Fenomeni paranormali?
Déjà-vu è una locuzione della lingua francese che, nel linguaggio medico, si riferisce a sensazioni non perfettamente normali, pur non essendo anomale; in parapsicologia distingue fenomeni psichici, o anche fisici, non spiegabili razionalmente.
A molti capita, ad esempio, di “vedere” la figura di una persona cara deceduta, oppure avere la convinzione di aver visto per strada una persona che in quel momento si trovava a centinaia di chilometri di distanza.
E’ come se la mente rendesse concreto qualcosa che non esiste, materializzasse una immaginazione.
A volte ci capita di avvertire la sensazione di aver già vissuto una situazione che ora si sta ripetendo, e non esiste una spiegazione scientifica univoca, ma il fenomeno del “déjà-vu” esiste ed è reale, e le teorie più strane e misteriose si sprecano.
Scopriamo 8 affascinanti ipotesi del “déjà-vu”.
La mente che… mente – Torniamo per un momento all’incontro per strada di uno sconosciuto che ci sembra di aver già visto in precedenza ma non riusciamo a ricordare in quale circostanza.
In questo caso l’incontro che stiamo vivendo potrebbe essere simile ad un altro vissuto in precedenza.
Nel tentativo di ricostruire un ricordo che di fatto non esiste, perché quello sconosciuto non l’abbiamo mai incontrato prima, il nostro cervello ci inganna, dandoci la sensazione illusoria che si tratti di un doppione.
Ologramma – Tecnicamente l’ologramma è una lastra o pellicola fotografica riproducente l’immagine tridimensionale di un oggetto ottenuta con la tecnica dell’olografia.
Un ologramma viene creato mediante impressione di una lastra o pellicola olografica utilizzando una sorgente luminosa coerente (laser).
Nel nostro caso tocchiamo un oggetto e pensiamo improvvisamente di averlo già avuto tra le mani.
La realtà è un’altra: in passato ne abbiamo toccato uno differente, ma fatto del medesimo materiale. Quindi, questa volta il déjà-vu potrebbe essere semplicemente una versione 3D del ricordo passato.
Secondo la tesi, il nostro cervello cercherebbe di costruire un ologramma tridimensionale della sensazione di ciò che abbiamo già vissuto.
La doppia memoria – Avvertiamo qualcosa che viene immagazzinato nella nostra memoria a breve termine. La situazione permane? Il cervello cerca allora di codificarla anche nella memoria a lungo termine. Così facendo si genera una sorta di “doppio” ricordo, che ci fa credere erroneamente di aver vissuto quella situazione per due volte.
Coscienza e subcoscienza in parallelo – Questa teoria è molto simile a quella della “doppia memoria”, ma presenta implicazioni diverse. Suggerisce che, nell’attimo del déjà-vu, la subcoscienza ricorda una sensazione che la coscienza ha associato ad una sensazione diversa, dando l’illusione di averla vissuta nuovamente.
Universi paralleli – Una teoria affascinante e totalmente priva di fondamenta scientifiche ed empiriche è quella degli “universi paralleli”.
È basata sull’idea che il déjà-vu sia causato da una probabile nostra coesistenza in un universo parallelo lontano dai nostri sensi reali.
In poche parole, è come se un’altra versione di “noi” stesse vivendo in un altro mondo.
Ponti con altri mondi – Questa tesi sembra uscita dalla serie cult “Twilight Zone – Ai confini della realtà”, una serie televisiva di genere fantascientifico trasmessa in tre diversi periodi dalla televisione americana, e pure in Italia.
La serie classica, creata da Rod Serling e che vide tra gli sceneggiatori Richard Matheson, Charles Beaumont e Ray Bradbury, andò in onda dal 1959 al 1964, la seconda serie fu trasmessa dal 1985 al 1989, la terza è andata in onda tra il 2002 e il 2003, la quarta nel 2019.
Sostiene che durante il déjà-vu si creino veri e propri ponti temporali fra la nostra realtà e dimensioni diverse.
Sempre secondo tale teoria, in questi momenti si potrebbero avvistare gli extraterrestri.
Reincarnazione – E’ Una teoria decisamente soprannaturale, sostenuta davarie religioni orientali.
Si basa sulla concezione che, prima del qui ed ora, abbiamo già vissuto altre vite. Questo giustificherebbe la sensazione del déjà-vu.
Scontato dire che, ad oggi, non esiste alcuna prova scientifica a dimostrazione di questa teoria.
Verifiche in corso
Secondo l’Università scozzese di Sant’Andrews il déjà-vu non sarebbe un falso ricordo, tutt’altro.
Sarebbe la prova provata del fatto che il cervello verifica i ricordi acquisiti.
Quindi, ciò tradirebbe il buon funzionamento del sistema di screening dei nostri ricordi e spiegherebbe perché i déjà-vu diventano via via meno frequenti con l’avanzare dell’età.