scritto da Nino Maiorino - 11 Ottobre 2023 07:03

Storiacce, la strage di Pittsburg

Pittsburgh è una città degli USA di circa 300.mila abitanti, (2,4 milioni nell’area metropolitana), capoluogo della Contea di Allegheny in Pennsylvania.

La città, che venne collocata nel 2015 fra le città più vivibili del mondo, sorge nella parte sud-occidentale della Pennsylvania e si è sviluppata attorno a the Point (la punta), il luogo dove i fiumi Allegheny e Monongahela confluiscono a formare il fiume Ohio, e dove fu costruito l’originario insediamento francese di Fort Duquesne.

 

Pittsburgh è una città a tradizione multi-religiosa, avendo ospitato già nell’Ottocento diverse congregazioni ebraiche

Tra il 1901 e il 1917, durante il rabbinato di Leonard J. Levy, la congregazione riformata Rodef Shalom conobbe un’era di grande crescita, triplicando i suoi membri: la sinagoga che era stata appena inaugurata nel 1900 era già insufficiente e fu venduta alla chiesa presbiteriana mentre si metteva mano al progetto di un più ampio luogo di culto.

Nel 1907 la congregazione inaugurò il suo nuovo tempio, opera dell’architetto locale Henry Hornbostel: l’edificio divenne subito celebre per la sua grandiosa architettura e le sue vetrate in stile Beaux-Arts, stile architettonico neoclassico insegnato all’École des BeauxArts di Parigi.

L’edificio ha una enorme vetrata che domina la facciata, entro l’elaborata cornice architettonica Beaux-Arts del portale con al centro il simbolo della menorah, la lampada ad olio a sette braccia che simboleggio i sette giorni della creazione del mondo.

L’interno è una grande sala racchiusa sotto l’enorme cupola che culmina con un lucernaio a vetrata. Il design integrato incorpora sui due lati laterali altre sei altissime vetrate (3 per lato), di cui quattro con scene figurative, opera di William Willet.

Nel 1907 sopra l’arca santa fu installato un organo Kimball, il più grande del suo genere ancora in uso. Il santuario del tempio contiene più di 900 persone nella sala e 300 nella galleria sopra l’ingresso. Oggi Pittsburgh, nota fra l’altro anche come “la città dei ponti” per l’alto numero di strutture che attraversano i fiumi Allegheny, Monongahela e Ohio, ospita anche altre sinagoghe.

Ma, così come la città e la sua popolazione hanno sempre convissuto in un clima di multi-religiosità, c’è sempre qualche minoranza di persone intolleranti nei confronti delle altre religioni e, nel caso specifico, nei confronti degli ebrei, tant’è che Pittsburgh è anche tristemente nota come la città della “strage della sinagoga”.

Domenica 28 ottobre 2018 un uomo armato, identificato come Robert Bowers, 46 anni, antisemita ed estremista di destra, entrò in una delle sinagoghe di Pittsburgh sparando sui fedeli convenuti per i riti del sabato: prima che la polizia riuscisse a catturarlo  ci furono almeno 11 morti.

Entrando nella sinagoga Bowers urlò: «Tutti gli ebrei devono morire» (Corriere.it, 27 ottobre 2018).

La sinagoga della strage

Il killer era armato con un fucile stile AR-15 ed era in possesso di diverse pistole.

Al momento della sparatoria, la sinagoga di Pittsburgh era piena di gente perché erano in corso tre servizi religiosi per lo shabbat: nella religione ebraica lo Shabbat è la festa del riposo, che è celebrata ogni sabato.

Lo ha confermato Michael Eisenberg, ex presidente della Congregazione “Albero della vita” cui appartiene la sinagoga.

Praticamente nella sinagoga in quel momento vi erano un centinaio di persone.

Colpisce la considerazione che nelle funzioni religiose le porte della sinagoga possono essere chiuse, ma nessuno prevedeva che qualcuno avesse potuto invadere il locale e fare una strage, perché non c’erano stati precedenti, né segnali di pericolo; per queste ragioni, anche se le autorità lo avessero sempre sconsigliato, la sinagoga era rimasta aperta.

Nonostante il limitato numero di persone presenti il killer fece sei feriti e undici morti, tre donne e otto uomini, tutti figli di Satana secondo Bowers:

  • Joyce Fienberg, 75 anni;
  • Richard Gottfried, 65;
  • Rose Mallinger, 97;
  • Daniel Stein, 71;
  • Melvin Wax, 87;
  • Irving Younger, 69;
  • Jerry Rabinowitz, 66;
  • la coppia Bernice Simon, 84;
  • e Sylvan Simon, 86;
  • i fratelli Cecil Rosenthal, 59;
  • David Rosenthal 54.

Dopo la strage Bowers uscì e tentò di scappare, ma si scontrò con la Polizia che frattanto era intervenuta, e rimase ferito, insieme a tre agenti.

la polizia, al vedere lo spettacolo che le si presentò nella sinagaoga, rimase sconvolta, tant’è che il direttore della sicurezza, Wendell Hissrich dichiarò: ”Una delle peggiori scene che abbia mai visto; in passato sono stato anche in luoghi di sciagure aeree, ma una scena così non l’aveva mai vista”.

L’orrore di quella strage scosse tutto il mondo, fu unanime la esecrazione, a partire da Donald Trump, allora Presidente degli USA, il quale dichiarò: Donald J. Trump (@realDonaldTrump)

«Gli eventi di Pittsburgh sono molto più devastanti di quanto si pensasse inizialmente. Ho parlato con il sindaco e il governatore per informarli che il governo federale è stato e sarà al loro fianco fino in fondo. Parlerò presto ai media e rilascerò ulteriori dichiarazioni alla Future Farmers of America.»

Robert Bowers, il 3 agosto scorso è stato condannato alla pena capitale dalla Giuria federale.

I dodici membri della giuria hanno votato all’unanimità a favore della pena di morte per Bowers che è stato riconosciuto colpevole di aver compiuto 11 omicidi nella sinagoga di Pittsburgh, con l’aggravante di atto antisemita; l’attenuante della schizofrenia non è stata presa in considerazione da nessuno dei dodici giurati.

Uno dei temi centrali del processo, infatti, è stata la schizofrenia dell’imputato, una patologia accertata da uno psichiatra forense che ha parlato con Bowers in una serie di incontri, per un totale di quaranta ore.

Il killer gli aveva parlato di una guerra apocalittica che Satana voleva portare avanti attraverso il popolo ebraico.

Alla lettura del verdetto familiari delle vittime e membri delle congregazioni si sono abbracciati.

Ma non tutti sono convinti che la pena di morte chiuda il cerchio.

Abraham Bonowitz, direttore di Death Penalty Action, Associazione no-profit che si oppone alla pena capitale, sostiene che la condanna a morte di Bowers finirà per farne un modello per altri assassini. “Invece di consegnarlo all’oscurità -ha commentato al New York Times- questo terrorista razzista e antisemita guadagnerà notorietà come martire per altri a cui è piaciuto ciò che ha fatto”.

L’appello alla sentenza è quasi certo e allungherà i tempi del processo, forse per anni: “Questo -aggiunge Bonowitz- finirà per riaprire la ferita e farlo più volte”.

Per il killer della strage di Pittsburgh si va verso il processo d’appello.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.