scritto da Nino Maiorino - 27 Dicembre 2023 07:01

Il caso di Emanuela Orlandi, una storia ancora infinita

Purtroppo, da quando è morto Andrea Purgatori, il grande giornalista di inchiesta che settimanalmente, nel suo programma Atlantide del mercoledì sera su La7, ci aggiornava su tutti i casi che seguiva, e anche sul caso di Emanuela Orlandi, e dell’altra giovinetta, Emanuela Gregori, pure scomparsa nel nulla come Emanuela, nessuno ha più portato avanti le sue inchieste.

Personalmente, e umanamente, riteniamo che una grande rete televisiva com’è La7, che ha una buona audience, non avrebbe dovuto abbandonare questi casi, ma avrebbe dovuto affidarli ad un altro giornalista all’altezza di Purgatori, che certamente in questa rete non mancano.

Purtroppo, però, Purgatori non ha avuto un sostituto al suo livello, e pure il caso di Emanuela Orlandi è caduto quasi nel dimenticatoio.

Ma c’è il fratello Pietro che da quarant’anni si sta battendo per cercare di venire a capo del mistero della scomparsa della sorella Emanuela, ed ha mosso tutte le pedine che ha avuto a disposizione pur di svelare i vari misteri che girano intorno a questa bruttissima storia.

Proprio il giorno di Natale, sulla stampa on.line (ormai quella su carta se ne disinteressa) è comparsa una notizia shock: “Emanuela è stata stuprata e poi uccisa”.

Dopo quarant’anni di inchieste e di ipotesi, il suggerimento del giornalista Pino Nicotri potrebbe risultare decisivo.

Ma periodicamente vengono fuori delle rivelazioni, che sembrano dosate col contagocce, come se dietro di esse ci fosse una occulta regia che rispolvera il caso per evitare che si inabissi, specialmente  in questi periodi di grande tensione che spostano l’attenzione delle masse verso emergenze quotidiane, tra guerre, terrorismo, emergenze politiche e problemi economici.

Negli ultimi giorni, sembra che sia spuntata una nuova pista che potrebbe spiegare la scomparsa della ragazza allora minorenne (era nata a Roma il 14 gennaio1968, il 14 gennaio prossimo Emanuela avrebbe compiuto 56 anni).

Pino Nicotri, giornalista che sta dedicando gran parte della sua vita professionale al caso Orlandi, avendone scritto ben quattro libri, sostiene che Emanuela sia stata rapita, violentata e poi uccisa.

La sua ipotesi viene seriamente valutata da Alessandro Diddi, titolare dell’inchiesta attualmente in corso anche all’interno dello Stato del Vaticano, voluta da Papa Francesco.

L’opinione del giornalista.

“Un mesetto prima di sparire -racconta Nicotri a ‘Il Giorno’- Emanuela aveva partecipato alla trasmissione ‘Tandem’ sulla Rai e io ho notato che era in prima fila, inquadrata spesso; è possibile che qualcuno della troupe avesse notato questa ragazza e la facesse inquadrare con una certa insistenza, da lì potrebbe essere nato qualche rapporto di conoscenza: ma la cosa non è mai stata indagata”.

“Ricostruendo le varie fasi del giorno della scomparsa il 22 giugno 1983 -continua il giornalista- appare più plausibile che lei, su Corso Rinascimento, dopo aver perso l’autobus, si fosse fermata a parlare con qualcuno che conosceva”.

La domanda che si fa Nicotri è: “Possibile che in un posto come quello, con il Senato e le redazioni dei giornali a pochi passi, negli anni del terrorismo, si sia potuto operare un sequestro? Forse piuttosto la ragazza ha seguito qualcuno”.

“Quando ci sono casi di abusi finiti male -puntualizza il giornalista-  soprattutto quando vittima e carnefice si conoscono, ci sono due motivi per cui si tenta di occultare tutto. Il primo naturalmente è che non si vuole essere scoperti; il secondo è la vergogna perché hai abusato di una fiducia, ad esempio della fiducia della famiglia Orlandi, perciò si fa sparire il corpo”.

Ipotesi degne della massima considerazione, ma che potrebbero anche rimanere solo ipotesi, oppure avere diverse spiegazioni tutte verosimili.

Tornando a Pietro Orlandi, ricordiamo che circa un anno fa fece una dichiarazione shoccante su Giovanni Paolo II, Papa Woitila, il quale, a suo dire, spesso di sera usciva in incognita dal Vaticano, e sembra che abbia detto: “non per andare a pregare”.

Pietro Orlandi non è mai stato smentito, né è mai stato querelato.

Noi che abbiamo amato Papa Woitila, ci auguriamo che il tutto venga smentito, ma è fuor di dubbio che il lungo pontificato di Papa Woitila sia stato denso di misteri, tra i quali l’attentato da parte di Alì Agcà, mai del tutto chiarito anche per l’ambiguità dello stesso attentatore, la quale tuttora sussiste, e che il successivo colloquio segreto tra lui e Papa Woitila non ha mai chiarito; il tutto seguito dal perdono del Pontefice ad Agcà, altro mistero in un pozzo di misteri.

Troppi misteri che hanno danno adito a più interpretazioni, ma anche a tante illazioni, al centro delle quali compare quasi costantemente la scomparsa della ragazza, anche in relazione ad altri scandali interni al Vaticano, legati allo IOR, al suo Presidente Marcinkus, a Roberto Calvi trovato impiccato sotto il ponte Black-friars (i frati neri, quasi un macabro simbolo della vicenda) a Londra la mattina del 18 giugno del 1982, alla Massoneria ed alle sue Logge segrete, al banchiere, faccendiere e criminale  Michele Sindona,  avvelenato il 22 marzo 1986  nel carcere  di Voghera, a Giorgio Ambrosoli, Liquidatore della Banca Privata Italiana e delle attività di Michele Sindona, assassinato l’11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato dallo stesso Sindona.

E ci fermiamo qui.

Non vorremmo dirlo, e speriamo di doverci ricredere, ma siamo convinti che Emanuela Orlandi non sia più in vita, ricordando una frase abbastanza ermetica pronunciata nel 2013 da Papa Francesco al fratello Pietro: “Emanuela sta in cielo”.

E auspichiamo anche che Pietro Orlandi non si rassegni e prosegua con testardaggine, come ha fatto finora, perché siano svelati tutti i misteri legati alla scomparsa di Emanuela.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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