scritto da Nino Maiorino - 12 Agosto 2020 10:33

La tragedia del Libano

La devastante esplosione avvenuta nel porto di Beirut in Libano, che ha provocato circa 200 morti (si sta ancora cercando tra le macerie) e 5.mila feriti, ha avuto la potenza di un terremoto di circa 4,5 gradi della scala Richter; una cosa impressionante, trasmessa da vari media quasi in diretta grazie alla collaborazione di qualcuno che ha avuto la presenza di spirito di filmare ciò che stava accadendo.

Si è parlato della esplosione di un deposito di Nitrato di ammonio, stipato in grande quantità in un magazzino del porto: sembra che già da tempo ii responsabili del porto e della dogana l’avessero segnalato alle autorità evidenziandone il pericolo.

Il fatto che nessuno sia intervenuto, e la tempestiva visita del Presidente francese Emmanuel Macron al popolo libanese e non alle autorità fa capire molto più di quel che si è detto, e accredita l’inquietante ipotesi che siano state le stesse autorità a provocare ciò che è avvenuto, magari facendolo passare per un attentato terroristico, come ha ipotizzato il presidente americano Donald Trump, la cui attendibilità però è molto vicina allo zero.

Sembra però innegabile la diretta responsabilità del governo, tant’è che mentre scrivo la stanca e stremata popolazione ha preso d’assalto diversi palazzi del potere.

Ma il motivo della esplosione e cosa sia esploso non è chiaro, c’è chi sostiene che il Nitrato di ammonio non c’entri nulla per diversi motivi, tra i quali quello che di per sé questo composto chimico non è esplosivo se non combinato con altri prodotti, e non sembra ipotizzabile che sia stato stipato già pronto per farlo esplodere.

Qualche esperto di esplosivi nutre seri dubbi sulle motivazioni date alla tragedia, cioè l’esplosione del Nitrato di ammonio.

Infatti Danilo Coppe, ingegnere geominerario, accreditato quale uno dei più importanti esperti italiani di esplosivistica, fondatore della SIAG, società di esplosivistica civile di Parma, che ha organizzato anche la demolizione di ciò che restava dell’ex Ponte Morandi di Genova, ha dichiarato che per lui quello che è esploso era un deposito di armi da guerra e che il nitrato di ammonio non c’entra proprio niente: fa fumo giallo, invece l’esplosione ha provocato fumo arancione e rosso. Inoltre 2700 tonnellate di Nitrato presupponevano più di 100 containers che non avrebbero potuto esplodere simultaneamente. “Io non credo sia Nitrato di ammonio quello che è esploso.Il Nitrato di ammonio è un fertilizzante, da solo non esplode. Devi additivare con altre cose per fare degli esplosivi. E quindi dubito che avessero miscelato qualcosa per farci, così, un mega deposito di esplosivo in mezzo al porto. Nemmeno il più pazzo avrebbe mai creato un deposito di quella dimensione di quantità in una situazione così, inverosimile. Tanto più -rimarca ancora l’esperto di esplosioni- di fianco a un deposito di munizioni, perché quelle che scoppiano non sono fuochi d’artificio. Tra un’esplosione e l’altra ci sono tutte quelle micro esplosioni a raffica. Anche quelli non erano fuochi d’artificio, insomma. E quindi uno cosa fa? Un deposito di esplosivo di fianco a una fabbrica di fuochi d’artificio? No, no. Non torna niente”.

E conclude che per lui è esploso un deposito di armi di alto potenziale e che il Nitrato non c’entra niente.

In questa terra antichissima, bella e sfortunata, si è consumata l’ultima tragedia della sua storia.

Per tentare di capire qualcosa è opportuno riepilogare la storia del paese.

Il Libano è una delle terre più antiche del mondo, e grazie alla posizione geografica e allo sbocco sul mar Mediterraneo è stata sempre l’oggetto del desiderio di numerosi popoli e religioni. Civiltà antiche hanno costituito nel Libano il loro impero commerciale, Musulmani e Cristiani si sono susseguiti per la conquista di Gerusalemme.

I più antichi insediamenti sembrano avvenuti circa 7000 anni a.c.; dal 3000.a.c. il paese è stato dominato dai Cananei, dai Fenici, e dagli Assiro Babilonesi, da Alessandro Magno, dagli imperi Romano e Bizantino. Dal 600.d.c. subì l’invasione dell’Islam e delle Crociate.

Dal 1519 al 1916 fu dominato dall’Impero Ottomano.

Dopo la prima guerra mondiale la Società delle Nazioni l’affidò nel 1920 alla Francia, divenuta la potenza egemone del Libano che nel 1926 si diede una costituzione repubblicana.

Nel 1936 venne stabilito che dal 1939 avrebbe ottenuto la piena indipendenza, ma l’accordo non fu ratificato dal parlamento francese, per cui il Libano rimase sotto il controllo francese anche durante la seconda guerra mondiale, e solo nel 1943 grazie a De Gaulle ottenne l’indipendenza con decorrenza 1945, anno in cui il Libano partecipò alla Lega Araba e collaborò, anche se in maniera del tutto marginale, alla guerra del 1948 contro Israele.

Negli anni successivi, fino ai giorni nostri, la storia del Libano è un susseguirsi di travagli, derivanti dall’essere al centro di un territorio dominato da gravi tensioni, prima fra tutte la situazione di Israele in perenne conflitto con i palestinesi, ma anche dell’ondeggiare dei vari governi libanesi tra posizioni filo-arabe e posizioni filo-occidentali e filo-israeliane, che spesse volte hanno indotto ad appoggi del tutto inopportuni. L’incertezza politica che ne deriva è anche conseguenza delle ulteriori ingerenze della Siria e dell’Iran.

Non dobbiamo dimenticare che sul suolo Libanese si sono perpetrate stragi cruente, come quella nel 1982 dei campi palestinesi di Sabra e Schatila con la strage di circa un migliaio di civili palestinesi da parte delle Falangi cristiane, né la successiva del 1983 di circa 300 soldati americani e francesi facenti parte di un contingente inviato dalle Nazioni Unite.

Ma non si contano le migliaia di altri morti, non solo tra le forze che si fronteggiano, ma tra la inerme popolazione, unica vera vittima innocente.

Ora il governo si è dimesso, il premier libanese, Hassan Diab, nell’annunciare le dimissioni, ha attribuito la devastante esplosione di Beirut alla “corruzione dilagante all’interno” del Paese, attribuendo ai politici corrotti che l’hanno preceduto la causa del “terremoto” che ha colpito il Libano. “Dovrebbero vergognarsi di se stessi, perché la corruzione è ciò che ha portato a questo disastro”.

Cosa voglia praticamente dire che l’attentato è collegato alla corruzione non è dato di capire: un impegno non mantenuto? Una tangente non pagata?, boh.

Comunque nel paese continua a regnare il caos, e la tremenda esplosione del porto è solo l’ennesima strage, derivante proprio dalla inettitudine delle forze di governo libanesi, in un paese afflitto da un debito pubblico enorme (il secondo al mondo in relazione al pil), una inflazione intorno al 101%, disoccupazione al 35% , una povertà al 45% della popolazione e corruzione a tutti i livelli.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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