scritto da Nino Maiorino - 11 Ottobre 2017 09:15

Papa Francesco e l’opposizione fondamentalista tra le mura leonine

foto Angelo Tortorella

Eresia è un termine religioso e teologico che indica una dottrina considerata deviante da un movimento religioso. Il termine “Eresia”, assente nei vangeli canonici, compare negli Atti degli apostoli per indicare varie scuole (o sette) come quelle dei Sadducei, Cristiani e  Farisei. In greco antico e in ebraico questo termine non possedeva, originariamente, alcuna caratteristica denigratoria.

Fuori dall’ambito religioso, viene utilizzato per indicare un’opinione o una dottrina  filosofica, politica, scientifica o persino artistica in disaccordo con quelle generalmente accettate come autorevoli.

LE 7 ERESIE DI PAPA FRANCESCO – Veniamo ora ad esaminare quali sarebbero, secondo i sottoscrittori della lettera, gli errori commessi da Papa Francesco nella sua enciclica.

In questa sede interessa esaminare le sette presunte false affermazioni per le quali Papa Francesco è accusato di eresia; ma una puntigliosa elencazione degli argomenti potrebbe diventare, oltre che noiosa, poco comprensibile a chi non ha dimestichezza con la teologia e i suoi termini; preferiamo, pertanto, riassumere gli argomenti, in base a ciò che la stampa specializzata ha scritto in proposito. Nella lettera, scritta in latino, dal titolo (tradotto) “Correzione filiale in ragione della propagazione di eresie”, si asserisce che il papa ha sostenuto 7 posizioni eretiche, riguardanti il matrimonio, la vita morale e la ricezione dei sacramenti.

Essa si compone di tre parti: nella prima parte, i firmatari spiegano di avere il diritto e il dovere, in qualità di cattolici credenti e praticanti, di rivolgere una tale correzione al pontefice in quanto la legge della Chiesa richiede che persone competenti non rimangano silenti quando i pastori della Chiesa disorientano il gregge. Ma ciò non comporta nessun conflitto con il dogma cattolico dell’infallibilità papale, dal momento che il papa deve attenersi a dei criteri ben precisi prima che le sue affermazioni siano considerate infallibili. Papa Francesco non si sarebbe attenuto a questi criteri e non ha dichiarato che le sue posizioni, ritenute eretiche, siano da essere considerate insegnamento non definitivo della Chiesa o che i cattolici debbano crederle con un assenso di fede.

La seconda parte della lettera contiene la “Correzione” propriamente detta; in essa si redige una lista di passaggi di “Amoris laetitia “ in cui si insinuano o si incoraggiano posizioni eretiche; è una lista di parole, atti e omissioni di Papa Francesco i quali rendono chiaro che il papa desidera un’interpretazione dei suddetti passaggi da parte dei cattolici in una maniera che, di fatti, è eretica. In particolare, direttamente o indirettamente, il papa ha permesso che si credesse che l’obbedienza alla Legge di Dio possa essere impossibile o indesiderabile e che la Chiesa talvolta dovrebbe accettare l’adulterio in quanto compatibile con l’essere cattolici praticanti.

La parte finale, con il titolo “Delucidazione”, espone due cause di questa crisi: una è il “Modernismo”.

Il “Modernismo”, teologicamente parlando, sostiene che Dio non ha consegnato verità definite alla Chiesa tali che essa debba continuare ad insegnarle esattamente nello stesso senso fino alla fine del tempo. I modernisti ritengono che Dio comunichi al genere umano solo esperienze, sulle quali gli essere umani possono riflettere e così dichiarare cose varie circa Dio, la vita e la religione: ma tali dichiarazioni sono solo provvisorie, mai dogmi fissi. Il Modernismo fu condannato dal Papa S. Pio X all’inizio del XX secolo, ma riemerse durante la metà dello stesso secolo. La grande e continua confusione causata dal Modernismo nella Chiesa Cattolica obbliga i firmatari a indicare, in contrasto con il pontefice, il vero significato di “fede”, “eresia”, “rivelazione” e “magistero”.

La seconda causa della crisi è l’apparente influenza delle idee di Martin Lutero su Papa Francesco. La lettera mostra come Lutero, fondatore del Protestantesimo, abbia idee su matrimonio, divorzio, perdono e legge divina che corrispondono a quelle che il papa ha promosso mediante parole, atti e omissioni. Si mette in evidenza anche la lode esplicita e senza precedenti attribuita da Papa Francesco all’eresiarca tedesco come deleteria.

I firmatari non si azzardano a giudicare il grado di consapevolezza con il quale Papa Francesco ha propagato le 7 eresie: ma insistono che egli condanni queste eresie, da lui sostenute direttamente o indirettamente e concludono professando la loro lealtà alla Santa Chiesa Romana, assicurano al Papa le loro preghiere e chiedono la sua benedizione apostolica: è singolare tale atteggiamento di chi prima dice pesta e corna del papa e poi implora sua la benedizione.

VALORE DELL’ENCICLICA – Ma qual è il valore di una enciclica? Può essa modificare i sacri testi? Assolutamente no, in quanto ciò avviene unicamente quando il papa parla “ex cathedra”, esercitando in tal modo il dogma dell’infallibilità papale in base al quale, solo in tale circostanza, il papa non può sbagliare; riveste così il ruolo di dottore o pastore universale della Chiesa e, esercitando il “ministero pietrino”, proclama un nuovo dogma o definisce una dottrina in modo definitivo: come, ad esempio, la proclamazione del dogma dell’Immacolata concezione della Beata Vergine Maria, che venne riconosciuto e proclamato da Papa Pio XI, con la bolla “Ineffabilis  Deus”, solo l’8 dicembre 1854.

Una tempesta in un bicchier d’acqua, dunque?

Non diremmo: questo episodio è una delle tanti fasi, questa volta palese, della durissima guerra che si sta combattendo tra Papa Francesco, che anela a “modernizzare la chiesa” e a portarla verso il popolo di Dio, e il nutrito gruppo di suoi oppositori fondamentalisti intransigenti che si ispirano all’ortodossia e vedono male l’operato e le aperture del Papa.

Viene da chiedersi: solo per il pio desiderio di preservare la Chiesa all’interno delle mura leonine a o invece per il desiderio di mantenere ancora un potere che sentono giorno dopo giorno scardinarsi?

AI posteri…

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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