scritto da Nino Maiorino - 25 Settembre 2023 07:07

Il nostro saluto al Presidente Giorgio Napoletano

foto tratta dal profilo Fb

E’ stato soprannominato “Re Giorgio”, ma l’ha meritato

Non vogliamo essere accusati di partigianeria, ma è normale che un cronista inizi la presentazione di un uomo politico come Giorgio Napolitano, appena deceduto, ricordando un aforisma dallo stesso pronunciato nel dicembre 2007: in quella occasione, parlando dei giornalisti, ebbe a dire: “Se il giornalista è cieco vede solo le ombre; se il giornalista non è cieco vedrà anche le luci” (la Repubblica, 14 dicembre 2007).

Ecco, qui di seguito, un ricordo di “Re Giorgio” tra ombre e luci, le prime, in verità, abbastanza esigue, al contrario delle luci che, come stelle, hanno costellato la vita di questo grande statista.

Ha saputo rispettare la Costituzione repubblicana con grande perseveranza, ma ha anche saputo interpretare il ruolo di Presidente della Repubblica in maniera non rigida, tant’è che è stato il primo ad accettare un secondo mandato, il primo a intervenire con polso deciso per risolvere una crisi istituzionale ed economica che stava portando il paese al fallimento, programmando il futuro governo del paese dopo aver nominato senatore a vita il futuro Premier: parliamo di Mario Monti, che salvò il paese dalle follie di Berlusconi, politiche, istituzionali e anche personali.

Ma prima di addentrarci negli avvenimenti che lo impegnarono come Presidente della nostra Repubblica, riteniamo necessario fare una breve, per quanto possibile, sintesi della sua vita.

Giorgio Napolitano, deceduto a Roma il 23 settembre 2023, è stato l’11° Presidente della nostra Repubblica, eletto dopo Carlo Azeglio Ciampi, seguito poi dall’attuale Sergio Mattarella.

Nato a Napoli il 29 giugno 1925, Giorgio Napolitano ha trascorso la sua infanzia in un’Italia segnata dalla povertà e dalle tensioni politiche.

Laureatosi in giurisprudenza alla fine del 1947 presso l’Università di Napoli, già dal 1945-1946 è attivo nel movimento per i Consigli studenteschi di Facoltà e delegato al 1° Congresso Nazionale Universitario.

Fin dalla iscrizione all’Università di Napoli nel 1942, fa parte di un gruppo di giovani antifascisti che aderisce, nel 1945, al Partito Comunista Italiano, di cui Napolitano sarà militante e poi dirigente fino alla costituzione del Partito Democratico della sinistra.

Dall’autunno del 1946 alla primavera del 1948 Giorgio Napolitano fa parte della segreteria del Centro Economico Italiano per il Mezzogiorno presieduto dal senatore Paratore.

Partecipa poi attivamente al Movimento per la Rinascita del Mezzogiorno fin dalla sua nascita (dicembre 1947) e per oltre dieci anni.

L’inizio della carriera parlamentare di Giorgio Napolitano inizia con la sua elezione alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1953 e ne farà parte -tranne che nella IV legislatura- fino al 1996, riconfermato sempre nella circoscrizione di Napoli.

La sua attività parlamentare si svolge nella fase iniziale in seno alla Commissione Bilancio e Partecipazioni Statali, concentrandosi -anche nei dibattiti in Assemblea- sui problemi dello sviluppo del Mezzogiorno e sui temi della politica economica nazionale.

Nella VIII (dal 1981) e nella IX Legislatura (fino al 1986) è Presidente del Gruppo dei deputati comunisti.

Negli anni ’80 si impegna sui problemi della politica internazionale ed europea, sia nella Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, sia come membro (1984-1992 e 1994-1996) della delegazione italiana all’Assemblea dell’Atlantico del Nord, sia attraverso molteplici iniziative di carattere politico e culturale.

Già a partire dagli anni ’70 svolge vasta attività di conferenze all’estero: negli istituti di politica internazionale in Gran Bretagna e in Germania, presso numerose Università degli Stati Uniti (Harvard, Princeton, Yale, Chicago, Berkeley, SAIS e CSIS di Washington).

Dal 1989 al 1992 è membro del Parlamento europeo.

Nell’XI legislatura, il 3 giugno 1992, Giorgio Napolitano viene eletto Presidente della Camera dei deputati, subentrando a Oscar Luigi Scalfaro, divenuto Presidente della Repubblica Italiana, restando in carica fino alla conclusione della legislatura nell’aprile del 1994.

Nella XII legislatura fa parte della Commissione affari esteri ed è Presidente della Commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo.

Nella XIII legislatura è Ministro dell’Interno e per il coordinamento della protezione civile nel Governo Prodi, dal maggio 1996 all’ottobre 1998.

Dal 1995 è Presidente del gruppo dei Deputati del PCI alla Camera dei Deputati e, dal 1989 al 1992, parlamentare europeo.

Dal giugno 1999 al giugno 2004 è Presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo.

Nella XIV legislatura, Napolitano viene nominato Presidente della Fondazione della Camera dei deputati dal Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, mantenendo l’incarico fino alla conclusione della legislatura.

Nominato senatore a vita il 23 settembre 2005 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Napolitano gli succede il 10 maggio 2006 quando viene eletto Presidente della Repubblica Italiana con 543 voti; presta giuramento il 15 maggio 2006.

La sua dedizione alla causa della democrazia parlamentare e il suo contributo al riavvicinamento tra la sinistra italiana e il socialismo europeo, gli valgono il conferimento nel 1997 ad Hannover del premio internazionale Leibniz-Ring per l’impegno “di tutta una vita“.

Giorgio Napolitano viene eletto 11º Presidente della Repubblica Italiana nel 2006 alla quarta votazione; è Premier Romano Prodi.

Il suo mandato dura dal 15 maggio di quell’anno fino al 14 gennaio 2015, per due mandati consecutivi: è il primo Presidente della storia italiana a essere stato eletto per un secondo mandato.

La fine del suo primo mandato di Presidente della Repubblica coincide con il periodo successivo alle elezioni politiche del 2013; i risultati di tali elezioni vedono il Pd vincitore ma con misura talmente esigua rispetto ai partiti avversari Pdl e Movimento 5 Stelle, che non sono in grado di far convergere i loro voti su un nuovo candidato comune, il che costringe Napolitano ad accettare la richiesta del Parlamento di ricandidarsi per un secondo mandato.

Per la prima volta nella storia della Repubblica uno stesso presidente rimane in carica per due volte consecutive: il giorno 20 aprile 2013, Giorgio Napolitano viene nuovamente eletto.

Si dimette dalla carica il 14 gennaio 2015, all’indomani del termine del semestre che ha visto l’Italia alla guida del Consiglio Europeo.

Durante gli anni della sua carica ha conferito l’incarico a cinque presidenti del Consiglio dei ministri: Romano Prodi (2006-2008), Silvio Berlusconi (2008-2011), Mario Monti (2011-2013), Enrico Letta (2013-2014), Matteo Renzi (2014-2016).

È nel passaggio tra il Governo di Silvio Berlusconi e quello di Mario Monti che Giorgio Napolitano mostra la sua determinazione e dimostra di essere l’arbitro della situazione politica italiana.

La situazione del paese è disastrosa, l’Italia è sul ciglio del baratro del collasso economico, con uno spread tra i titoli pubblici tedeschi e quelli italiani di 575 punti e in progressivo rialzo.

Napolitano, che monitora attentamente l’andamento della situazione, decide di intervenire (evidentemente anche su impulso della UE) e il 9 novembre 2011 nomina inaspettatamente Senatore a vita Mario Monti, al quale appena dopo pochi giorni (il 16 novembre) affida l’incarico di formare un nuovo governo tecnico, che ha inizio immediatamente, e durerà fino al 28 aprile 2013 imponendo misure economiche che costano al popolo, come sempre, molti sacrifici, ma bloccarono la débâcle del paese.

È in questa occasione che per Giorgio Napolitano viene coniato dal New York Times il soprannome di “Re Giorgio” che gli è rimasto appiccicato addosso fino alla morte, e lo sarà anche oltre.

Solo per la cronaca, ricordiamo che Napolitano ha eletto, il 30 agosto 2013, altri quattro Senatori a vita: Renzo Piano, grande Architetto e Urbanista; Carlo Rubbia, fisico, vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1984; Elena Cattaneo, farmacologa e biologa italiana, nota per i suoi studi sulla malattia di Huntington e per le sue ricerche sulle cellule staminali; Claudio Abbado, considerato uno dei più grandi direttori d’orchestra contemporanei.

L’altra occasione che ha dato la possibilità di dimostrare la capacità di Giorgio Napolitano di tenere testa al Parlamento è stata la costrizione di dover accettare il secondo mandato di Presidente, cosa che fa per necessità, ma nel discorso alle Camere riunite si toglie non pochi sassolini dalle scarpe, accusando i parlamentari tutti di averlo costretto a tanto per la loro ignavia.

È il 22 aprile 2013 quando Napolitano pronuncia il celebre discorso nel quale spiega perché è stato costretto ad accettare e rimprovera i parlamentari di scarso senso delle istituzioni, specialmente in relazione alla esplicita loro richiesta di un secondo mandato, gravandoli di una lunga serie di omissioni e di guasti, di chiusure e di irresponsabilità.

E mentre egli li rimprovera, essi lo osannano con continui applausi, come se che quei rimproveri fossero per essi tanti encomi.

Pazzie del Parlamento, ieri come oggi.

È così che vogliamo concludere questo nostro ricordo di “Re Giorgio”, unendoci a tutti coloro che hanno espresso i loro cordoglio per la sua scomparsa.

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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