L’estensore di questa nota confessa di aver bisticciato, bonariamente, con un caro amico lontano, il quale sostiene che i fenomeni metereologici estivi che quest’anno abbiamo vissuto, e che certamente si protrarranno anche nel prossimo mese di agosto, ci sono sempre stati, pertanto non sono una caratteristica del solo 2023.
Ha evitato di replicare, non valeva la pena mettere a rischio una decennale amicizia per confutare una teoria tanto strampalata, evidentemente con radici in convinzioni politiche antitetiche, visto che l’interlocutore è da sempre schierato a destra, politicamente parlando, oggi meloniano di ferro, ed evidentemente pensa che ci sia chi vuole attribuire alla Meloni la responsabilità di ciò che in questa estate è accaduto dal punto di vista meteo.
Ovviamente nessuno si azzarda a fare ciò, giacché Giorgia Meloni, sarà pure responsabile di tante altre cose, non ha alcun potere sui disastri meteo che hanno colpito l’Italia, dividendola quasi fisicamente in due, un centro nord che ha sofferto il freddo intenso, molte zone sono state allagate da fiumi di acqua che trasportavano lastre di ghiaccio, sono state colpite da grandine con chicchi grandi anche quanto una mano, e da grandinate che hanno colpito mura di fabbricati come da colpi di mitragliatrici pesanti; se non fosse stato certo che quei luoghi erano in Italia avremmo potuto pensare che quelle immagini fossero pervenute dall’Ucraina.
Temporalmente possiamo collocare l’inizio di questa pazza estate, almeno per quanto riguarda il centro-nord, a metà maggio quando l’Emilia Romagna e parte delle Marche sono state interessate da piogge torrenziali che hanno provocato alluvioni, frane, allagamenti e inondazioni gravi; ma allora non si verificarono temperature basse come successivamente, tant’è che non si ebbero, fortunatamente, fenomeni di glaciazione, avvenuti poi in seguito.
L’altra parte del paese ha sofferto, e ancora soffre, caldo intenso, fortunatamente mitigato negli ultimi giorni da venti che hanno finalmente portato un po’ di refrigerio.
A nostra memoria non risulta che l’estate scorsa, e quelle precedenti, siano state colpite da tali fenomeni, ma ognuno può credere ciò che vuole.
Fatta questa chiosa, andiamo a vedere perché questa estate è stata funestata da fenomeni meteo diametralmente opposti, freddo intenso e caldo intenso, e ce lo facciamo dire dagli esperti in questo campo.
È allarme in Italia per questi fenomeni atmosferici, chiamati “downburst” molto simili alle trombe d’aria ma ancora più pericolosi. Negli ultimi giorni il nord è stato colpito da tali violenti nubifragi, con danni soprattutto a carico dei trasporti.
La linea M2 della metropolitana di Milano, ad esempio, è stata bloccata per la rimozione degli alberi caduti, che hanno danneggiato anche la rete elettrica in diverse strade della città e dell’area metropolitana.
Anche se il nome può apparire estraneo, i downburst sono in realtà molto comuni sul territorio italiano in concomitanza con i forti temporali. Le raffiche sono tanto forti da mettere in serio pericolo la circolazione dei mezzi aerei, oltre ovviamente al crollo di alberi, tetti e strutture leggere e ai danni che ne conseguono.
E non sono da sottovalutare anche tutti i danni collaterali, ad esempio all’agricoltura.
La prima cosa che scopriamo è il cosiddetto fenomeno del downburst che in italiano si traduce in “abbattimento”.
Il downburst è un fenomeno abbastanza frequente quando c’è un temporale forte. Si verifica quando l’aria molto fredda, che si trova nella parte alta di un cumulo-nembo, precipita verso il basso.
Definito anche come raffica discendente, è un fenomeno meteorologico consistente in forti raffiche di vento discensionali con moto orizzontale in uscita dal fronte avanzante del temporale; le raffiche di vento possono raggiungere velocità elevate, prossime o superiori ai 100 km/h, e acquistando, talvolta, un moto vorticoso, generando forti raffiche di vento.
La discesa dell’aria fredda all’interno della nube temporalesca è tanto rapida da essere paragonabile a una vera e propria esplosione, per l’appunto burst significa “scoppio”.
A differenza delle trombe d’aria, i downburst non presentano il caratteristico cono verticale, ma anzi colpiscono violentemente e direttamente il suolo con raffiche di vento di elevata intensità: questi fenomeni, vere e proprie tempeste di vento, si rilevano pericolosi soprattutto per gli aerei, in particolar modo nelle fasi di decollo e atterraggio, proprio per la difficoltà di previsione.
Altra differenza rispetto alle trombe d’aria è che mentre queste ultime si sviluppano su un asse verticale, i downburst si propagano a livello del suolo da cui le correnti iniziano a muoversi in tutte le direzioni in modo radiale, fino a generare moti vorticosi nei casi peggiori.
La formazione dei downburst si compie durante i temporali, specie quelli di elevata intensità. La pioggia e la grandine, infatti, trascinano l’aria fredda presente in quota verso il basso; non solo l’aria che si trova ad alta quota è naturalmente molto più fredda rispetto a quella a terra, ma nel precipitare scende ancora di temperatura.
Quando arriva al suolo la corrente impatta con l’aria a terra, molto più calda e ricca di umidità, causando così una sorta di scoppio che dal punto di origine si propaga in tutte le direzioni.
I colpi di vento iniziano quindi a diffondersi ovunque, perfino con velocità superiori ai 100 km/h.
Il downbust può toccare o meno il suolo a seconda della tipologia, avere una durata variabile (si distingue infatti tra microbust, che durano fino a 5 minuti, e macrobust) ed essere secco (con relativo rischio incendi) o accompagnarsi alla pioggia, proprio come quello di Milano; anche il dry downbust si origina nei temporali, ma l’acqua evapora prima di arrivare a terra.
Le precauzioni da adottare sono pressoché analoghe a quelle raccomandate in caso di bufere, tornado e terremoti; principalmente è importante ripararsi in una struttura solida, meglio ancora se sotterranea, evitando la vicinanza a oggetti in pericolo di caduta e alimentazione elettrica; è preferibile non utilizzare i veicoli, facilmente ribaltabili dai fenomeni di alta intensità, ed evitare le aree aperte.
Nel caso non si riesca ad uscire dall’abitazione, bisogna stare lontano da porte e finestre, non perdere tempo per aprirle o chiuderle, accovacciarsi stando il più possibile a livello del pavimento e tenere la faccia a terra.
Alla luce di questi fenomeni (freddo intenso al nord e caldo torrido al sud) si sta verificando un cambiamento climatico sta modificando il clima del nostro paese che ormai sta diventando sempre più tropicale. Questo ci rende più vulnerabili a fenomeni estremi, proprio come sta accadendo in questi giorni.