La morte di Armita Geravand, un’altra vittima degli ayatollah
Ora un'altra bruttissima storia. Questa è la brutalità del regime iraniano, che intanto soffia sul fuoco del terrorismo islamico per annientare lo stato di Israele e domani, potendo, tutto ciò che rappresenta il l'Occidente
Dopo essere stata per 28 giorni in coma, è morta in Iran Armita Geravand: era stata picchiata dalla «polizia morale». Il motivo scatenante l’aggressione era che non indossava il velo. Un’altra terribile vicenda dopo quella di poco più di un anno fa capitata a Mahsa Amini, per la quale ci furono mesi di proteste che misero in grande difficoltà il dispotico governo teocratico di Teheran. Ora un’altra bruttissima storia. Questa è la brutalità del regime religioso degli ayatollah. Lo stesso che soffia sul fuoco del terrorismo islamico per annientare lo stato di Israele e domani, potendo, tutto ciò che rappresenta il l’Occidente. I suoi valori. I suoi costumi. Le sue leggi. La sua democrazia. Oggi tocca ad Israele, domani anche a noi. Questo dovremmo capire tutti in Occidente, soprattutto nel nostro Paese. Hamas e l’Iran sono nemici della pace, della libertà, della nostra democrazia. Sono i nostri nemici. Altro che Israele, fermo restando la richiesta di fermare la guerra e la difesa sacrosanta dei diritti del popolo palestinese a vivere dignitosamente in pace e in piena autonomia.