Brutte storie finora occultate
Il periodico on-line “Roba da donne” ha pubblicato, qualche giorno dopo la festa della donna, un servizio che ha portato alla ribalta episodi di violenze ai danni delle suore, finora occultati.
Nella maggior parte dei casi si tratta di violenze tutt’altro che sporadiche, che le stesse vittime hanno tenuto nascoste sia per comprensibile senso di riservatezza e di vergogna, sia per la paura di ritorsioni da parte dei responsabili, quasi tutti prelati delle strutture vaticane o periferiche, anche di altri paesi.
Quando si parla di questo argomento, molti, forse con faciloneria, attribuiscono questi episodi alla regola in base alla quale i sacerdoti cattolici non possono contrarre matrimonio cosa che in altri riti non è vietata, come non è vietata in alcuni paesi.
A tal proposito è utile sapere che l’Apostolo Paolo, in una lettera diretta ai cristiani di Corinto dichiara: “Se ti sposi non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato”.
Ma dice anche: “Chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito”.
Comunque il forzato celibato del clero risulta spesso contestato e divisivo, il che danneggia il cattolicesimo e sembra porti alle forme di violenza di cui parliamo, delle quali molte religiose sono vittime.
In teoria non dovrebbe essere così: la scelta di diventare sacerdote è libera, come è libera la scelta di non esserlo più, ma tra la teoria e la pratica c’è una bella differenza, probabilmente i sacerdoti che fanno queste cose trovano comodo servire Dio e Mammona come diceva Gesù (Luca 16,9 – 15).
Sta venendo allo scoperto questo altro scandalo che riguarda decine di suore violentate da uomini del clero e che potrebbe travolgere il mondo ecclesiastico.
La teologa e filosofa tedesca Doris Reisinger, ex suora della famiglia spirituale Das Wer, ha pur’essa testimoniato di aver subito violenze, e asserisce che nel mondo sarebbero 75 mila le religiose che potrebbero aver subito violenze sessuali, a volte per anni; lo ha rivelato a Repubblica qualche tempo fa, precisando che, secondo una indagine condotta negli USA nel 1998, almeno una suora su tre avrebbe subito durante la vita monastica, una forma di abuso, il 12,5% uno stupro.
Anche lei dice che il Vaticano deve finalmente agire; frattanto da vittima è riuscita a liberarsi delle conseguenze di quelle violenze.
È stata una lunga strada, ha detto. “Ciò che mi ha salvato la vita è stato il fatto che c’era qualcuno nella comunità con cui potevo parlare e che ha risposto immediatamente e: quello che ti è successo è orribile, non sarebbe mai dovuto succedere e anche tu potevi fare qualcosa al riguardo, potevi denunciarlo”.
“È stato incredibilmente importante per me ascoltarlo. Ho avuto la fortuna di aver studiato perché ciò significava che avrei potuto ritrovare l’indipendenza intellettuale. E ho avuto una borsa di studio che mi ha reso autosufficiente anche economicamente. Fu così che riuscii a scappare”.
Il “pressing” esercitato da alcune vittime ha ottenuto qualche risultato; a gennaio, il teologo austriaco Hermann Geissler si è dimesso dalla carica di capo dello staff della Congregazione per la dottrina della fede, l’organismo vaticano che indaga sulle denunce di aggressioni all’interno della Chiesa cattolica: il vigilante su tali nefandezze era quello che pure le commetteva; ma la sua partenza è avvenuta dopo che sono stati resi pubblici i resoconti di una suora sui ripetuti stupri da lui commessi.
Mentre la Chiesa cattolica è scossa ora dalle continue denunce di abusi sessuali da parte del clero in tutto il mondo, Papa Francesco ha, per la prima volta, riconosciuto lo stupro di suore da parte del clero, affermando che il Vaticano deve fare di più per prevenire le aggressioni.
(segue)