A Capodimonte torna la Madonna del Pesce di Raffaello in una grande mostra sugli Spagnoli nella Napoli del Rinascimento
Grazie a questa importante collaborazione, tornerà a Napoli, dopo 400 anni dalla sua partenza, la Madonna del pesce eseguita dall'artista urbinate.
Per la prima volta dopo 400 anni, il capolavoro di Raffaello “Madonna del Pesce”, torna a casa nella mostra Gli Spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale, in programma al Museo di Capodimonte a Napoli dal 13 marzo al 25 giugno.
Il progetto espositivo, a cura di Riccardo Naldi e di Andrea Zezza è stato realizzato in partenariato con il Museo Nacional del Prado, dove una prima versione della mostra è stata inaugurata il 18 ottobre 2022 con il titolo Otro Renacimiento. Artistas españoles en Nápoles al comienzos del Cinquecento.
Grazie a questa importante collaborazione, tornerà a Napoli, dopo 400 anni dalla sua partenza, la Madonna del pesce eseguita dall’artista urbinate. Il dipinto, destinato alla cappella della famiglia del Doce in San Domenico Maggiore a Napoli, divenne un punto di riferimento fondamentale per gli artisti attivi a Napoli durante il Cinquecento. Asportato dai governanti spagnoli, fu trasferito a Madrid intorno alla metà del Seicento.
La mostra è dedicata a uno dei momenti più fecondi e meno conosciuti della civiltà artistica napoletana racchiuso nell’arco temporale che dal 1503 si protrae fino al 1532 (sarà l’assedio francese del 1528, con la grave crisi politica che ne derivò, a spezzare l’idillio). È il periodo che, sotto il profilo politico, vide l’estinguersi della dinastia aragonese, con il passaggio del Regno di Napoli sotto il dominio della Corona di Spagna; sotto il profilo culturale, il raggiungimento dell’apice della sua grande stagione umanistica, con il passaggio di consegne da Giovan Gioviano Pontano a Iacopo Sannazaro. Le novità artistiche elaborate in quegli anni da Leonardo, Michelangelo e Raffaello furono prontamente recepite e reinterpretate in modo originale in una Napoli ancora molto viva, per la quale la perdita della funzione di capitale autonoma non costituì un ostacolo allo sviluppo culturale, ma, al contrario, contribuì alla definizione di un nuovo ruolo di cinghia di trasmissione della cultura rinascimentale tra le due sponde del Mediterraneo.
La mostra propone un’ampia rassegna di opere eseguite da alcuni dei principali artisti spagnoli attivi in quegli anni a Napoli, quali Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Pedro Machuca, Alonso Berruguete.
Trasferitisi molto per tempo in Italia, essi sprigionarono una straordinaria originalità inventiva nel confronto con le opere eseguite dai massimi protagonisti del pieno Rinascimento italiano. Gli spagnoli divennero i protagonisti dell’eccezionale stagione artistica della Napoli di primo Cinquecento, sostenuta dal mecenatismo degli Ordini religiosi e dell’aristocrazia, desiderosa di lasciare una traccia indelebile della propria grandezza finanziando opere di ambiziosa magnificenza, spesso realizzate, alla maniera degli Antichi, servendosi del durevole marmo di Carrara.
Tornati in patria, gli spagnoli si fecero ambasciatori di una particolare declinazione della cultura figurativa dell’alto Rinascimento, sostenuta da inventiva e capacità tecniche straordinarie, cui il passaggio della Spagna all’interno della compagine imperiale di Carlo V diede un respiro europeo.
La mostra focalizzare l’attenzione su questa breve ma felicissima stagione, ponendo nel giusto rilievo l’altissima qualità delle opere e il loro carattere cosmopolita.
Come avvenne a Roma a causa del celebre ‘Sacco’ del 1527, anche per la capitale già aragonese e poi vicereale questa ‘età dell’oro’ venne improvvisamente spezzata dal durissimo assedio francese del 1528 e dalla grave crisi politica che ne derivò.
La differenza principale tra la mostra di Napoli rispetto a quella di Madrid è il forte legame con il territorio: molte delle opere degli artisti del periodo sono presenti nelle chiese cittadine, in particolare a San Giovanni a Carbonara, San Domenico Maggiore e San Giacomo degli Spagnoli, simbolo della presenza politica e culturale della Spagna a Napoli, ovvero proprio l’oggetto della mostra.
La mostra è realizzata in partenariato Museo Nacional Prado di Madrid, in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia e l’Ambasciata italiana a Madrid, con il Ministero dell’Interno-FEC Fondo edifici di culto e la Curia di Napoli, è finanziata grazie al progetto POC Capodimonte. Le rotte dell’arte della Regione Campania, gode del patrocinio del Comune di Napoli, ha la GESAC come main sponsor ed è stata realizzata grazie al supporto dell’associazione Amici di Capodimonte.