scritto da Pasquale Petrillo - 15 Maggio 2024 08:51

Meloni, Segre, Mussolini e la legge Acerbo

La questione della stabilità dell'esecutivo si risolve mettendo mano innanzi tutto alla legge elettorale. Questo vorrebbe dire cassare una volta per tutte le liste bloccate e tornare ad un sistema elettorale che premi i deputati espressione del territorio

foto Giovanni Armenante

Ieri la senatrice a vita Liliana Segre in un intervento in Senato ha definito la legge sul premierato voluta dalla Meloni peggiore della legge Acerbo. L’accostamento è a dir poco sinistro. La legge Acerbo fu voluta da Benito Mussolini per assicurare al Partito nazionale fascista una forte maggioranza parlamentare. Poi, si sa come andarono le cose. Forse l’accostamento della Segre è eccessivo, tuttavia, questa riforma del premierato appare un pericoloso pasticcio. La questione della stabilità dell’esecutivo si risolve mettendo mano innanzi tutto alla legge elettorale. Questo vorrebbe dire cassare una volta per tutte le liste bloccate e tornare ad un sistema elettorale che premi i deputati espressione del territorio. Una reintroduzione delle preferenze con un sistema proporzionale, con uno sbarramento dal 4 o al 5%, potrebbe essere la soluzione ideale. In subordine, un sistema elettorale basato sui collegi uninominali a doppio turno. Magari alla francese, che ammette al ballottaggio anche il terzo dei candidati meglio piazzati al primo turno. Solo così potrebbe essere poi introdotta una normativa di rafforzamento delle prerogative del premier. Senza alterare l’attuale equilibrio dei poteri. Tutto ciò, però, la riforma del premierato della Meloni non lo prevede, anzi, intacca gli attuali equilibri costituzionali. In conclusione, la Segre, con pacatezza e lucidità, ha colpito nel segno.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.