Il Natale è la festa più sentita in tutto il mondo. Negli anni ha assunto anche un significato laico, legato allo scambio di regali, alla famiglia e a figure del folclore come Babbo Natale. Senza dimenticare la tradizione del presepe, di origine medioevale, e l’addobbo dell’albero, che si è diffusa successivamente a partire dal Nord Europa.
La data del 25 è, in realtà, puramente simbolica: non si conosce la data esatta della nascita di Gesù, i Vangeli non ne fanno menzione. Con tutta probabilità venne fissata nel 440 d.C. al 25 dicembre per sostituire la festa del Natalis Solis Invicti (“Sole invitto”) con la celebrazione della nascita di Cristo. Secondo tale ipotesi, il Natale sarebbe dunque il più eclatante caso di cristianizzazione della preesistente festa pagana.
Andiamo, dunque, a dare uno sguardo alle origini precristiane del Natale. Invitto era un appellativo religioso usato per alcune diverse divinità nel tardo Impero romano: Helios, El-Gabal, Mitra oltre che per il dio Marte.
Il Sol Invictus, inoltre, compare come divinità associata al culto di Mitra. Il culto acquisì importanza a Roma per la prima volta con l’imperatore Eliogabalo che fece costruire un tempio dedicato alla nuova divinità sul Palatino.
In seguito, nel 274, Aureliano ufficializzò il culto solare, edificando un tempio sulle pendici del Quirinale e creando un nuovo corpo di sacerdoti (pontifices solis invicti). L’adozione del culto del Sol Invictus fu voluta da Aureliano quale elemento di coesione dato che, in varie forme, il culto del Sole era presente in tutte le regioni dell’impero. Anche molte divinità greco-romane, come Giove e Apollo, erano identificate con il sole. Inoltre, come riferisce Tertulliano, molti credevano che anche i cristiani adorassero il sole.
Aureliano consacrò il tempio del Sol Invictus verso la fine del 274, il 25 dicembre, e una festa chiamata Dies Natalis Solis Invicti, “Giorno di nascita del Sole Invitto”, facendo del dio-sole la principale divinità del suo impero e indossando egli stesso una corona a raggi. La festa del Dies Natalis Solis Invicti divenne via via sempre più importante in quanto si innestava sulla festa romana più antica, i Saturnali.
La prima testimonianza della celebrazione del Natale cristiano successiva risale al 380 grazie ai sermoni di san Gregorio di Nissa. La festa del Natale di Cristo, infatti, non è riportato nei più antichi calendari delle festività cristiane e anche in seguito veniva celebrato in date estremamente differenti tra loro.
Anche l’imperatore Costantino sarebbe stato un cultore del Dio Sole, in qualità di Pontifex Maximus dei romani. Dopo aver abbracciato la fede cristiana, nel 330 l’imperatore ufficializzò per la prima volta il festeggiamento cristiano della natività di Gesù, che con un decreto fu fatta coincidere con la festività pagana della nascita di Sol Invictus. Il “Natale Invitto” divenne il “Natale” Cristiano.
Verso la metà del IV secolo papa Giulio I ufficializzò la data del Natale da parte della Chiesa cattolica: « In questo giorno, 25 dicembre, anche la natività di Cristo fu definitivamente fissata in Roma. »
La religione del Sol Invictus restò in auge fino al celebre editto di Tessalonica di Teodosio I del 27 febbraio 380, in cui l’imperatore stabiliva che l’unica religione di stato era il Cristianesimo di Nicea, bandendo di fatto ogni altro culto.
Il 3 novembre 383 il Dies Solis, che era chiamato anche Dies Dominicus, giorno del Signore, in accordo con l’uso cristiano attestato da quasi tre secoli, fu dichiarato giorno di riposo obbligatorio per le liti giuridiche, per gli affari e per la riscossione dei debiti, comandando che fosse considerato sacrilego chi non ottemperava all’editto.
L’elemento della luce e le sue fonti, la lucerna, il fuoco, le stelle, la luna e primo fra tutti il sole si riferiscono innanzitutto alla loro realtà fisica. In seguito all’esperienza umana questi termini si caricano di ulteriori significati e diventano metafora o simbolo assumendo significati più ampi e complessi. La luce si contrappone all’oscurità, il giorno alla notte per questo motivo la luce diventa simbolo di verità, di conoscenza, di consapevolezza che si contrappone all’oscurità dell’ignoranza e della menzogna. Anche il giudaismo assume il simbolo universale della luce o del sole e successivamente il cristianesimo lo lega alla figura di Cristo come colui che porta la conoscenza e la verità al mondo.
Complimenti per l’accurata descrizione storica e per il coraggio di trattare una verità su cui la la chiesa cattolica, si grogiola tollerando falsità e fomentando consumismo.