Cava de’ Tirreni, sindacati sul piede di guerra: sul personale al Comune troppe le criticità irrisolte
Abbiamo denunciato la grave carenza di personale e i servizi scoperti, i carichi di lavoro esagerati e l’esasperazione dell’utenza a volte
“Abbiamo posto all’attenzione dell’Amministrazione comunale alcune questioni rilevanti riguardanti il personale comunale e la macchina amministrativa che chiedono risposta celere ed efficace, data la loro urgenza. Pretendiamo risposte chiare e fuori dall’ambiguità di comportamenti”.
Lo ha dichiarato il Segretario Funzione Pubblica della CGIL, Ornella Zito, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta ieri mattina a Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni.
Durante l’incontro la dottoressa Zito ha rimarcato quanto già diffuso in una nota stampa sulla situazione al limite del collasso che vige negli uffici comunali e ha denunciato le crescenti criticità nell’organizzazione del lavoro al Comune di Cava che si riflettono sia sul benessere organizzativo, sia sulla sicurezza sul lavoro e degli utenti, sia sulla capacità di rendere servizi efficaci e adeguati alle richieste.
“Abbiamo denunciato la grave carenza di personale e i servizi scoperti, i carichi di lavoro esagerati e l’esasperazione dell’utenza a volte rivolta ai lavoratori. Abbiamo evidenziato che l’utilizzo del lavoro straordinario non può sopperire la carenza di unità lavorative, che i servizi meritano un’attenzione aggiuntiva. Per quanto riguarda la mobilità del personale, le decisioni devono essere prese in maniera lungimirante, devono essere rispettati i ruoli, le funzioni e le competenze dei lavoratori”, ha chiarito la Zito che parla di lavoratori mortificati nella loro essenza.
Riguardo alcune situazioni incresciose all’Ufficio Anagrafe e Stato Civile, recentemente trasferito dai locali di via della Repubblica, all’immobile dell’ex Pretura in viale Marconi, che vedono gli impiegati costretti a lavorare in spazi minimi e ridotti a tutto scapito della privacy e dell’efficienza, il segretario della CGIL ha chiarito che nei giorni scorsi ci sono state delle interlocuzioni con l’Amministrazione comunale che ha detto di voler mettere a disposizione altri spazi fisici per ovviare all’evidente problematica.
Ma ci sono problematiche più ampie che riguardano il personale dell’Ente. “E’ possibile trovare un modo per incrementare l’orario di lavoro di tanti lavoratori che si sono formati nell’Ente ma ancora sono part time a 18 ore settimanali? – chiede la dottoressa Zito –Il Piano di Zona è in sofferenza, con i dipendenti a 18 ore di lavoro settimanale non è possibile dare risposte adeguate all’utenza. E’ vero che siamo in una situazione particolarmente delicata per le casse comunali, ma non vi è alcun divieto di assunzione utilizzando i fondi etero-finanziati (ovvero con risorse messe a disposizione dal Ministero delle Politiche sociali , n.d.r.). Semplicemente si deve fare richiesta documentata alla Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali e attendere il parere che, se favorevole, permetterà di sbloccare le assunzioni a tempo pieno di dipendenti che dopo 15 anni e oltre di lavoro, ancora sono in regime part-time a tutto discapito della tenuta dei servizi erogati”.
Il discorso in questione riguarda soprattutto il personale del Piano di Zona rispetto al quale i Governo ha stabilito degli obiettivi di servizio che ha finanziato con risorse specifiche che potrebbero essere utilizzate dall’Ente comunale per integrare i rapporti di lavoro con il personale già in servizio.
Altra drammatica questione è quella dei servizi sociali comunale. In questo momento il servizio sociale di Cava, tra pensionamenti e mobilità, risulta privo di assistenti sociali. “Per quanto riguarda le assunzioni degli etero-finanziati – puntualizza Ornella Zito – è vero che il Comune ha difficoltà strutturali, ma la legge non pone vincoli o divieti, bensì prescrive una strada da seguire attraverso una serie di atti. L’invito della CGIL è di mettere in campo tutte le professionalità per produrre questi atti. Il Governo nazionale ha un obiettivo di servizio e ha dato a tutti i Comuni le risorse per realizzarlo. Bisogna però fare gli atti ed eseguire la procedura”.
Cosa che ad oggi il Comune di Cava de’ Tirreni non ha ancora fatto.
E’ una vera e propria esortazione a lavorare quella fatta dalla Zito. I mezzi ci sono, ma ad ora non sono stati utilizzati e il Comune metelliano si ritrova con i Servizi Sociali privi della figura professionale degli assistenti sociali. C’è un patrimonio di competenze che è un valore per il Comune e deve essere valorizzato in tutti i modi possibili e immaginabili. “E’ desolante – ha proseguito nell’esposizione dei fatti – che proprio questo Comune abbia un deficit nei servizi sociali in quanto è stato proprio il Comune di Cava in passato a costruire il Piano di Zona ed è stato uno dei Comuni capofila in Italia per quanto riguarda l’erogazione dei servizi sociali. Eravamo all’avanguardia ed è paradossale adesso che questo servizio non si possa garantire quando invece ci sono delle risorse del governo che lo consentirebbero”.
“Il tema dei lavoratori al Comune di Cava de’ Tirreni deve assolutamente e necessariamente entrare nel dibattito politico. La CGIL non ha voluto attaccare l’Amministrazione, ma porre all’attenzione un tema che deve essere dibattuto e risolto”, ha scandito poi Ornella Zito, mettendo il dito nella piaga. E’ infatti necessario che tutte le forze politiche cittadine, di maggioranza e di opposizione, si siedano e parlino del riassetto della macchina comunale poiché è da lì che parte tutto e, se essa è carente, i servizi erogati e fruiti dai cittadini saranno sempre minori e peggiori.
Altra questione spinosa sulla quale il sindacato chiede chiarimenti è quella inerente il destino dei lavoratori del CFI) consorzio farmaceutico intercomunale) impiegati nella farmacia di Cava. “Chiediamo perché la vendita della farmacia comunale ha contemplato il passaggio di cantiere delle lavoratrici pubbliche impiegate presso la farmacia di Cava che ora dovrebbero diventare lavoratrici private. E’ evidente che ciò non sia possibile! Per questo motivo, o tutti i lavoratori mantengono il loro status di dipendenti pubblici e le dipendenti in forza alla Farmacia di Cava vengono ricollocate in ambito pubblico o sono tutti lavoratori privati e allora va fatto un accertamento con la Corte dei Conti”.
Infine, ha così concluso: “Abbiamo chiesto una razionalizzazione con oculatezza delle strutture lavorative. Il nuovo contratto lavorativo collettivo nazionale dà la possibilità di attribuire determinate responsabilità anche a dipendenti che hanno responsabilità particolari rispetto ai procedimenti; quindi si debbono attivare tutte le procedure per portare un risultato rispetto anche alle applicazioni del nuovo contratto e nell’ottica della valorizzazione del personale”.
Le diverse iniziative sindacali riguardo la situazione dei dipendenti al Comune di Cava, ha ulteriormente precisato la dottoressa Zito, non sono tra di loro concorrenti, ma complementari. Concorrono ad ottenere il medesimo risultato. Vi è unità di intenti. Vale a dire, rimettere nelle migliori condizioni operative la macchina comunale per dare servizi adeguati ai cittadini.