LA FINESTRA SUL CORTILE Polichetti e fra Gigino in competizione per le feste natalizie
Fra poco, alle otto di stasera, a Cava si accende il Natale. Nessun incendio, per carità. Il piromane locale, l’assessore Enrico Polichetti, bontà sua, si accontenta di accendere le luci natalizie. Tutto qui. E lo fa addirittura mettendosi in concorrenza con i piromani salernitani assai più accorsati, quelli delle Luci d’Artista.
Scherzi a parte, ad accendere le luci sarà il sindaco Servalli. Almeno diamogli questa soddisfazione, visto il grigiore della compagnia che si ritrova. Tuttavia, l’uomo degli eventi natalizi resta l’assessore comunale ai grandi eventi, ovvero Enrico Polichetti. Inutile negarlo.
Ad ogni modo e in ogni caso, bisogna dare atto all’attuale Amministrazione comunale che, almeno sulle luci natalizie, è puntuale rispetto al passato, quando le luminarie, belle o brutte, ricche o misere che fossero, si accendevano solo dopo la festa dell’Immacolata. Ci fosse altrettanta efficienza in altri settori, quella di Servalli sarebbe la migliore delle compagini amministrative.
Così non è, purtroppo. Anche se, a onor del vero, mettere le luci natalizie nei tempi giusti è una cosa, diverso e più complicato è invece dover realizzare il traforo per Maiori o il Palaeventi, aprire la bretella del sottovia, tenere pulita la città, essere all’avanguardia nel sociale, e via di questo passo. Insomma, diciamoci la verità, senza nulla togliere alla sua efficienza, ma il compito delll’assessore Polichetti è assai più agevole. Poi, magari c’è da dire che per lui l’assessorato è un lavoro a tempo pieno, mentre gli altri si dedicano alle faccende comunali cavesi nei ritagli di tempo, quando l’ufficio o la banca dove lavorano chiudono i battenti. Ma questi sono dettagli…
Sta di fatto che il nostro, intendiamo Polichetti, se ne inventa una al giorno. Ora addirittura si vuole far sponsorizzare le iniziative natalizie dai privati e, a quanto pare, si mette, come Comune, a vendere gli spazi pubblicitari. Ohibò, Polichetti punta a trasformare il nostro Comune in una sorta di agenzia pubblicitaria? Non proprio, ma quasi.
Ad ogni modo, è certo che il Comune metelliano vuole porsi in sinergia con i privati per realizzare le varie iniziative natalizie, e questo è un bene (magari lo si facesse anche nella realizzazione di opere pubbliche e nella loro gestione, ma anche questo è un dettaglio), dando loro in cambio spazio e visibilità, come “la possibilità di esporre in spazi pubblici, appositamente dedicati, i propri prodotti”.
Confessiamo di non aver capito bene il meccanismo messo su dalla fervida inventiva dell’assessore Polichetti, tuttavia, qualche dubbio ci assale. Eh sì, perché dopo quello che il nostro ha dichiarato in occasione della festa della pizza, o quel che si è visto con la pubblicità a dir poco discutibile e grossolana, se non proprio di pessimo gusto, nella centralissima Fontana dei delfini, beh, qualche preoccupazione non possiamo che manifestarla. Per farla breve, non vorremmo, come è poi già successo, che l’ineffabile Polichetti scendesse ancora una volta dalle nuvole quando gli si chiederà conto e ragione di qualche oggetto pubblicitario magari non proprio consono, se non addirittura osceno, piazzato negli spazi pubblicitari messi a disposizione del Comune.
Staremo a vedere, anche se, dopo più di uno scivolone, forse l’assessore Polichetti ci metterà stavolta un po’ di attenzione, ma anche di buon gusto, perché al decoro della città devono pensarci prima gli amministratori comunali oltre che ciascun cittadino. E, qualche volta, in quanto a decoro, qualche mancanza di troppo c’è stata.
Nel frattempo, il concorrente dell’assessore Polichetti, l’altro organizzatore di mega-eventi cittadini, più o meno discutibili e pacchiani, vale a dire fra Gigino, apre anch’egli oggi la festa di Santa Klaus, annunciando addirittura il villaggio di Babbo Natale con animali viventi. Mah, anche il frate, come l’assessore, se ne inventa una al giorno.
D’altro canto, viene Natale. E, anche se siamo a novembre, appena dopo la ricorrenza dei morti e non abbiamo ancora mangiato i torroncini di San Martino, quando si respira aria natalizia è giusto che tutto si concili con la festa e la serenità. Sì, è vero, i problemi restano, ma per un po’ mettiamolo in naftalina in un cassetto o, come la polvere, sotto il tappeto. Ne parliamo, a gennaio, con l’anno nuovo.
Ora rilassiamoci. L’unica cortesia, nel limite del possibile, e questo lo diciamo soprattutto ai nostri amministratori, evitiamo gli eccessi di qualche eventuale cafonata da paesone dell’entroterra. Sarà difficile, lo sappiamo, ma proviamoci. Per rispetto almeno dei nostri padri, di cui troppo spesso e non sempre a ragione ci riempiamo la bocca, non ci facciamo conoscere per quello che stiamo diventando. O siamo già diventati?