scritto da Roberto Ruocco - 10 Dicembre 2021 12:48

Amalfi, la giara buona di Monsignor Ercolano Marini: un vescovo tra la gente

Il 17 dicembre in Cattedrale il popolo si riunisce in preghiera per invocare la santità di Monsignor Ercolano Marini

Monsignor Ercolano Marini è una delle figure religiose più belle e significative della Costiera Amalfitana.

Nato a Matelica, in provincia di Macerata, il 19 dicembre 1866, fu Arcivescovo di Amalfi dal 1915 al 1945 e il suo apostolato si svolse a cavallo di due secoli: la fine Ottocento e tutta la seconda metà del XX secolo.

Visse tutte le problematiche sociali e politiche del secolo scorso, che fu afflitto da due conflitti mondiali.

Il Vescovo di Amalfi condivise le sofferenze del popolo, comprendendone i bisogni della popolazione: lo sfruttamento delle donne, rimaste sole a sostenere la famiglia. Una sensibilità sociale, che contraddistinse tutta l’arco della sua permanenza nella diocesi di Amalfi.

Non poteva dimenticare i giovani che vivevo il disagio sociale, non solo la povertà economica ma anche quella culturale e spirituale. In Costa d’Amalfi dominava l’ignoranza e la mancanza d’istruzione, il Vescovo ebbe una rara sensibilità nel comprendere che la famiglia e i giovani avevano bisogno di istruzione per uscire dal giogo dell’ignoranza e della povertà. Ed infatti, sua prima preoccupazione fu quella di impegnarsi sul campo dell’Istruzione, fondando l’Orfanotrofio con una scuola di artigianato.

Fu sempre presente nelle sciagure che colpirono le popolazioni della Costiera a causa degli eventi sismici e naturali, dimostrando con grande solerzia l’apprensione del padre verso i poveri.

Monsignor Marini, iniziò gli studi nel seminario di Fabriano, e ordinato sacerdote il 21 settembre del 1889, si laurea in teologia a Bologna,il 27 marzo del 1892, prese possesso della parrocchia di Torincoli e, dopo due anni entro a far parte del capitolo della cattedrale di Matelica.

Il 7 settembre del 1899 divenne priore della cattedrale di Terni. Il 13 gennaio del 1901 l’arcivescovo di Spoleto, Monsignor Serafino, lo volle come vicario generale. Aveva solo 38 anni quando fu nominato il 29 giugno del 1904 Vescovo titolare di Archelaide in Palestina. Rimase a Spoleto fino all’11 dicembre del 1905, data del suo trasferimento a Norcia.

Ad Amalfi prese possesso della diocesi il 3 ottobre del 1915. Si trovò ad affrontare i problemi derivanti dal momento storico, la I guerra mondiale, la povertà, la solitudine e le ristrettezze economiche delle famiglie.

Monsignor Marini fu un Pastore che non dimenticava le sue pecorelle, tant’è che conduceva una vita quasi in povertà, dedicando ogni suo avere agli indigenti.

A 71 anni dalla dalla sua morte avvenuta il 16 novembre del 1950, ad Amalfi e in Costiera amalfitana è vivissimo il suo ricordo.

Iniziata la causa di beatificazione dell’insigne Presule, si tiene il 17 dicembre in Cattedrale alle ore 18.00 una Solenne Implorazione alla SS. Trinità della Chiesa di Amalfi-Cava de’ Tirreni e della Comunità cristiana di Matelica per impetrare la beatificazione del Servo di Dio Mons. Ercolano Marini.

Ne abbiamo parlato con don Luigi Colavolpe, postulatore della causa di beatificazione, che ci ha dichiarato: “Abbiamo deciso di Convocare il popolo, perché la forza della preghiera è insita nel popolo e nella sua fede. Il popolo di Amalfi, unito a quello di Matelica, rappresentato ad Amalfi, da mons. Orazio Soricelli Vescovo della Arcidiocesi Amalfi Cava dei Tirreni, dai sacerdoti che interverranno in Cattedrale insieme ai sacerdoti di Matelica che verranno ad Amalfi per fare una Solenne Invocazione alla Santissima Trinità. Vogliamo ringraziare la SS. Trinità di questo grande dono che è stato Monsignor Ercolano Marini, dono fatto alla Chiesa di Amalfi e implorare con la preghiera la sua santificazione con un miracolo, necessaria per la proclamazione di Santità”.

Abbiamo chiesto a don Luigi Colavolpe, se la figura del venerato è ancora attuale nella società d’oggi. La risposta non è mancata: Il messaggio di Monsignor Marini, è attualissimo ancora oggi. C’erano allora i Massoni, si affacciava il bolscevismo, Monsignor Marini ha cercato di far fronte a questi movimento culturali e ideologici mediante la cultura, prima provvedendo all’istruzione dei ragazzi, infatti, sollecitava i parroci di accogliere i ragazzi nelle proprie canoniche per insegnare a leggere e scrivere, Accanto alla formazione, aggiungeva la cura del catechismo che insegnava i valori del Vangelo. Monsignor Marini, ha lavorato molto perché la famiglia di fronte al pericolo delle guerre rimanesse unita. La cura della famiglia era un impegno costante di Monsignor Marini perchè essa era minacciata oltre dal rischio del divorzio, ma soprattutto dalla realtà quotidiana, in quanto gli uomini erano in guerra e quindi lasciavano solo le donne ad affrontare le difficoltà della vita quotidiana Le donne erano al lavoro, i figli erano abbandonati. Monsignor Marini, diceva: “Piccole navi sulle marine”, per indicare come i ragazzi erano abbandonati al loro destino. E’ la realtà dei nostri tempi, la famiglia di oggi è a rischio, ecco allora l’attualità del messaggio di Monsignor Marini”.

In occasione della solenne celebrazione sarà presentato il libro Il servo di Dio Ercolano Marini. Sacerdote in Matelica, Ausiliario di Spoleto, Vescovo di Norcia, Arcivescovo di Amalfi: Un giara di vino buono, di don Luigi Colavolpe, edito dalla Cartotecnica De Luca – Salerno. Lo presenterà il giornalista Matteo Parrini. La pubblicazione offre un’ulteriore fonte di conoscenza del presule santo.

Giornalista pubblicista, ha collaborato con numerose testate quali E'Costiera, ECOmagazine, Fermento, Agire, Il Salvagente, Cronache del Mezzogiorno. E' tra i giornalisti che presentano le pubblicazioni partecipanti alla Rassegna letteraria Premio Com&Te. Sin dall'inizio collabora con Ulisse on line, di cui è il referente è il punto di riferimento per l'intera Costiera Amalfitana.

Una risposta a “Amalfi, la giara buona di Monsignor Ercolano Marini: un vescovo tra la gente”

  1. Un caro ricordo allo zio. Non lo ho mai conosciuto ma tanto ricordato in famiglia. Mio nonno, suo fratello, poco ne parlava. Lui uomo di guerra non andava sicuramente d’accordo con il fratello prelato. Ciononostante, quasi ogni anno passava le sue ferie alla villa a Marina Palmense.
    Si rifiutò di sposare tutte le nipoti.
    Ho ancora il suo biglietto di benedizione a mia madre, sua nipote!

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