Cava de’ Tirreni, a colloquio con Antonello Barretta: “Necessario un rinnovamento integrale della classe dirigente, che a vario titolo ha partecipato alla gestione della cosa pubblica”
La società civile è la vera opportunità nell'attuale contesto cittadino. Tuttavia, al di là di qualche buona intenzione e dichiarazione di facciata, non ho visto finora una volontà seria di partecipazione. Indubbiamente spaventa il punto di partenza, ma a maggior ragione, guardando al futuro dei nostri figli, occorrerebbe impegnarsi

Il viaggio di Ulisse online prosegue oggi con un cavese di adozione da un bel po’ di anni, sposato con una Genoino, in assoluto tra le famiglie più antiche e di nobile lignaggio della nostra città. Stiamo parlando del dottore Antonello Barretta, attuale Direttore Generale della Giunta Regionale della Campania per il Ciclo integrato delle Acque e dei Rifiuti, con una lunga esperienza nella Pubblica Amministrazione. In precedenza, infatti, ha ricoperto il ruolo di Segretario Comunale fino alla qualifica di Segretario Generale. Per tre anni, inoltre, è stato Commissario straordinario dell’Ente provinciale di Promozione Turistica di Benevento. Docente del Formez in materia di enti locali ed autorizzazioni ambientali, da alcuni anni dirige l’associazione politico-culturale cittadina “Incontri”, da lui fondata e presieduta. Alla fine dello scorso anno ha lanciato un appello pubblico per il rilancio dei Cava de’ Tirreni attraverso il documento politico “Il cittadino al centro”.
“Per sindaco occorre, oltre alla novità e competenza, una figura in grado di unire la città e le sue diverse componenti, liberandola dalle tante corporazioni elettorali esistenti”
Non manca molto alla fine di questa consiliatura e quindi alle prossime elezioni per il rinnovo degli organi di governo municipale. Tenendo presente lo stato dell’arte della città e quello non particolarmente in buona salute del nostro Ente Comune, quali sono, come cittadino metelliano, le sue sensazioni al riguardo di questo prossimo appuntamento elettorale?
La cronaca quotidiana dei giornali locali riporta una evidente difficoltà che vive l’azienda “Comune di Cava de’Tirreni”, sia per gli aspetti economico-finanziari che organizzativi, tale da rendere la prossima consiliatura determinante per il futuro della città.
C’è qualche indicazione che, da semplice elettore, vorrebbe dare ai partiti e, in generale, a quanti si accingono a prendere parte al prossimo agone elettorale locale?
La condizione descritta, in particolare quanto sta emergendo per la vicenda degli ammanchi, in un arco temporale non breve, ancora più seria per un Ente sottoposto al bilancio riequilibrato, con diversi bilanci di previsione e conti consuntivo approvati, accertamenti dei residui e verifiche periodiche di cassa, il tutto in un periodo caratterizzato da forti tagli alla spesa sociale e tariffe dei servizi a domanda individuale al livello più alto previsto, richiede per i partiti e le associazioni civiche che si propongono un rinnovamento integrale della classe dirigente, che a vario titolo ha partecipato alla gestione della cosa pubblica.
Si parla spesso di buon governo, ma secondo lei quali sono i requisiti che lo caratterizzano o, meglio, che lo potrebbero e dovrebbero caratterizzare?
La gestione degli Enti locali, anche in ragione dell’appartenenza all’Unione europea, troppo spesso tecnocratica e burocratica, è diventata molto complessa e richiede competenze amministrative e gestionali plurime e consolidate, oltre ad un impegno e dedizione totali, ancora più pregnanti nella condizione data.
“E’ auspicabile una sola lista di candidati consiglieri, con persone che non abbiano avuto ruoli amministrativi in precedenza e con competenze variegate”
Le idee, e quindi anche la politica, come suggeriva J.F. Kennedy, camminano sulle gambe degli uomini. Ecco, secondo lei quali dovrebbero essere i requisiti ideali per essere candidato a sindaco? E quale potrebbe essere l’iter migliore per arrivare alla scelta di un candidato sindaco?
Oltre alla assoluta novità e competenza, occorre una figura in grado di unire la città e le sue diverse componenti, liberandola dalle tante corporazioni elettorali esistenti, che hanno condizionato negativamente le diverse Amministrazioni che si sono susseguite.
E per i candidati a consigliere comunale?
Sarebbe auspicabile che il candidato Sindaco sia affiancato da una sola lista di candidati consiglieri, persone che non abbiano avuto ruoli amministrativi in precedenza, competenze variegate, e l’interesse al bene comune ed al rilancio della città.
Veniamo ai contenuti. Nel prossimo programma politico-amministrativo quali punti, diciamo almeno cinque, ritiene dovrebbero essere inseriti come indispensabili e prioritari?
Uno su tutti: i servizi socio- sanitari. Ospedale e tutela delle fasce deboli, a partire dal supporto alle famiglie che vivono la disabilità, creando una reale opportunità per il dopo di noi. Altra priorità la riorganizzazione della macchina comunale e dei relativi servizi, in uno al superamento del PUT per un rilancio urbanistico della città, in chiave di sviluppo economico con insediamento di nuove imprese e sviluppo di quelle attuali e sostegno alle attività commerciali.
“I partiti non sono affatto la sentina di tutti i mali e il civismo, per come si delinea, non è certo esente da esponenti politici più o meno riciclati se non addirittura compromessi con le ultime esperienze amministrative”
In un simile contesto, lei ritiene che la società civile cavese, di cui lei stesso è espressione, stia assolvendo (se sì, come e in che misura) al suo dovere civico di contribuire alla crescita politica e civile della città?
La società civile è la vera opportunità nel contesto descritto. Tuttavia, al di là di qualche buona intenzione e dichiarazione di facciata, non ho visto finora una volontà seria di partecipazione. Indubbiamente spaventa il punto di partenza, ma a maggior ragione, guardando al futuro dei nostri figli, occorrerebbe impegnarsi.
In questi ultimi anni spesso si è parlato di civismo come risposta ai limiti dei partiti e alle difficoltà nel governo della città. Qual è la sua opinione al riguardo, soprattutto tenendo ben presente l’attuale realtà politica cittadina nel suo insieme?
Guardando alla realtà politica cittadina dobbiamo, per onestà intellettuale, ammettere che i partiti non sono affatto la sentina di tutti i mali, ma anche il civismo, per come si delinea e finora si declina a livello cavese, non è certo esente da esponenti politici più o meno riciclati se non addirittura compromessi a vario titolo con le ultime esperienze amministrative. Diciamo che il dejà vu non è un’esclusiva dei partiti, molti dei quali, bisogna riconoscerlo, si sono e si stanno, al contrario, sforzando di rinnovarsi e di aprirsi, con non poche difficoltà, alla società civile, al mondo che li circonda. A mio avviso, il civismo ha un senso, una ragione d’essere e un valore, se è capace da un lato di essere inclusivo ma dall’altro risultare decisamente innovativo con una progettualità forte e la coraggiosa selezione dei candidati consiglieri. In conclusione, serve un approccio diverso alle tante questioni che attanagliano la città proponendo diverse modalità operative, senza per questo cadere in un nuovismo becero e in un ostracismo che, per ragioni di interesse spicciolo, neghi l’apporto di chi ha competenze e attitudini espresse e maturate con l’esperienza sul campo.
“Per Cava è giunta l’ora del punto e a capo. E’ necessario un nuovo inizio, in cui la società civile diventi protagonista e i partiti lavorino al loro rinnovamento”
Una domanda finale che è quasi un gioco. A suo avviso, qual è il possibile slogan per la prossima campagna elettorale nel quale i cavesi potrebbero meglio riconoscersi?
Cava punto e a capo. Un nuovo inizio, in cui la società civile diventa protagonista ed i partiti lavorano al loro rinnovamento, con il coinvolgimento delle giovani generazioni, preparandosi alla successiva tornata elettorale a riprendere il ruolo di guida che la Costituzione repubblicana gli affida. (foto Gabriele Durante)