Cava de’ Tirreni, sul voto alle politiche a colloquio con Marcello Murolo leader di SiAmo Cavesi
Cava de’ Tirreni, sul voto alle politiche a colloquio con Marcello Murolo
“Con il voto alle ultime politiche si è conclusa una fase storica che ha visto i partiti di centro-sinistra stabilmente al potere”
Il viaggio di Ulisse nell’analisi del voto alle elezioni politiche e sulle possibili ricadute a livello locale continua con un esponente politico di primo piano della politica cittadina. Parliamo dell’avvocato Marcello Murolo, candidato sindaco del centrodestra alle ultime comunali e leader nonché capogruppo consiliare del gruppo civico di opposizione “SiAmo Cavesi”.
Qual è la sua analisi sul risultato delle politiche in generale e ovviamente a Cava e nei nostri collegi?
Si è esaurita una fase storica durata oltre un decennio e ne inizia una nuova, ovviamente con tutte le incognite del caso. La fase che si è conclusa ha visto i partiti di centro-sinistra stabilmente al potere, spesso in governi tecnici, e ha visto il consolidarsi di una struttura politico-amministrativa fortemente influenzata dall’alta burocrazia di stato, più orientata ad amministrare l’esistente che a progettare scenari futuri. I risultati, alla fine, non sono stati esaltanti, e i cittadini hanno tirato le somme. Quanto ai nostri collegi, una porzione significativa dell’elettorato ha indirizzato le proprie attese su Fratelli d’Italia, sperando in un radicale cambio di passo.
Questo voto si rifletterà sulla politica cittadina?
Credo di sì, e inizieremo a vederlo tra qualche mese. Il Partito democratico ha perso definitivamente il proprio appeal e a livello nazionale ha rotto con altri movimenti che a Cava invece fanno ancora parte dell’attuale maggioranza. Tutto questo, unito ai primi sintomi di declino del sistema di governo deluchiano, non mancherà di avere i suoi effetti.
“Sia il piano di riequilibrio pluriennale che il bilancio appena approvato sono insostenibili, contengono numeri che non rispondono alla realtà contabile e finanziaria del Comune”
Veniamo all’Amministrazione comunale. A suo avviso, approvato il bilancio preventivo dopo aver avviato il riequilibrio, per Servalli e suoi sono finalmente finite le ambasce per i conti in rosso del Comune?
Assolutamente no. Anzi, è tutto il contrario. Sia il piano di riequilibrio pluriennale che il bilancio appena approvato sono insostenibili, contengono numeri che non rispondono alla realtà contabile e finanziaria del Comune. Tra qualche mese i nodi inizieranno a venire al pettine, e sarà possibile verificare che il bilancio è stato quadrato a forza, solo per permettere a questa maggioranza di tirare a campare ancora per un altro po’ di tempo. Allora ciascuno dovrà assumersi le proprie responsabilità, ma intanto, purtroppo, altri danni saranno stati fatti a Cava e ai suoi cittadini.
L’Amministrazione comunale ha deliberato la volontà di trasferire alla Metellia la gestione della Tari. Lei in Consiglio comunale con molta chiarezza e nettezza ha messo in guardia circa la sostenibilità economica di questa scelta. Le chiedo, è solo una questione di sostenibilità finanziaria o c’è anche un profilo di illegittimità dell’intera operazione?
L’uno e l’altro. La legittimità è tutta da verificare, perché in sostanza il Comune intende attribuire a Metellia una facoltà impositiva che la legge riserva al gestore unico che dovrà essere individuato dall’Ente d’ambito una volta che sarà completata l’attuazione della disciplina regionale in tema di ciclo dei rifiuti. Il rischio è enorme, perché se l’operazione risultasse illegittima, tutte le cartelle per il pagamento della TARI emesse da Metellia risulterebbero nulle. Poi c’è il tema della sostenibilità economica e organizzativa, che mette a rischio la stabilità finanziaria della società controllata. In realtà, per come è stato pensato, il trasferimento a Metellia della gestione della TARI da un punto di vista industriale non ha alcun senso. E’ solo un’operazione per imbellettare il bilancio comunale, perché in questo modo si sono eliminate voci passive e si è riusciti a far quadrare i conti sulla carta. Però bisogna fare attenzione, perché le passività trasferite a Metellia nei prossimi anni torneranno al comune, che di Metellia possiede l’intero capitale sociale.
“L’attuale amministrazione è fondata non su un programma e su un’intesa tra forze politiche, ma su una serie di accordi personali e su scambi di interesse con gruppi organizzati”
L’Amministrazione Servalli sembra sorda ad ogni sollecitazione per operare un cambio di passo, finanche a quelle che arrivano dalla sua stessa maggioranza. Ora sembra che tutto si risolverà con una rotazione dei dirigenti comunali. La montagna sembra aver partorito il più classico dei topolini. Qual è la sua opinione in merito?
Ho sempre sostenuto che l’attuale amministrazione è fondata non su un programma e su un’intesa tra forze politiche, ma su una serie di accordi personali e su scambi di interesse con gruppi organizzati, accordi che hanno messo insieme persone con storie e orientamenti politici tra loro completamente diversi. Questa struttura impedisce qualsiasi variazione sostanziale dell’assetto della Giunta, che è il risultato di questi accordi e di questi equilibri, e non di scelte tecniche indirizzate all’efficienza amministrativa o al perseguimento di obiettivi politici in senso ampio. Qualsiasi cosa accada, la composizione della Giunta non potrà mai cambiare nella sua sostanza, perché è su questo, e non su altro, che la maggioranza si fonda, e ogni cambiamento dei suoi componenti la farebbe venire subito meno.
“Cosa deve ancora accadere affinché gli altri consiglieri che ancora fanno parte di questa maggioranza prendano coscienza del disastro?”
Le opposizioni finora hanno svolto fino in fondo il loro ruolo in Consiglio comunale, anche se con scarsi risultati visto che gli arroccamenti della maggioranza. Cosa a suo avviso dovrebbero ancora mettere in campo le opposizioni per risultare più incisive e magari riuscire ad anticipare la fine dell’attuale consiliatura?
Le opposizioni, come lei dice, stanno facendo tutto quello che possono. Probabilmente bisognerebbe migliorare la comunicazione per avere un impatto ancora maggiore sull’opinione pubblica, ma non è facile, anche perché una opposizione non ha i mezzi per essere presente sui media nella stessa misura in cui è presente, per esempio, il Sindaco. Quanto alla seconda parte della sua domanda, cioè cosa si può fare per anticipare la fine di questa consiliatura, è evidente che questo non dipende solo dalla opposizione. Già alcuni consiglieri comunali eletti nelle liste dell’attuale amministrazione hanno preso atto del fallimento politico-amministrativo della Giunta Servalli e ne hanno preso le distanze. Considerato lo stato attuale della città -e penso alle strade, alla situazione dell’ospedale, al mancato inserimento nel piano sanitario, all’aumento di tutti i tributi comunali, e l’elenco potrebbe continuare ancora per molto- mi chiedo cosa deve ancora accadere affinché gli altri consiglieri che ancora fanno parte di questa maggioranza prendano coscienza del disastro e si pongano il problema del futuro di Cava, oltre a quello del loro personale futuro politico.
In ogni caso, a suo avviso cosa occorre fare per mettere al più presto in campo un progetto politico alternativo, condiviso e credibile in vista delle prossime comunali, quando ci saranno?
Mi pare -e non vorrei illudermi- che questo progetto le opposizioni lo stiano creando ogni giorno con i loro interventi e le loro denunce, in consiglio comunale e tra i cittadini. Bisogna andare avanti per questa strada, pragmaticamente, tenendo presenti quali sono le emergenze che tra poco necessariamente occorrerà affrontare ed approntando le soluzioni. Per questo bisogna continuare a mettere in campo un personale politico credibile, che sia in grado di assumersi le responsabilità che verranno, e allo stesso, tempo, di dialogare con la Città per comprenderne e anticiparne le esigenze per spiegare le scelte che andranno fatte.
A suo avviso sarebbe eventualmente praticabile l’ipotesi di una proposta politica che pur senza andare contro i partiti li superi, andando oltre gli schemi classici? In altre parole, un progetto a prevalenza civica con dentro i partiti del centrodestra?
La domanda è superflua, e la risposta è sicuramente positiva. Appartengo a un movimento civico e il progetto che abbiamo presentato alle ultime elezioni con la mia candidatura andava proprio in questa direzione. Non a tutti è piaciuto, ma credo che oggi qualcuno abbia cambiato idea.
Due domande di politica nazionale. La prima. Cosa pensa della vittoria di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni come premier?
Giudico la Meloni per come si sta comportando in questi giorni di pre-incarico (l’intervista è stata rilasciata in questa settimana prima della formazione del nuovo governo, n.d.r.), e la mia opinione personale è sicuramente positiva. Sono convinto che Fratelli d’Italia smentirà tutte le preoccupazioni che alcuni sollevavano in merito alla sua cultura e ai suoi rapporti con un sistema di democrazia avanzata come è il nostro, e mostrerà il suo profilo di attaccamento alle istituzioni repubblicane. Detto questo, è chiaro che il compito che attende il nuovo governo è estremamente difficile e che la Meloni e il suo partito dovranno mostrare una leadership all’altezza della sfida.
La seconda. Premesso che lei non è stato mai un uomo di sinistra, ci dice la sua sul Pd di oggi?
Prendo la mia opinione da quelle espresse da tanti commentatori di sinistra dopo la sconfitta elettorale. Come progetto politico il partito democratico è nato già male, perché è stato costituito sull’esclusione della cultura socialista e social-democratica che, invece, in questi anni in Europa è stato il modello di sinistra vincente. A questo ha corrisposto, a livello nazionale come a livello locale, una pratica politica fondata unicamente sulla gestione del potere a tutti i costi, pratica che gli ha fatto perdere qualsiasi contatto con quelle parti di società che il PD diceva di voler rappresentare. Non è un caso che oggi come oggi da un punto di vista sociologico il Partito Democratico rappresenta soprattutto fasce ad alto reddito, imprenditori, persone con un posto nel pubblico impiego. In altri termini, una fetta di società completamente diversa da quella inscritta nella sua mission ufficiale. Del resto, non è un caso nemmeno il fatto che negli ultimi dieci anni, con il Partito Democratico costantemente al governo, i divari di reddito sono aumentati e l’ascensore sociale si è completamente bloccato.
“Dietro l’angolo c’è la svolta. E’ solo questione di tempo, il tempo che questa maggioranza impiegherà per mettere la parola fine alla propria agonia politica”
Per chiudere, cosa c’è dietro l’angolo per la nostra città oltre che per Marcello Murolo?
Dietro l’angolo c’è la svolta. E’ solo questione di tempo, il tempo che questa maggioranza impiegherà per mettere la parola fine alla propria agonia politica. Poi ovviamente, bisognerà costruire ripartendo dalle macerie, e questa sarà una grande sfida. Mi riferisco non solo alle macerie amministrative, ma anche alle lacerazioni politiche che la pratica consociativa praticata da questa maggioranza a scopi elettorali lascerà sul campo quale ulteriore eredità negativa. Per candidarsi ad amministrare, le opposizioni di oggi dovranno mettere a fuoco una strategia precisa che permetta di uscire dalla attuale situazione di crisi strutturale, e poi dovranno riuscire a rassicurare l’elettorato sul fatto che saranno in grado di attuarla con una capacità di governo adeguata. Soprattutto dovranno fare proprio un modello di sviluppo della città che esca dagli steccati del giorno per giorno e sappia guardare avanti, in modo da restituire a Cava quel ruolo di protagonista che ha avuto in passato. Questa è la visione riformista alla quale credo, e su questo, come ho detto, sono ottimista. Penso poi che bisogna sollecitare e coinvolgere il più possibile forze nuove, soprattutto giovani, per assicurare l’energia necessaria alla realizzazione di un simile programma e intercettare le esigenze di una società in evoluzione sempre più accelerata. Quanto a Marcello Murolo, faccio parte di un gruppo politico che, a sua volta, fa parte di una coalizione più vasta. Non credo di poter essere smentito se dico che per me la politica non è professionismo né personalismo, ma passione e impegno civile. Le decisioni le prenderemo insieme nell’interesse della città.