Cava de’ Tirreni, il consigliere Eugenio Canora sulla vicenda degli ammanchi: “Non possiamo limitarci a prenderne atto”
Non si tratta solo un problema tecnico. È un tema politico. Perché quando il controllo scompare, quando la vigilanza si indebolisce, la responsabilità ricade su chi ha amministrato questo Comune e su chi ha il dovere di garantire il buon andamento della pubblica amministrazione

Riceviamo e pubblichiamo
Un documento (il verbale della Commissione Controllo e Garanzia sugli ammanchi, ndr) che, a nostro giudizio, fotografa una delle pagine più gravi nella recente storia amministrativa del nostro Comune.
Ci troviamo di fronte non a una semplice anomalia contabile, ma a un sistema opaco, reiterato negli anni, che ha prodotto ammanchi per oltre due milioni di euro utilizzando in modo improprio risorse pubbliche, senza controlli effettivi, senza tracciabilità chiara, e – cosa più grave – senza responsabilità accertate fino ad oggi.
La relazione ci parla di: mandati di pagamento intestati a soggetti diversi dai reali beneficiari, IBAN modificati rispetto a quanto formalmente indicato, assenza di riferimenti a impegni e liquidazioni nei mandati, uso massivo di residui passivi “molto datati”, senza verifica della loro esistenza reale. E non possiamo ignorare il fatto che un dipendente esterno alla macchina comunale, presente regolarmente negli uffici, avesse accesso pieno ai sistemi di contabilità, con la possibilità di intervenire, modificare, e operare senza delimitazioni né controlli.
Non si tratta solo un problema tecnico. È un tema politico. Perché quando il controllo scompare, quando la vigilanza si indebolisce, la responsabilità ricade su chi ha amministrato questo Comune e su chi ha il dovere di garantire il buon andamento della pubblica amministrazione.
Ebbene, noi oggi non possiamo limitarci a prenderne atto. Abbiamo il dovere – morale, istituzionale e politico – di chiedere spiegazioni, azioni e garanzie. Il Coordinamento Civico per Cava chiede:
1. una presa di posizione netta da parte del Sindaco: non bastano generici richiami all’autorità giudiziaria;
2. la pubblicazione integrale di tutti i mandati emessi dal 2022 ad oggi, con IBAN, intestatari e causali;
3. una verifica esterna, trasparente, indipendente, anche attraverso la Corte dei Conti o il MEF;
4. l’immediata sospensione da ogni incarico gestionale di chiunque risulti coinvolto, in attesa della conclusione delle indagini.
Alla luce della “complessiva inaffidabilità dei dati contabili del Comune” (come definita dalla relazione) almeno dal 2022 ad oggi, chiediamo di rivedere scelte politiche come quella dell’adesione al piano di riequilibrio che rappresentano la conseguenza ad un dissesto finanziario che (forse) non era esistente, o quantomeno non era chiaro.
I cittadini stanno pagando un prezzo enorme (riduzione dei servizi essenziali come il trasporto pubblico, dimensionamento dei servizi educativi e ricreativi, alienazione di beni storici, crescita dei costi dei servizi a domanda individuale ecc.) per un dissesto che a tutt’oggi risulta opaco e poco chiaro.
Non si può amministrare chiedendo ai cittadini sacrifici, tasse e tagli, mentre nel retrobottega del Comune si alimentano zone d’ombra, opacità e condotte che sfuggono a ogni controllo.
Se vogliamo ridare dignità alla nostra città, il tempo dei silenzi è finito. Ora servono trasparenza, verità e giustizia.
Eugenio Canora
consigliere comunale – responsabile di Cava SIA-Coordinamento Civico per Cava