradali.
A dirlo, d’altronde, è stata qualche giorno fa addirittura la Corte dei Conti con la pubblicazione di un documento molto corposo di 188 pagine, ovvero la Relazione sulle concessioni autostradali, con la quale i giudici contabili fotografano il sistema delle concessioni autostradali, che vede protagoniste 22 società le quali gestiscono quasi 6mila dei 7mila km di infrastruttura attraverso 25 convenzioni.
Nella relazione, con tra l’altro un intero capitolo intitolato “Le clausole di favore per le concessionarie”, si legge di clausole “particolarmente vantaggiose per le parti private”, ma anche che la “costante è risultata nel tempo la diminuzione degli investimenti”.
«La curva di questi ultimi –scriveva ieri in proposito il Fatto Quotidiano– ha puntato verso il basso, il capitale non è stato remunerato “con criteri trasparenti e di mercato” e la sua remunerazione “risulta notevole”, sempre al di sopra del 7%, con punte che per Autostrade superano il 10%. In parallelo sono aumentati i ricavi dei pedaggi, (il cui costo per gli automobilisti è aumentato del 64% negli ultimi due decenni, con un aumento medio negli ultimi 10 anni quasi triplo rispetto all’inflazione): 5,9 miliardi l’anno, cresciuti al ritmo di un miliardo in 5 anni. Ma sono diminuiti gli investimenti: 15 i miliardi spesi negli ultimi 10 anni quando avrebbero dovuto essere 21».
Insomma, c’è materiale sufficiente per ritenere che noi cittadini italiani siamo stati derubati da questi “padroni” delle autostrade, senza che ci sia stata data come minima contropartita la necessaria sicurezza.
Per questo, è più che giusto agire contro i concessionari autostradali come cittadini attraverso una class action.
E la nostra Amministrazione comunale dovrebbe agire con maggior mordente e decisione a tutela della comunità che governa, chiedendo alle autostrade conto e ragione dei danni provocati all’ambiente e alla sicurezza delle nostre strade interne invase dai mezzi pesanti. Senza pensare che il tratto autostradale attraversa la città tra decine di palazzi senza adeguate barriere acustiche per mitigare il rumore prodotto dal traffico veicolare.
In conclusione, è il caso di alzare la testa. E se l’Amministrazione sarà poco sensibile e sollecita al riguardo, allora la battaglia dovrà necessariamente partire dal basso, dai cittadini cavesi, a tutela della qualità della vita, dell’ambiente, della mobilità urbana e della sicurezza della nostra città.
Auguri di buon Natale.