Avverte la popolazione su eventuali emergenze in arrivo
Qualche giorno fa, in mattinata, milioni di famiglie si sono allarmate in quanto sentivano parlare nelle loro abitazioni ad alta voce, come se in casa ci fosse un estraneo.
È stato conseguenziale controllare se gli apparecchi radio o televisivi fossero in funzione, esclusi i quali hanno cercato di capire la provenienza della voce e l’arcano è stato presto svelato.
La voce proveniva dai telefonini-smart in funzione che trasmettevano un messaggio proveniente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione civile.
In sostanza il messaggio avvertiva la popolazione che ha preso il via la sperimentazione del nuovo allarme nazionale, che segnalerà gravi emergenze, catastrofi, calamità naturali, e indicare cosa fare.
Finora i telefonini-smart sono stati utilizzati per tante cose, più o meno necessarie, più o meno utili, che hanno avvicinato, tramite i cosiddetti “social” (Facebook, Instagram, ecc.) tantissime persone, hanno guidato, tramite gli “influencer” i gusti di milioni di individui disponibili ad essere influenzati, talvolta anche in maniera subliminale, cioè convinte inconsciamente.
Oppure hanno creato reti e gruppi di amici, reali e/o virtuali, che quotidianamente si scambiano notizie, esperienze, si tengono aggiornati sugli avvenimenti a livello internazionale o, magari, limitatamente al loro quartiere.
Più efficaci e immediati, anche perché riservati, i gruppi costituiti da messaggistica personale, ad esempio WathsApp, Telegram ed altri, in grado di raggiungere le persone ad essi appartenenti, per scambiarsi notizie, esperienze, e in tanti casi “pettegolare”, il che non deve essere oggetto di critiche perché anche il pettegolezzo avvicina le persone: ed in un’epoca di autoisolamento, volontario o forzato, anche questo aiuta a vivere.
Ma un sistema centralizzato in grado di informare i cittadini dei pericoli immediati che possono correre a livello nazionale o zonale, non sembra fosse stato messo a punto, fatta eccezione per l’applicazione “Immuni”, adottata pochi mesi dopo l’inizio della pandemia da Covid-19, che, salvo errore, non ha mai funzionato a pieno ritmo, anche perché poteva essere facilmente disattivata da parte di chi, pure avendola acquisita, non voleva essere “tracciato”, vale a dire che, in alcune circostanze, rifiutava di farsi individuare.
It-Alert è tutt’altra cosa.
Prima di tutto è una applicazione che verrà caricata sui cellulari-smart direttamente dalla Protezione Civile, in pratica è stato già fatto. Da ciò si deduce che nessuno potrà rifiutarla o distaccarsene, il che sta anche a significare che, se vogliamo essere informati, non potremo più distaccarci dai cellulari-smart che dovremo sempre tenere a portata di mano.
Vediamo ora come funziona il sistema, e in che modo potrà essere utilizzato quando sarà terminata la fase di test alla quale il servizio è attualmente sottoposto.
IT-ALERT: COS’È E COME FUNZIONA
It-Alert è un sistema in grado di generare automaticamente una notifica di allarme su tutti i dispositivi agganciati alle celle di telefonia mobile presenti nell’area considerata in pericolo.
L’allarme nazionale non andrà a sostituire le attuali forme di comunicazione utilizzate per informare la popolazione, bensì le integrerà “con lo scopo di favorire l’adozione delle misure di autoprotezione in rapporto alla specifica tipologia di rischio e al contesto di riferimento” si legge sul sito ufficiale.
L’obiettivo è, infatti, quello di generare una notifica dal suono diverso da quello impostato normalmente sullo smartphone, la quale conterrà informazioni utili sulle possibili situazioni di pericolo e su come affrontarle.
In poche parole, nel caso in cui scatti una grave emergenza (o sia previsto il suo arrivo), i cellulari di coloro che si trovano nella zona a rischio riceveranno un messaggio da It-Alert con tutte le prime istruzioni da seguire per proteggersi.
Il suono d’allarme non può essere interrotto, se non leggendo la notifica: è questo il sistema adottato per far sì che le informazioni fondamentali raggiungano il maggior numero di persone.
Il sistema è attualmente in fase sperimentale, per verificarne il funzionamento: si è partiti dalla Toscana, per poi passare alla Sardegna, alla Sicilia, alla Campania e all’Emilia Romagna.
In queste regioni, tutti i cittadini hanno ricevuto – o riceveranno – contemporaneamente una notifica d’allarme.
L’unica cosa da fare, per il momento, consiste nel leggere il messaggio e compilare un questionario per permettere alla Protezione Civile di individuare eventuali punti deboli e fornire così un servizio migliore.
COME VERRÀ UTILIZZATO IT-ALERT
Per il momento, It-Alert verrà utilizzato solo dal Dipartimento della Protezione Civile, ma in futuro tutte le componenti del Servizio Nazionale di Protezione Civile verranno integrate nel sistema.
L’allarme nazionale, inoltre, è attualmente previsto solo per alcune tipologie di eventi: sono esclusi “quelli a elevata incertezza, fortemente localizzati o con un margine assai breve di prevedibilità o di evoluzione”, per evidenti limiti di attendibilità.
Quando diventerà completamente operativo, il sistema verrà impiegato per sei situazioni di emergenza, come evidenziato dalla Direttiva del 7 febbraio 2023: maremoto generato da un sisma, collasso di una grande diga, attività vulcanica (relativamente al Vesuvio, ai Campi Flegrei, al Vulcano e allo Stromboli), incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica, incidenti rilevanti in stabilimenti industriali e precipitazioni intense.
Ovviamente i soliti “rosiconi”, gli impenitenti “Bastian contrari” hanno cominciato a protestare e contestare, ritenendosi sotto controllo da parte di una specie di “Grande Fratello” di orwelliana memoria.
Costoro dimenticano che, di fronte alle esigenze di carattere generale, cadono quelle personali.
Questo contrasto lo abbiamo già vissuto, a volte in maniera traumatica, durante la pandemia da Covid-19, per colpa di una non esigua minoranza di negazionisti che ancora oggi, nonostante gli oltre 20 milioni di morti, negano quella catastrofe e le sue conseguenze, e ancora si ostinano a negare il ruolo che la vaccinazione forzata ha avuto per debellarla.
E sono sempre gli stessi che ora contestano l’applicazione dell’It-Alert, ritenendosi defraudati del loro diritto alla riservatezza, senza considerare che, di fronte all’interesse generale, i diritti individuali vengono a cadere.
Le polemiche su It-Alert vertono proprio sugli SMS che il sistema invia.
Sui social, infatti, diversi profili hanno segnalato il fatto che questo sia solo un nuovo modo per tracciare le persone.
È anche nato un movimento “no-Sms” che denuncia il fatto che questo servizio possa sfruttare il tracciamento degli utenti senza il loro consenso, registrare dove sono o costa stanno facendo.
Insomma, vengono riportati un po’ gli stessi argomenti nati durante la pandemia per l’ “applicazione Immuni”.
Molti di quelli che fanno parte del movimento “no-Sms” hanno quindi spiegato e invitato i cittadini tramite i social ad escludere le notifiche di questo servizio nel proprio smartphone per tutelare la propria privacy.
La Protezione Civile ha prontamente risposto alle dichiarazioni del movimento “no-Sms” ma anche a tutte le preoccupazioni dei cittadini.
It-Alert, infatti, non è un’applicazione da scaricare ma un sistema che utilizza la rete mobile tradizionale per inviare SMS ai telefoni che si trovano nella zona che potrebbe essere interessata da un evento calamitoso o da un’emergenza.
It-Alert, spiega la Protezione Civile, non usa il GPS, la tecnologia impiegata è la “cell-broadcast”; questo significa che l’SMS di avviso viene inviato a tutti i dispositivi mobili che sono collegati alle celle di una determinata località.
Ogni smartphone connesso alle celle delle reti degli operatori di telefonia può, quindi, ricevere un messaggio “It-Alert” solo se acceso. Il servizio funziona anche in casi di campo limitato o in casi di saturazione della banda telefonica, mentre il messaggio It-Alert potrebbe non arrivare se il dispositivo non ha campo, anche se collegato ad una rete Wi-Fi, oppure è spento.
Il servizio, quindi, non raccoglie né dati né informazioni sui destinatari.
Bisogna premettere che al momento, It-Alert è ancora in fase di sperimentazione ma è stato pensato per essere operativo in diverse situazioni di emergenza e tipologie di rischio.
Gli eventi per cui si potrebbe ricevere il messaggio sono: maremoto generato da un sisma, collasso di una grande diga, precipitazioni intense, attività vulcanica (relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli), incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica, incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso – inquinamento ambientale a seguito di diffusione in aria di elementi chimici nocivi).
In caso di prevista emergenza o evento calamitoso gli utenti che si trovano nella zona interessata riceveranno nel telefono un messaggio di testo preceduto da un suono particolare e diverso dalle suonerie tradizionali.
Dopo i primi test in Calabria e in Sicilia e poi in Toscana e in Sardegna, il servizio sarà provato in Sicilia, Calabria ed Emilia-Romagna, per poi essere esteso a tutto il paese.
It-Alert è parte della campagna di comunicazione nazionale “Io non rischio” pensata per sensibilizzare sulle buone pratiche di protezione civile dato che l’Italia è un paese molto esposto a molti rischi naturali.
La utilità del sistema presuppone che tutti abbiano sempre a portata di mano e in funzione i loro telefonini-smart.
Speriamo che non faccia la fine di “Immuni”.