scritto da Redazione Ulisseonline - 08 Gennaio 2023 10:33

Cava de’ Tirreni, l’immutata magia del Presepe Monumentale di San Francesco

il presepe del Convento di San Francesco lo ricordiamo da bambini nella sua maestosità quando era allestito nella navata a destra della chiesa

Non ha perso il suo fascino il Presepe Monumentale del Convento di San Francesco e Sant’Antonio a Cava de’ Tirreni. Per noi che ormai apparteniamo alla terza età, o in sua prossimità, il presepe del Convento di San Francesco lo ricordiamo da bambini nella sua maestosità quando era allestito nella navata a destra della chiesa. Poi venne spostato nella navata di sinistra negli ultimi anni prima del devastante terremoto del 23 novembre 1980, che portò morte e distruzione.

La chiesa del Convento di San Francesco fu quasi del tutto distrutta dal sisma e il presepe fini sotto le macerie. Diverse statue presepiali andarono purtroppo distrutte. Molte altre vennero recuperate e sono ritornate a popolare il monumentale presepe di San Francesco, sistemato nel post terremoto al primo piano di un’ala del chiostro.Nella nostra visita ci accompagna la professoressa Grazia Talone, cultrice della tradizione legata alla Natività, che ci illustra con facondia e sapienza l’arte presepiale, nata ufficialmente a Greccio con San Francesco d’Assisi quando nell’anno 1223 avvenne la prima rievocazione della Natività, che affonda le sue radici sin dai primi secoli del Cristianesimo. Tuttavia, l’arte presepiale si diffuse nel Regno di Napoli tra il 1600 e il 1700. Il presepe napoletano che oggi realizziamo è ambientato proprio nel 1700, all’epoca di re Carlo III. I personaggi tipici del presepe napoletano sono nati, infatti, a imitazione dei protagonisti della vita quotidiana della Napoli di quel tempo.

Ad accoglierci c’è anche l’amico dei tempi giovanili vissuti nel Centro Sportivo Italiano, l’insegnante ormai in pensione Mario Foresta, che insieme ad altri volontari guida gli ospiti nel percorso del presepe, illustrando con dovizia di informazioni le varie scene rievocative.

In effetti, grazie alla professoressa Talone e a Foresta, veniamo guidati in quella città fantastica, dove si intrecciano fede, tradizione e arte, che è il presepe napoletano.

L’allestimento è molto suggestivo, nonostante siamo in presenza di un mix di varie epoche e fattura, ma la bellezza e il fascino del Presepe Monumentale di San Francesco  è proprio nella sua ecletticità, fatta di una mirabile stratificazione storico-culturale.

Molte scene sono state donate da privati oppure dalle comunità dei Frati Minori di Nocera o di Baronissi, e sono, come dicevamo, di diversa fattura. Il presepe, tra l’altro, vanta anche di alcune bellissime statue di uno scultore dal calibro di Alfonso Balzico, come quelli della scena dei musicanti (nella foto in basso), che aveva vissuto negli giovanili nel convento.

Balzico, cavese, fu un artista di valore internazionale. Divenne scultore reale di Casa Savoia e, tra l’altro, nel 1900 la sua statua raffigurante Flavio Gioia, ora nell’omonima piazza ad Amalfi, fu premiata con una medaglia d’oro all’Esposizione universale di Parigi. “Il priore dell’epoca al giovane Balzico diceva che aveva il corpo di un uomo ma le mani di Dio” ci racconta la professoressa Grazia Talone. E non si sbagliava.

Mario Foresta ci spiega che le figure del presepe napoletano sono settantadue e comprendono non solo personaggi tipici, ma anche luoghi ed altri elementi che hanno un particolare significato.

“C’è ad esempio il personaggio chiamato Benino -spiega Foresta indicandocelo nella scena- forse la figura più importante di tutto il presepe. E’ il pastorello dormiente che secondo la leggenda sogna la rappresentazione del presepe e quando Benino si sveglia  racconta di aver sognato la nascita del Bambino Gesù”

“Altro personaggio importante è la settantaduesima figura, l’ultima -continua Foresta- il Pastore della Meraviglia, posto vicino alla Grotta, con le braccia e la bocca spalancate per lo stupore della nascita di Gesù. Rappresenta la meraviglia della scoperta del divino, la sorpresa dell’uomo che viene in contatto con qualcosa di immenso”.

“Ogni personaggio ha una suo significato simbolico -spiega la professoressa Grazia Talone- Ciccibacco è un pagano tra i cristiani, la Lavandaia, intenta a lavare i panni in ginocchio rappresenta le levatrici che hanno assistito alla nascita di Gesù aiutando la Madonna, i Venditori di cibo, sono sempre dodici come i mesi dell’anno, il macellaio rappresenta il mese di gennaio, il pescatore dicembre, il pollivendolo il mese di marzo, la coppia di sposi con cesto di ciliegie e di frutta il mese di maggio, il  venditore di anguria rappresenta agosto, il venditore di fichi per settembre, il vinaio o il cacciatore il mese di ottobre, mentre quello di novembre è il venditore di castagne“.

“Anche i luoghi hanno il loro significato simbolico -spiega ancora Grazia Talone- il pozzo,rappresenta il collegamento tra la superficie e le acque sotterranee da cui, durante la notte di Natale, possono venir fuori gli spiriti maligni, il ponte, un passaggio che conduce all’altro lato, quindi anche nell’al di là, nell’ignoto, poi il mulino, simboleggia il tempo che rinasce, una sorta di cambio di passo che avviene la notte di Natale, il fiume, ovvero lo scorrere del tempo tra passato, presente e futuro”.

Poi, ovviamente, non mancano le altre figure: la Sacra Famiglia, i Re Magi, il Bue e l’Asinello, i Pastori e le pecore e così via, anche loro con un preciso significato.

In conclusione, il Presepe Monumentale di San Francesco resta ancora un punto di attrazione per gli appassionati della tradizione presepiale e per chi, a cominciare dai più piccoli, vuole conoscere i significati delle varie scene rappresentate, raccontate con amabile competenza e capacità espositiva dagli accompagnatori degli ospiti durante la visita.

Non resta che visitarlo. E’ un’occasione da non perdere.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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