scritto da Pasquale Petrillo - 08 Marzo 2025 08:50

Risarcire l’illegalità

E' scontato che il soccorso il mare sia un dovere, ma che dei migranti clandestini debbano essere anche risarciti sembra davvero troppo. Di sicuro, i giudici hanno sentenziato in punta di diritto, tuttavia, le perplessità restano

foto Giovanni Armenante

Le sentenze dei giudici vanno rispettate. Su questo non c’è ombra di dubbio. Non farlo significa minare quello che si chiama ordine costituito. Ciò non vuol dire che non si possano discutere. E’ il caso della sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito il risarcimento dei migranti da parte del Governo per aver impedito lo sbarco. E’ la vicenda della famosa nave Diciotti. Siamo ai tempi del governo gialloverdi presieduto da Conte. All’epoca l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini costrinse i migranti a rimanere a bordo tra il 16 al 25 agosto del 2018. Non entriamo nel merito di una vicenda molto discutibile, ma come non restare perplessi rispetto a quest’ultima sentenza? E’ scontato che il soccorso il mare sia un dovere, ma che dei migranti clandestini debbano essere anche risarciti sembra davvero troppo. Di sicuro, i giudici hanno sentenziato in punta di diritto, tuttavia, le perplessità restano. E non importa se il risarcimento è di pochi spiccioli o meno. E’ una questione di principio. A questo punto sembra proprio che si debba risarcire anche l’illegalità. «Il governo dovrà risarcire – con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse – persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano. Confesso che dover spendere soldi per questo, quando non abbiamo abbastanza risorse per fare tutto quello che sarebbe giusto fare, è molto frustrante», ha dichiarato la premier Meloni. Con tutto il rispetto dovuto ai giudici, è difficile non darle ragione.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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