scritto da Pasquale Petrillo - 25 Settembre 2022 09:12

Oggi si vota: andiamo ai seggi per dare forza alla nostra democrazia

Oggi si vota: andiamo ai seggi per dare forza alla nostra democrazia

Ieri mattina il decano dei collaboratori del nostro giornale, giornalista professionista da quasi cinquant’anni, Eugenio Ciancimino, ci ha inviato un invito ad andare a votare.

Di solito Eugenio ci onora delle sue puntuali riflessioni sulla politica nazionale con editoriali di pregevolissima fattura, oltre che ricchi di stimoli ma più ancora di raffinati ragionamenti e considerazioni.

Ieri invece ci ha proposto una citazione molto significativa, attribuita alla splendida figura del compianto giudice Paolo Borsellino, al quale noi italiani tanto dobbiamo in termini di riconoscenza e rispetto.

“La Rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello.”

In altri termini, un esplicito e convincente invito ad esercitare il diritto di voto. In pratica, di recarsi quest’oggi ai seggi elettorali per esprimere la nostra scelta politica.

Ad onor del vero, la frase in questione non è stata mai pronunciata o scritta dal giudice Borsellino, ma gli è stata erroneamente attribuita.

Ciò non toglie che essa è pienamente condivisibile. E non perde affatto la sua forte carica sia da un punto di vista etico che politico.

Insomma, il voto è il principale anche se non l’unico strumento democratico. Non andare a votare significa tout court abdicare al proprio ruolo di cittadino.

Vero è, tuttavia, inutile negarlo, che la politica, i suoi rappresentanti e il sistema elettorale, spesso incoraggiano se non addirittura spingono a disertare le urne. Il chiacchiericcio, il più delle volte vano e inconcludente dei politici, stanca e avvilisce. E più ancora la loro lontananza dalle reali necessità di chi ha più bisogno e vive nel disagio, porta ad un corto circuito cittadino-istituzioni.

Per farla breve, il crescente astensionismo ha molte ragioni da vendere. E la politica dovrebbe far pur qualcosa per arginare questo fenomeno sempre più inarrestabile e diffuso nelle democrazie occidentali. Malate di ciò, ma, in verità, non solo di questo.

A ciò si aggiunge il fatto che i paesi occidentali, di cui l’Italia fa parte, vivono una sorta di stanchezza democratica. Il motivo? Ci sentiamo, tutto sommato, al sicuro. Oddio, non mancano ristrettezze. difficoltà e preoccupazioni, ma siamo convinti che comunque sopravviveremo. Certo, siamo magari scontenti e delusi, ma non temiamo di dover compiere delle scelte epocali. Siamo, per dirla tutta, assuefatti talmente alla democrazia, che viviamo le consultazioni elettorali come delle inutili e noiose ritualità.

Purtroppo, non è così. La democrazia si conquista e va difesa ogni giorno. Come un corpo umano dal cibo, essa va alimentata dalla partecipazione dei cittadini. Resta un bene prezioso e irrinunciabile. E l’espressione del voto ne è l’essenza. Rinunciarvi è indubbiamente un diritto. E’ pure un “delitto”, però, perché anche così si uccide la democrazia.

Per questi motivi, l’invito che rivolgiamo ai nostri lettori è di andare a votare. Non importa chi. Quel che conta è dire la propria. E soprattutto contribuire a rendere così più forte e credibile il nostro sistema democratico. Nonostante le cose che non vanno e non ci piacciono.

Almeno per un attimo, guardiamo quello che succede in questi giorni nel mondo. Nella Russia di Putin. Nell’oscurantista Iran. In tanti altri, troppi paesi, dove i diritti civili e politici sono calpestati o negati. E le minoranze, ma non solo loro, sono perseguitate, incarcerate, eliminate.

In conclusione, non è proprio questo il momento di indugiare. Andiamo ai seggi. Anche per dare forza alla democrazia del nostro Paese.

Buona domenica e buon voto.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.