Vannacci, Riondino e la cagnara della politica
Una grandissima cagnara, dove ognuno cerca di spararla più grossa
Un tempo la politica era paludata e noiosa. Oggi, invece, come potremmo definirla? Una cagnara? Forse sì. Una grandissima cagnara, dove ognuno cerca di spararla più grossa. Ultime sparate, in ordine di tempo, quelle del generale Vannacci, candidato alle prossime europee con la Lega. In un’intervista ha detto di tutto e di più. Incommentabile. Sono tante le corbellerie inanellate dal generale caro a Salvini da mettere in imbarazzo persino gli stessi esponenti della Lega. E’ stata una corsa a prendere le distanze. Oddio, forse dovrebbero prendere le distanze da Salvini, ma questo è un altro discorso. Un’altra sparata è quella di un non addetto ai lavori. Si tratta di un attore. Pure bravo: Michele Riondino. Ha festeggiato il 25 aprile sui social con un post dove viene riproposta una vecchia foto di Ignazio La Russa, ora presidente del Senato, mentre è in posa con un mazzo di fiori e una gigantografia di Benito Mussolini. Peccato che l’abbia messa a testa in giù. Un chiaro riferimento a piazzale Loreto. Foto accompagnata da parole di fuoco contro il governo Meloni e i suoi esponenti: «Non ci sono più i fascisti di una volta. Solo pecore». Incommentabile, pure Riondino. Certo, sia Vannacci che Riondino hanno diritto alle loro idee. C’è da chiedersi se però siano un bene per la politica e per il Paese. Noi pensiamo di no.