Cava de’ Tirreni, acque agitate nel centrodestra: Forza Italia silura il candidato sindaco Raffaele Giordano
Le questioni sul tappeto, però, sembrano essere altre. In altre parole, sono quelle disadorne (come le qualificava il compianto avvocato Ninuccio Panza), ovvero la distribuzione del potere tanto di governo che di sottogoverno. Disadorne quanto si vuole, ma più che legittime. A destra come a sinistra
C’è maretta nel centrodestra cavese. Era scontato, d’altronde. Finite le regionali, era previsto che le ostilità sarebbero riprese e che le acque si sarebbero agitate.
Saranno scaramucce o è il preludio di uno scontro a tutto campo? Mah, tutto può essere. C’è da chiedersi, infatti, se ciò è il frutto di tatticismo, e quindi la ricerca di un assestamento interno in vista del potere da spartirsi, o di una strategia, ovvero di rottura politica e quindi il modo più sbrigativo per perdere delle elezioni che sembrano oggi già vinte.
Per semplificare, il braccio di ferro vede da una parte Fratelli d’Italia e Siamo Cavesi e dall’altra Forza Italia. I primi hanno anticipato tutto e tutti, definendo a grandi linee la geografia del governo post elezioni in caso di vittoria alle comunali e scelto il candidato sindaco nella persona di Raffaele Giordano.
Forza Italia, invece, quella attuale, è il frutto del passaggio del gruppo del presidente del Consiglio Barbuti (tre consiglieri comunali e un assessore) transitato pochi mesi fa tra gli azzurri. Ai margini del partito berlusconiano, almeno così pare, è il consigliere comunale Pasquale Senatore, unico ad essere eletto tra gli azzurri cinque anni fa e che, con molta coerenza, è restato finora sempre all’opposizione. Al contrario, il gruppo di Barbuti esplicita un’altra forma di coerenza politica: restare in maggioranza a sostenere il sindaco Servalli. Nel posto, quindi, e nella funzione che gli elettori diedero ai consiglieri del gruppo Barbuti sempre cinque anni fa. Il fatto che Forza Italia è collocato nel centrodestra, quindi in contrapposizione al centrosinistra che sostiene Servalli, sembra essere un dettaglio trascurabile. Almeno per la governance regionale e nazionale degli azzurri.
Questo, in fondo, è il bello, o il brutto, della politica! E forse anche uno dei motivi per cui la gente non va più a votare.
Ad ogni modo, chi oggi comanda in Forza Italia nella valle metelliana è il duo Barbuti-Polacco, derivazione locale del binomio Martusciello-Gasparri. Questo per dire che il resto sono chiacchiere a vuoto.
Detto ciò, sembra che il motivo del contendere sia la scelta del candidato sindaco Raffaele Giordano (nella foto). Il bersaglio sembra essere proprio quest’ultimo che, senza essere menzionato, viene silurato dal duo Barbuti-Polacco. Le questioni sul tappeto, però, crediamo siano altre. In altre parole, sono quelle disadorne (come le qualificava il compianto avvocato Ninuccio Panza), ovvero la distribuzione del potere tanto di governo che di sottogoverno. Disadorne quanto si vuole, ma più che legittime. A destra come a sinistra.
D’altro canto, che il nodo da sciogliere sia questo e non quello del candidato sindaco è dovuto al fatto che non sarà facile trovare nel centrodestra un candidato più spendile di Giordano. A meno che non si pensi di mettere in pista Fabio Siani, ammesso che quest’ultimo sia d’accordo nonché accettato dalle varie componenti del centrodestra. O che non si pensi ad un candidato sindaco “straniero”, ovvero un esponente della società civile. Sembra, peraltro, difficile se non impossibile che il candidato unitario del centrodestra possa essere Antonio Barbuti per ragioni politiche facilmente intuibili.
Tirando le conclusioni, il nodo da sciogliere non è la candidatura di Giordano, bensì che quest’ultimo sia rappresentativo e garante di tutte le forze del centrodestra. In altre parole, espressione politica tanto di Gigino Napoli e Gianpio De Rosa, quanto di Polacco e di Barbuti ma anche di D’Elia e, se vorrà, di Fabio Siani.
Tutto facile, allora? Per nulla, ma se si impegnano ce la possono fare.
Sullo sfondo, comunque, restano due altri aspetti.
Il primo, riguarda il centrosinistra. Questi mal di pancia del centrodestra sveglieranno dal torpore un’area politicamente distrutta dal governo Servalli ma ancora elettoralmente forte e radicata in città? Bella domanda, che sollecita una risposta. Per ora tutto tace, ma a breve qualcosa dovrà per forza venir fuori, anche se dalle macerie.
La seconda, oltre le alchimie, le logiche e i riti della politica politicante, c’è spazio per un confronto sul programma e sul progetto di città? C’è la volontà di aprirsi nei fatti e non a posticcio alla società civile? C’è almeno l’intenzione di proporre liste di candidati a consigliere comunali rinnovate negli uomini ma soprattutto quali portatori di qualità e competenze?
Con queste domande, e senza soverchie illusioni, ci congediamo aspettando gli eventi.
Che Dio salvi Cava!







