scritto da Carolina Milite - 17 Maggio 2020 13:44

L’antico rito del malocchio con acqua e olio, tra folclore e antiche tradizioni

L’antico rito del malocchio è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Di seguito un interessante articolo di Alessandro Balestrieri che spiega l’usanza nei dettagli.

Il malocchio è una tradizione popolare molto radicata e dalle origini antichissime. Cornelio Agrippa ne parlava dettagliatamente all’interno della sua opera La Filosofia Occulta.

Il significato del termine malocchio è “occhio che getta il male”. Secondo la scienza questa credenza è una  forma di superstizione radicata in maniera maggiore in specifiche aree culturali.

Il malocchio a Napoli è una cosa seria e, soprattutto fra le persone anziane, è considerata una vera e propria malattia, che in quanto tale va “curata”. Il sintomo principale del malocchio, “l’uocchie ncuolle” (gli occhi addosso, come viene detto comunemente in dialetto) è il mal di testa. La persona “presa ad occhio” comincia a star male, ad agitarsi, dorme male, ha nausea, in certi casi vomito. La causa principale del malocchio sono sentimenti quali invidia, gelosia o maldicenze quindi può essere anche involontario. A volte basta un semplice complimento o uno sguardo di ammirazione provenienti da persone poco fidate, a far giungere alla convinzione di essersi presi il malocchio. L’eventuale mal di testa che sopraggiunge  ne è la manifestazione materiale.

A questo punto non resta che recarsi da qualcuno capace di togliere il malocchio, ricorrendo a particolari riti. Generalmente si tratta di donne piuttosto anziane che tramandano poi il loro “potere” a persone di loro fiducia, solitamente familiari disposti ad accettare il lascito e a mantenere il segreto.  Esistono vari riti, più o meno simili, per diagnosticare ed eliminare il malocchio, il più diffuso utilizza acqua e olio.

Il rito dell’olio: – La persona col mal di testa sospetto sta seduta, il guaritore riempie un piatto fondo con acqua, e con questo stesso piatto traccia tre volte il segno della croce verso la fronte del “paziente”, pronunciando mentalmente o sottovoce le parole segrete che solo lui conosce. Poi traccia su sé stesso tre volte il segno della croce, e ancora, toccando i bordi del piatto (alto, basso, sinistra, destra) con le dita, ripetutamente, esegue la croce mentre, sempre mentalmente, ripete le altre parole che compongono la “formula” segreta, ripetuta tre volte.

Ora si è pronti per la “diagnosi”: vengono versate nel piatto con l’acqua alcune gocce d’olio d’oliva, prelevate col dito da una tazzina o altro contenitore precedentemente preparato e si osservano le gocce man mano che vengono versate nell’acqua: se si spandono, se l’olio si allarga, vuol dire che la persona ha effettivamente il malocchio. A volte capita che l’olio addirittura scompare, a contatto con l’acqua: in questo caso significa che la persona ci ha “dormito sopra”, sono passati diversi giorni da quando ha beccato il malocchio, per cui è più difficile da eliminare. Se invece l’olio si spande poco, vuol dire che è una cosa recente e va via presto, generalmente. Nel caso l’esito sia negativo, se l’olio resta a galla normalmente, il rito si conclude lì e si ricorre ai medicinali. In caso contrario, invece, l’acqua viene gettata in un posto dove nessuno passi altrimenti vi potrebbe essere la trasmissione del malocchio a chi la calpesta.

Dalla forma che assume l’olio cadendo nell’acqua, è anche possibile sapere chi è l’autore del malocchio: se le gocce d’olio presentano, accanto, dei piccoli cerchietti piccoli (simili ad orecchini), allora si tratterà di donne; se le gocce sono normali si tratta di uomini. Se sono presenti entrambi i tipi di cerchi, in genere si comunica al “paziente” la prevalenza delle persone che hanno invidiato, se più uomini o più donne.

Nel caso quindi l’esito sia positivo, dopo aver gettato via l’acqua in un posto lontano, si procede a ripetere tutto il rito da capo altre due volte (la ricorrenza del numero tre si rifà probabilmente al concetto cattolico di Trinità). In genere la seconda volta gli “occhi” già sono più piccoli, fino a scomparire del tutto alla terza “prova”. Anzi, quasi sempre alla terza prova l’olio non si apre per nulla. Ma nel caso di “occhi” molto forti, dovuti cioè a persona molto cattiva o potente, o nel caso il paziente ci avesse dormito sopra, può capitare che gli “occhi” siano talmente ostinati da non andare via nemmeno alla terza volta. In questo caso gli “occhi” vengono letteralmente” tagliati” con le forbici. Quasi sempre capita che pochi minuti dopo l’esecuzione del rito, la persona stia immediatamente bene e il mal di testa scompare, liberando il paziente dal cerchio alla testa.

Ovviamente questo articolo va letto col sorriso sulle labbra. Quello del malocchio è un rito che ha rilevanza dal punto di vista antropologico, tenendo conto che nella maggior parte dei casi si tratta di persone anziane legate a tradizioni molto antiche.

Diplomata al liceo classico, ha poi continuato gli studi scegliendo la facoltà di Scienze Politiche. Giornalista pubblicista, affascinata da sempre dal mondo della comunicazione, collabora con la rivista Ulisse online sin dalla sua nascita nel 2014, occupandosi principalmente di cronaca politica e cultura. Ideatrice, curatrice e presentatrice di un web magazine per l'emittente web Radio Polo, ha collaborato anche col blog dell'emittente radiofonica. Collabora assiduamente anche con altre testate giornalistiche online. Nel suo carnet di esperienze: addetto stampa per eventi e festival, presentazione di workshop, presentazioni di libri e di serate a tema culturale, moderatrice in incontri politico-culturali.

7 risposte a “L’antico rito del malocchio con acqua e olio, tra folclore e antiche tradizioni”

  1. 17 maggio 2020 – Bell’articolo, della serie non è vero ma ci credo, per dirla con Totò.
    Io ricordo anche un altro rito, che tanti decenni fa qualche vecchina svolgeva sia per il malocchio sia per predire il futuro. In una bacilnella con l’acqua si faceva colare il piombo sciolto in una ciotola, il quale, a contatto con l’acqua, assumeva le forme più strane, dall’esame delle quali il guaritore, recitando parole magiche, riusciva a liberarti dal mal di testa sintomo del malocchio, oppure a prevedere il tuo futuro.
    Personalmente non me ne sono mai avvalso, non ci credo, ma non si sa mai…

  2. Bhe io ho mia zia che me lo ha fatto, e l’olio si è completamente sciolto, sparito dall’acqua, non sono tornato a togliermelo definitivamente perchè credo e non credo, cavolo, però l’olio si è sciolto completamente, mi ha fatto veramente pensare. mah

  3. Ci vuole una bella faccia tosta a copiare e incollare articoli scritti da altri. E tu saresti una giornalista?
    Almeno cambia qualche virgola! Io mi vergognerei……. questo articolo e’ stato copiato ovunque on line, pero’ nessuno finora aveva avuto la faccia tosta di firmarlo e datarlo. Copialo e incollalo a tua volta. Troverai lo stesso spiccicato articolo con date moooolto anteriori al 2020.

  4. 07-08-07, 10:41

    Malocchio: rito con piatto e olio

    Il malocchio a Napoli è una cosa seria….. e fra alcune persone, soprattutto quelle anziane, è considerata come una vera e propria malattia, che in quanto tale va “curata”.
    Il sintomo principale del malocchio, “l’uocchie ncuolle” (gli occhi addosso, come vengono chiamati comunemente in dialetto) è il mal di testa. La persona “presa ad occhio” comincia a star male, ad agitarsi, dorme male, ha nausea, in certi casi vomito… Prima ancora di ricorrere a medici e medicinali, bisogna escludere che non si tratti, semplicemente, di “occhi addosso”, di invidia. Già, perchè la causa principale del malocchio non è un maleficio, come avviene nel caso della “fattura”… al contrario, il malocchio viene generato semplicemente da invidia, gelosia, maldicenza… quindi può essere anche involontario. A volte basta un semplice complimento o uno sguardo di ammirazione provenienti da persone poco fidate, a far giungere alla convinzione di essersi presi il malocchio. L’eventuale mal di testa sopraggiunto di lì a poco, non ne è che la conferma, la manifestazione materiale.
    A questo punto non resta che recarsi da qualcuno capace di togliere il malocchio, ricorrendo a particolari riti, a cui tutti più o meno abbiamo assistito.
    La facoltà di togliere il malocchio viene in genere passata, da una persona anziana a un’altra di fiducia(quasi sempre di famiglia) disposta ad accettare il lascito e a mantenere il segreto. Dal momento in cui il rito è tramandato, la persona che lo insegna perde il potere di effettuarlo, per questo quasi sempre la pratica viene tramandata “in punto di morte”, anche se non tutti riescono, in quel momento così particolare, ad avere la forza di lasciare questo insegnamento… per cui molte persone anziane, purtroppo, portano con sé il segreto nella tomba.
    Esistono vari riti, più o meno simili, per diagnosticare ed eliminare il malocchio.
    Uno di questi, forse il più diffuso, utilizza acqua e olio, ingredienti che non mancano mai in nessuna casa.
    Premettendo che esistono alcune varianti, sia a seconda delle zone che a seconda dei diversi guaritori, riporto quì come il rito è stato insegnato a me:
    Bisogna agire almeno dopo mezzogiorno (anche se alcune persone eseguono il rito solo ed esclusivamente dopo il tramonto, di sera; altri ancora non tengono conto dell’orario e agiscono indifferentemente a qualsiasi ora).
    La persona col mal di testa sospetto sta seduta, il guaritore riempie un piatto fondo con acqua, e con questo stesso piatto traccia tre volte il segno della croce verso la fronte del “paziente”, pronunciando mentalmente o sottovoce le parole segrete che solo lui conosce. Poi traccia su sé stesso tre volte il segno della croce, e ancora, toccando i bordi del piatto (alto, basso, sinistra, destra) con le dita, ripetutamente, esegue la croce mentre, sempre mentalmente, ripete le altre parole che compongono la “formula” segreta, ripetuta tre volte.
    A questo punto si ottiene la “diagnosi”: poggiato il piatto sul tavolo (altre versioni prevedono che il piatto venga tenuto poggiato, per tutta la durata del rito, sul capo del “paziente” o fra le sue mani) vengono versate nell’acqua alcune gocce d’olio d’oliva, prelevate col dito da una tazzina o altro contenitore precedentemente preparato. Man mano che le gocce vengono versate nell’acqua, vengono osservate: se si spandono, se l’olio si allarga, vuol dire che la persona ha effettivamente il malocchio. A volte capita che l’olio addirittura scompare, a contatto con l’acqua: in questo caso significa che la persona ci ha “dormito sopra”, sono passati diversi giorni da quando ha beccato il malocchio, per cui è più difficile da eliminare. Se invece l’olio si spande poco, vuol dire che è una cosa “fresca”, lieve…….. e va via presto, generalmente.
    Nel caso l’esito sia negativo, se l’olio resta a galla normalmente, il rito si conclude lì (e si ricorre ai medicinali, eh eh: non è malocchio!).
    In caso contrario, invece, l’acqua viene gettata, in un posto dove la persona non passi più, nella convinzione che chiunque calpesti quell’acqua, si prenda i malocchi su di sè. A tale scopo c’è chi brucia “gli occhi”, cioè l’acqua con l’olio che si è aperto in modo tale da formare tanti “occhi”, nel fuoco, proprio per evitare che contagino altre persone.
    Dalla forma che assume l’olio cadendo nell’acqua, è anche possibile sapere, almeno approssimativamente, chi è l’autore (o gli autori) del malocchio: se le gocce d’olio presentano, accanto, dei piccoli cerchietti piccoli (simili ad orecchini), allora si tratterà di donne; se le gocce sono normali si tratta di uomini. Se sono presenti entrambi i tipi di cerchi, in genere si comunica al “paziente” la prevalenza delle persone che hanno invidiato, se più uomini o più donne.
    Nel caso quindi l’esito sia positivo, dopo aver gettato via l’acqua in un posto lontano, si procede a ripetere tutto il rito da capo altre due volte (croci sul “paziente”, croci sul guaritore, croci sul piatto con le dita, gocce d’olio nell’acqua).
    In genere la seconda volta gli “occhi” già sono più piccoli, fino a scomparire del tutto alla terza “prova”. Anzi, quasi sempre alla terza prova l’olio non si apre per nulla.
    Ma nel caso di “occhi” molto forti, dovuti cioè a persona molto cattiva o potente, o nel caso il paziente ci avesse dormito sopra, può capitare che gli “occhi” siano talmente ostinati da non andare via nemmeno alla terza volta. In questo raro caso, e solo in tale occasione, gli “occhi” vengono letteralmente” tagliati” con le forbici, e bisogna ripetere il rito il giorno dopo (o farlo effettuare a un’altra persona. Meglio ancora se da tre persone diverse, una dopo l’altra.
    Il rito infatti non può essere effettuato dalla stessa persona, nella stessa giornata, per più di tre volte; inoltre non va mai “lasciato a metà”, non va mai interrotto senza completare le tre prove.
    Quasi sempre capita che pochi minuti dopo l’esecuzione del rito, la persona stia immediatamente bene e il mal di testa scompare, liberando il paziente dal cerchio alla testa.
    Quasi sempre il guaritore si rende subito conto se il mal di testa è dovuto a malocchio o ad altro: infatti il mal di testa da malocchio si riconosce subito, perchè prende la zona sopra gli occhi, la fronte…… proprio come un cerchio alla testa.

    Ciao GEMINIX, sono Ale, l’autore dell’articolo che hai riportato su questo forum.
    Non credi sia carino, quando si riporta qualcosa, indicare anche la fonte e l’autore?
    Il sito dal quale è stato preso questo pezzo è questo http://www.centrotradizioneorale.net/modules.php… e l’autore sono io.
    Grazie per l’attenzione, buona giornata! Ale
    CENTROTRADIZIONEORALE.NET
    http://www.centrotradizioneorale.net

    1. Ha fatto bene a sottolineare che l’autore è lei! I furti intellettuali sono di una bassezza infinita

  5. Intanto ho provveduto a fare foto dell’articolo e ho prontamente segnalato alla redazione di “Ulisse”

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