Cava de’ Tirreni, Casa Serena: la Caporetto del sindaco Servalli
La repentina retromarcia dell'Amministrazione Servalli è stata una sconfitta cocente. Una Caporetto politico-amministrativa di prima
Vicenda Casa Serena. Partiamo con una considerazione di fondo. La sollevazione popolare sui social, oltre che politica, provocata dalla notizia della chiusura della casa di riposo, ha costretto Servalli e i suoi ad una precipitosa marcia indietro.
Si tratta, almeno per ora, di un rinvio di quattro mesi. Siamo però al primo round. Non è assolutamente detto che la vicenda finisca qui. Le forze politiche, che si sono svegliate dopo aver dormito sonni profondi, dovranno restare ben sveglie sul pezzo. Speriamo.
Seconda considerazione. La repentina retromarcia dell’Amministrazione Servalli è stata una sconfitta cocente. Una Caporetto politico-amministrativa di prima grandezza.
Questo dovrebbe essere un insegnamento per una città che finora si è dimostrata dormiente e/o rassegnata. Al contrario, bisogna reagire ed opporsi alla cattiva gestione di questo Sindaco che racconta favole, anche quando si tratta di drammi umani come quello vissuto dai tanti anziani di Casa Serena.
Poverini, si sono sentiti alla stregua di deportati. Trasferiti, questo era il diktat di Servalli, dall’oggi al domani da un luogo, dove alcuni di loro vivevano da decenni, ad un altro sconosciuto e da trovare in meno di un mese.
Chi ha avuto l’onere e il privilegio di accudire degli anziani -un papà, una mamma, uno zio- sa cosa vuol dire per loro la certezza degli affetti. E quindi la stabilità del luogo, della loro stanza, del loro letto, della finestra da dove scorgere il cielo. Così come la loro paura, lo smarrimento, per qualsiasi cambiamento imprevisto.
Terza considerazione. Da Palazzo di Città nella giornata di ieri è stato emesso un comunicato senza né capo né coda clicca qui per leggere.
Si legge di un contratto con la cooperativa che gestisce la casa di riposo scaduto dal 2022 e prorogato due volte. E allora? Che cosa vuol dire, forse è colpa del privato aver avuto delle proroghe? Il Comune, invece, perché non ha avviato una nuova gara? L’inadempienza e/o la cattiva volontà del nostro Comune appaiano palesi.
La narrazione di Servalli arriva poi al non plus ultra della mistificazione quando vengono indicati come obiettivi del Comune “la tutela dei livelli occupazionali” e finanche “la continuazione del servizio agli anziani”. Dio buono, ma come si può fare delle simili affermazioni? Questi due obiettivi si realizzano forse con la chiusura della struttura? Siamo all’assurdo.
E, giustamente, come in un post sui social ha fatto notare l’avvocato Marco Senatore, Servalli in questo caso somiglia al boia che, dopo aver mozzato la testa al condannato, gli augura lunga vita.
La verità è che il nostro primo cittadino è sempre più incredibile. Nel senso più letterale e prosaico del termine. In altre parole, di non essere credibile, di non avere più credibilità. E con lui l’intera Amministrazione comunale e la maggioranza che colpevolmente lo sostiene, magari mugugnando nei corridoi e finanche turandosi il naso.
Purtroppo, per noi cavesi, bisogna riconoscere che ha ragione l’avvocato Fabio Siani quando oggi su questo giornale afferma che l’Amministrazione Servalli “a forza di dire bugie finisce per crederle verità” clicca qui per leggere.
Per finire, qualche riga riservata al Partito Democratico metelliano. Immagino proprio che il mio caro amico segretario democrat cavese Massimiliano De Rosa sia stato costretto, nel giro di poche ore di distanza, a diffondere un altro comunicato.
Da una breve analisi del testo da lui firmato, si intuiscono quali siano stati i suoi contorcimenti.
Per difendere un’indifendibile assessore alle politiche sociale, Annetta Altobello, è stato costretto ad arrampicarsi sugli specchi e a scrivere di aria fritta, ma fritta proprio assai.
Povero Massimiliano. Sarebbe stato tanto semplice e nobile chiedere le dimissioni dell’Altobello, oltre che del sindaco Servalli, per i danni arrecati all’immagine del Pd, il partito degli ultimi, dei più deboli, quindi anche degli anziani. Anche di quelli di Casa Serena.
Purtroppo, ciò non era e non è politicamente possibile.
Per questo, all’amico Massimiliano, che è una persona per bene e di buoni sentimenti, va la mia sincera solidarietà umana non scalfita dall’inevitabile e severa critica politica.