Il vento non è solo un fenomeno atmosferico, è un qualche cosa di ancestrale memoria che ci provoca forti emozioni ed ha permesso all’uomo, nel corso della sua storia, di solcare i mari e scoprire nuove terre.
In questi giorni il nostro territorio è sferzato da un freddo vento di tramontana che spira impetuoso piegando le fronde degli alberi, gonfiando i flutti e agitando i mari. La tramontana è un vento freddo, impetuoso che spira dai quadranti settentrionali, valica le Alpi e spazza l’Italia portando un calo repentino della temperatura.
Diverse sono le ipotesi sull’origine del termine “Tramontana”. Il nome, forse, trae origine da una locuzione latina intra montes o trans montes, ovvero al di là dei monti. Oppure, considerando il punto originale della Rosa dei Venti (l’isola di Zante, in Grecia), indicherebbe i monti dell’Albania e del Nord della Grecia.
Non sono molti a sapere che il giglio che rappresenta il cardine Nord sulle raffigurazioni classiche della bussola altro non è che la stilizzazione della lettera “T” che sta per Tramontana, il vento che, considerando Amalfi al centro della Rosa dei Venti, spira appunto da Tramonti, ubicato proprio a settentrione rispetto all’antica Repubblica Marinara.
A Tramonti spetterebbe la paternità di quel vento di tramontana, che prende appunto il nome del luogo. Furono i marinai amalfitani a denominare così quel vento che, forte e freddo, soffiava dal valico di Chiunzi verso la costa, proprio nella direzione di Tramonti, mettendo a dura prova anche nel porto la sicurezza delle barche. E così continua a chiamarsi per i marinai di tutto il mondo, qualunque vento soffi dal nord.
Nel libro X dell’Odissea omero narra dell’approdo di Ulisse sull’isola di Eolo: “Sfuggito al Ciclope, Ulisse raggiunse l’isola di Eolo, il re dei venti, che lo accolse ospitalmente e gli diede un otre di pelle di bue, contenente tutti i venti, fuorché una brezza favorevole, che doveva riportarlo direttamente a Itaca. E già si potevano scorgere i fuochi accesi dai pastori nell’isola, allorché l’eroe si addormentò; i compagni, credendo che l’otre di Eolo contenesse oro, l’aprirono e i venti ne scapparono via provocando un uragano che sospinse le navi nella direzione opposta”.
Il vento, come viandante mai stanco in grado di visitare infiniti luoghi mutandone i contorni, da sempre ha influenzato la nostra esistenza.