scritto da Luigi Gravagnuolo - 24 Giugno 2023 09:26

Cava de Tirreni, la salute di persone ed animali tra botti e fracassi

fuochi d'artificio

Sotto certi riguardi il pullulare di botti, spesso di notevole potenza, nella nostra vallata metelliana è oggettivamente di difficile contenimento.

Siamo una città satellitare, un centro in cui converge la vita sociale urbana e oltre venti frazioni collinari, altrettante ‘lune’ o ‘satelliti’ che circondano il fondo valle, ciascuna con una sua identità ed i suoi santi: Santa Lucia, San Pietro, la SS. Annunziata, San Cesareo, San Martino, Sant’Arcangelo e via dicendo.

È antica tradizione che ad ogni festa si sparino i fuochi d’artificio e già ce ne sarebbero in abbondanza. Ma aggiungiamo ai già citati santi la festa patronale della Madonna dell’Olmo, quella che chiamiamo di Monte Castello, e ancora Sant’Antonio, San Francesco, l’Assunzione, San Lorenzo, Sant’Alfonso a Rione Filangieri, il SS. Salvatore a Passiano, Santa Rosa, Sant’Anna, San Giuseppe al Pozzo, San Giovanni a Rotolo, San Nicola a Pregiato, San Vito e ancora Natale, Capodanno, Pasqua e l’Epifania, la Disfida dei Trombonieri e possiamo avere la plastica rappresentazione del sottofondo di botti che fa da colonna sonora alle nostre giornate praticamente senza soluzione di continuità per tutto l’anno.

Gli unici santi silenti sono, a mia prima memoria, Sant’Adiutore e Sant’Alferio, che, pur se venerati con rispetto, proprio non sono mai entrati nei cuore dei devoti popolari cavesi.

Date le caratteristiche e la storia della nostra città, è dunque ben difficile far rispettare il Piano di zonizzazione acustica e tutelare il rispetto del diritto alla quiete dei cittadini tutti. Quale amministrazione potrebbe mai negare alla confraternita di una frazione o ad una parrocchia l’autorizzazione ad allietare la propria festa con i fuochi d’artificio?

Il fatto è però che a Cava non ‘sparano’ botti solo gli organizzatori delle pur frequenti feste devozionali. I compleanni, le prime comunioni, i matrimoni, le feste a margine di vittorie sportive, ogni evento gioioso viene accompagnato da botti, tamburi, altoparlanti e casìni vari. E c’è ormai il vezzo, anche quando semplicemente ci si incontra tra amici, di timbrare il cartellino della propria esistenza in vita con botti assordanti a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Per non dire dell’ultima ‘moda’. Alcuni luoghi della movida sono purtroppo anche piazze di spaccio. Le forze dell’ordine del napoletano hanno accertato che i botti estemporanei sono spesso ‘segnalazioni ai consumatori’ che è arrivata la ‘roba’. E pare che tale uso dei petardi sia arrivato anche nella nostra città, sicché di notte, quando meno te lo aspetti, scoppiano botti che non sono delle mere bravate di ragazzini, ma fattori integranti del mercato delle droghe.

Tutto ciò a sfregio non solo del diritto alla quiete dei residenti, ma anche della loro salute. E di quella degli animali di affezione, i cani su tutti, il cui apparato uditivo è particolarmente sensibile e che subiscono danni spesso irreversibili.

Sento quindi di unirmi alle denunce più volte reiterate – ed altrettante volte inascoltate – di alcuni nostri concittadini, quali l’ing. Giuseppe Salsano, fondatore del Comitato per l’Ordine e la Quiete, e l’avv. Alfonso Senatore, noto giurista e politico cittadino.

La salute delle persone e quella degli animali sono diritti riconosciuti e salvaguardati dalle leggi della nostra Repubblica alle quali, in sede locale, si aggiunge il vigente Piano di zonizzazione acustica redatto ai sensi delle leggi, nonché anche – mi permetto di ricordalo – un’ordinanza del sindaco del 2009, la 267 del 28 luglio, per la ‘Prevenzione e repressione dei rumori molesti e inutili nonche’ gli schiamazzi e i comportamenti in pubblico lesivi della sicurezza urbana a tutela dei suddetti diritti’.

Ci sarà qualcuno tra le forze dell’ordine e quelle politiche della città che vorrà per lo meno provare a contenere questa pessima usanza?

Luigi Gravagnuolo, giornalista, scrittore, docente ed esperto di comunicazione. E' stato Sindaco di Cava de’ Tirreni dal 2006 al gennaio del 2010, quando si dimise per andare al voto con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato.

Una risposta a “Cava de Tirreni, la salute di persone ed animali tra botti e fracassi”

  1. L ‘utilizzo dei fuochi e dei botti è espressione di totale inciviltà e sesquipedale scostumatezza da parte di chi ne fa uso. Nelle nostre zone rappresentano un vero e proprio flagello sociale, ambientale ed ecologico ricordando che mettono a rischio la salute delle persone con varie sostanze tossiche ed altamente inquinanti, compreso le microplastiche.
    Io non abito a Cava, ma a Sant’Egidio del Monte Albino ma la situazione è identica, se non peggio!
    Come fare per sostenere queste encomiabili iniziative come quella dell avv Senatore e dell ing Salsano?

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