Il chiostro benedettino dell’Abbazia cavese ospita “Eternity”, una serata di pura cultura
Sono le suggestioni del chiostro benedettino dell’Abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni ad ospitare “Eternity”, una serata di pura cultura ideata da Vito Pinto e inserita nel ciclo dei “Grandi Interpreti alla Badia” organizzati dalla locale Azienda di Soggiorno e Turismo.
“Eternity”, dunque, per il sito che ospita l’evento perché da mille anni è luogo di grande spiritualità, “eternity” per il percorso che si svolgerà durante la serata: un viaggio nella pittura di Rosanna Di Marino, accompagnato dalla lettura di brani della Divina Commedia e musiche al pianoforte.
L’opera, di oltre tre metri per due, composta da dodici tele di varie dimensioni, è un equilibrio di quadri in concorso su un unico tema, da poter scomporre con ordine o intenzionalmente, da leggere, nella sua completezza, come una navigazione spirituale di un’anima in cerca di approdi.
Per questo l’abbinamento con la poesia del Sommo Poeta, quella che porta il “fiorentino” e tutti i lettori di ogni tempo, all’interno di un mondo ove solo le anime possono accedere. Ecco l’eccezionalità della serata: un viaggio all’interno dell’opera pittorica guidato da Vito Pinto, giornalista, cui si accompagnano gli attori Carolina Damiani e Giuseppe Basta in una lettura, o meglio, una recitazione di appropriati brani della Divina Commedia. L’opera pittorica, infatti, sarà letta nell’ottica delle cantiche dantesche, come un viaggio dell’anima attraverso l’Inferno, il Purgatorio e, infine, il Paradiso. A raccordare il tutto le musiche struggenti del maestro Marco Volino, eseguite dall’autore al pianoforte. Un’armonica distribuzione di cultura, dunque, tra pittura, poesia e musica, un’operazione di un giusto rapporto tra arti, tutte autonome, ma unite dal loro essere parte di un unico concetto di cultura vera, raccontata in un luogo di eterna spiritualità.
A questa opera di grande passionalità e spiritualità Rosanna Di Marino è arrivata dopo altre, intense esperienze e approcci di silenziosa lettura di un intimo, alla ricerca di personali emozioni da offrire ad altrui fruizioni. Alla fine l’opera è un concorso di armonia, dove la lettura si scinde in un crescendo di ricerca di quella sublimazione dell’anima così necessaria a chi, nei vari ruoli della cultura, vuole trasmettere messaggi non fatui, al di fuori delle mode, capaci di resistere all’usura del tempo.
Ed è il gioco dell’immaginifico, il fascino sottile, sospeso tra movenze di mani di pittrici sulla tela e articolazioni di dita sulla tastiera a vibrazione di suoni penetranti nel proprio intimo, in accordo con voci recitanti che esaltano cadenzate emozioni poetiche. Sono palpiti d’amore mai sopiti, ai quali si alimenta il grande respiro dell’universo. Ecco perché “Eternity”, ecco perché un chiostro benedettino ove da mille anni il lavoro si fa preghiera e la preghiera si fa strada per l’eternità.