scritto da Redazione Ulisseonline - 18 Gennaio 2025 10:52

Cava de’ Tirreni, domani a Santa Maria a Toro la benedizione della Croce realizzata dall’associazione ambientalista dei “Monti Lattari”

Sloggiata da San Cesareo, la Croce ha però trovato “asilo” nell’altro versante della valle metelliana, quello orientale, per la precisione nel piccolo e suggestivo spiazzo antistante l’antichissima chiesa di Santa Maria a Toro, alla frazione Annunziata

Vi è mai capitato che una Croce, il più significativo simbolo della fede cristiana, venga sfrattato da un piazzale antistante una chiesa parrocchiale con una motivazione alquanto bislacca? Beh, è successo nella nostra città. A San Cesareo. La Croce, in ferro, realizzata anni fa da un’associazione locale ambientalista molto attenta al sociale denominata “Monti Lattari”, che l’aveva collocata nel 2013, con il beneplacito del parroco di allora, nella piazzetta del Tiglio antistante l’oratorio della parrocchia di San Cesareo, adiacente la Chiesa parrocchiale.

Ora invece, con il nuovo parroco, sembra proprio che quella Croce costituisse un ingombro alle attività pastorali della parrocchia, da qui il diktat di rimuoverla.

Sloggiata da San Cesareo, la Croce ha però trovato “asilo” nell’altro versante della valle metelliana, quello orientale, per la precisione nel piccolo e suggestivo spiazzo antistante l’antichissima chiesa di Santa Maria a Toro, alla frazione Annunziata. Una collocazione per fortuna più che dignitosa visto che quella di Santa Maria a Toro, a parte l’amenità dei luoghi, è la più antica chiesa parrocchiale del distretto di S. Adiutore, eretta intorno all’anno Mille.

E proprio domani, domenica 19 gennaio, al termine della celebrazione della Santa Messa che avrà inizio alle ore 9,30, ci sarà la benedizione da parte di don Antonio Razzano, parroco dell’Annunziata, della Croce collocata già da qualche settimana nel piazzale della Chiesa.

Questa nuova collocazione non smorza però l’amarezza e le polemiche di questo sfratto dalla frazione di S. Cesareo. A farsene interprete è Umberto Gaballo, tra i principali animatori dell’associazione “Monti Lattari” e della comunità della frazione San Cesareo.

“Com’è possibile -si chiede in un post sui social e non si capacita Umberto Gaballo- che un pastore il quale alza quotidianamente il simbolo della cristianità, possa arrogarsi il diritto di una simile decisione, ovvero di dare lo sfratto ad una Croce?”

Nel post sulla sua pagina facebook Umberto Gaballo lamenta poi che ciò sia avvenuto “senza condividere con la comunità ed il consiglio pastorale la motivazione di tale decisione?

Gaballo, però, lamenta che la questione va anche oltre la lettera di sfratto della Croce. “Nella frazione di San Cesareo dove abitiamo -ci fa sapere- la situazione è desolante. Non si fa nulla per il sociale, per gli anziani, i più deboli. C’è un’assenza generalizzata, a cominciare dall’attuale Amministrazione comunale che ha letteralmente abbandonata a sé stessa la frazione e l’abbandono è visibile ovunque nella nostra realtà, segnata dal degrado e dall’assenza della benché minima iniziativa che dia vita ad una comunità ormai spenta”.

Un quadro desolante, quello descritto da Gaballo, che va ben oltre la Croce sfrattata. Anzi, proprio la “lettera di sfratto” alla Croce testimonia come la frazione di San Cesareo sia ormai una periferia distante, un dormitorio senza vita della nostra città.

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