Stiamo tornando alla caccia all’ebreo?
Preoccupa che questi sentimenti di pace, di pietà e di solidarietà per il popolo palestinese si tramutino in troppe occasioni in odio contro gli ebrei
Nel mondo, a partire dal nostro Paese fino agli Stati Uniti d’America, cresce giustamente la protesta contro le operazioni militari di Israele nella Striscia di Gaza. Preoccupa, però, che questi sentimenti di pace, di pietà e di solidarietà per il popolo palestinese si tramutino in troppe occasioni in odio contro gli ebrei. Sono sempre più numerosi, infatti, gli episodi di violenza rivolti contro il popolo ebraico. In qualche caso, siamo ormai ad una vera e propria caccia all’ebreo. Fatti che portano alla mente altre persecuzioni ben più gravi che appena pochi decenni fa fecero vittime milioni di ebrei. Ne abbiamo avuto, purtroppo, la riprova in questi giorni. E’ il caso di Milano. Il pacifico e straordinario corteo del 25 aprile è stato turbato dall’assalto di 10 nordafricani alla Brigata ebraica. Peggio, forse, quello che poi è avvenuto a Roma. Un gruppo di studenti ha contestato davanti alla sede dell’emittente televisiva La7 il giornalista di origine ebraica David Parenzo. L’accusa è stata quella di aver manifestato insieme alla Brigata ebraica, da cui secondo i giovani sarebbero partiti sassi e bombe carta. I giovani si erano già scontrati con Parenzo lo scorso marzo. In quell’occasione avevano tentato di impedire lo svolgimento di un incontro a cui lo il giornalista televisivo era stato invitato a partecipare alla Sapienza. Tutto ciò è intollerabile e va contrastato senza riserva alcuna. In gioco ci sono valori fondamentali come la libertà di espressione e il rispetto della dignità della persona, senza distinzione di sesso, di razza, di religione… Principi sanciti dalla nostra Costituzione a garanzia di tutti. A maggior ragione degli ebrei e dei palestinesi. Di ieri e di oggi.