Bolletta energetica scende a 36,1 miliardi di euro (2,2% Pil); calo del 36,9% del prezzo del barile di petrolio in euro
La ripresa avviata nel 2015 è accompagnata dalla discesa dei tassi di interesse, del prezzo del petrolio e dall’indebolimento del cambio: nei primi dieci mesi del 2015 il prezzo in euro del barile di Brent è sceso del 36,9%; secondo la valutazioni della Commissione europea della scorsa settimana il prezzo del petrolio dovrebbe stabilizzarsi nel 2016, con una quotazione prevista di 47,9 euro/barile, in riduzione del 2,2% rispetto al 2015.
L’ampia riduzione del prezzo dell’energia importata ha intensificato il contenimento della bolletta energetica. Ad agosto 2015 il saldo del commercio estero dell’Energia cumulato negli ultimi dodici mesi scende a 36.138 milioni di euro, risultante da 13.855 milioni di esportazioni e di 49.993 milioni di importazioni. In un anno l’import di Energia diminuisce del 20,8% determinando un miglioramento del saldo del commercio estero del 24,0%, in valore assoluto pari a 11.416 milioni di euro; in rapporto al Pil il saldo scende al 2,2% -livello prossimo a quello registrato nel 2004 – e in riduzione di 0,7 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima.
La riduzione dell’import di energia avviene con ritmi differenziati per area geografica fornitrice, determinando modifiche significative nelle quote dell’import. Nei primi sette mesi del 2015 si registra una crescita di 4,4 punti della quota dell’import di petrolio e gas naturale proveniente dai paesi dell’Africa e di 0,7 punti per l’Europa extra Ue mentre scende di 2,7 punti la quota dell’America settentrionale, di 1,9 punti la quota del Medio Oriente e di 1,1 punti la quota dell’America centro meridionale; nel complesso il peso delle forniture dall’America si riduce di 3,9 punti.
In conseguenza a questi andamenti nei primi sette mesi del 2015 l’Africa torna ad essere la prima area fornitrice di petrolio e gas dell’Italia con il 28,7% dell’import totale, seguita dai Paesi europei extra Ue con il 27,5%, dal Medio Oriente con il 27,4%, dall’Ue a 28 con il 9,1%, dall’Asia centrale con il 5,6% e dall’America con l’1,6%.
Considerando i maggiori Paesi fornitori di petrolio e gas naturale si osserva una crescita del peso sull’import italiano di energia per Libia (+2,8 punti) e Iraq (+2,5); in salita anche i Paesi Bassi e il Gabon (entrambi con +1,1 punti). All’opposto si registrano le più ampie riduzioni della quota di import per Canada (-2,9 punti) e Azerbaigian (-2,2 punti) a cui seguono le riduzioni per le quote di Qatar e Algeria (entrambi con -1,1 punti) e Arabia Saudita (-1,0 punti). (fonte Confartigianato – foto Angelo Tortorella)