Strage di Bologna, un tentativo per delegittimare la Meloni
Un tentativo a dir poco deprecabile. Nessuno a destra, per quello che si sa, mette in discussione la matrice neofascista di quell'attentato, così come sentenziato dai giudici
Ieri, dal palco per la commemorazione della Strage di Bologna del 2 agosto, il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime ha affermato che le «radici dell’attentato affondano nella storia del postfascismo italiano», in organizzazioni che «oggi figurano a pieno titolo nella destra italiana di Governo». Tradotto vuol dire che nell’attuale governo Meloni ci sono esponenti stragisti. E’ un’affermazione di una gravità inaudita. Peggio ancora perché condivisa dal Pd. In breve, è questo il solito e ormai un po’ stantio tentativo di delegittimare la Meloni, il suo partito e il suo governo eletto democraticamente dagli italiani. Un tentativo a dir poco deprecabile. Nessuno a destra, per quello che si sa, mette in discussione la matrice neofascista di quell’attentato, così come sentenziato dai giudici. E allora che senso hanno queste parole? Semplicemente un modo per continuare a dividere il Paese ma anche un’operazione per contrastare l’attuale governo. Molto probabilmente, però, così facendo a trarne vantaggio sarà proprio la Meloni. Politicamente ed elettoralmente.