Pietro Torrigiano: lo scultore che spaccò il naso di Michelangelo
La storia dell’arte rinascimentale ci ha consegnato molti artisti di notissima fama: Michelangelo, Raffaello, Botticelli, Caravaggio, il Perugino e non solo. Molti altri, invece, vivono una condizione di misconoscenza, privati della notorietà che meriterebbero.
Lo scultore Pietro Torrigiano è tra questi, la cui vita tumultuosa è avvolta per lunghi tratti dall’oscurità. La fonte più corposa deriva dagli scritti di Giorgio Vasari, primo storico dell’arte alla corte dei Medici.
Pietro Torrigiano, o Torrigiani, nacque a Firenze nel 1472 e frequentò la corte di Lorenzo il Magnifico.
Era un artista zelante e uomo dall’istinto brutale che mal sopportava Michelangelo per via delle sue provocazioni e delle sue aspre critiche. Fu una burla di troppo ad infiammare il Torrigiano e ad animarlo a tal punto da sferrargli un pugno poderoso. Le conseguenze vi furono per entrambi: il Buonarroti da quel momento in poi dovette convivere con un naso storpiato – come testimoniato da alcuni suoi autoritratti – ed al Torregiani toccò l’esilio.
Fu così che la sua vita si disperse tra Inghilterra, Paesi Bassi e Spagna. Il suo estro gli consentì una discreta fama: realizzò il busto in marmo del Papa Rodrigo Borgia e la tomba dei genitori del re Enrico VIII, tuttora esposta nell’Abbazia di Westminster. Tra i due lavori ebbe anche una fugace esperienza come mercenario per Cesare Borgia.
In Spagna, il Duca D’Arcos gli commissionò la realizzazione di una statua della Vergine promettendogli una grossa somma di denaro. Il Torrigiano, certo che questo lavoro gli avrebbe svoltato la vita, portò a compimento l’opera. Il committente lo retribuì con un importante gruzzolo di maravedìs; una moneta spagnola che, però, aveva poco valore.
Dopo aver fatto convertire la somma, si rese conto che il suo impegno era stato sottopagato. Sentitosi raggirato, afferrò lo scalpello e distrusse l’opera da lui stesso realizzata. Il Duca denunciò alla santa inquisizione il Torrigiano, che fu bollato come eretico e condannato per blasfemia.
Le informazioni sugli ultimi anni di vita del Torrigiano sono frastagliate, pare che si lasciò morire di fame in carcere nel 1522. Si concluse così la storia di un uomo e di un artista tanto brillante quanto imprevedibile.