Iniziamo con una “boutade” di Matteo Renzi, l’uomo per tutte le stagioni, il discolaccio che una ne fa e cento ne pensa.
Il quale ha appena detto, a seguito delle dichiarazioni del Ministro per la innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, che “la password di Stato anche per i servizi privati è inquietante”, riferendosi allo SPID, che è il nuovo codice utilizzabile per l’accesso telematico ai servizi pubblici.
L’introduzione di questo nuovo codice di sicurezza venne decisa dal Consiglio dei Ministri nell’ottobre 2014, il cui Presidente era, guarda caso, proprio il Matteo Renzi, che ora lo critica.
E giacché Matteo Renzi non sembra, al momento rincretinito, quello che ha detto fa parte dei misteri della politica!
Sorridendo alla “défaillance” di Matteo Renzi, affrontiamo seriamente questo argomento che, da oggi, cambierà la vita dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione.
Fino a questo momento il cittadino che intendeva accedere telematicamente ai siti della pubblica amministrazione, doveva procurarsi il codice “PIN – acronimo dell’inglese Personal Identification Number, cioè Numero di Identificazione Personale”, una sequenza di caratteri numerici che individua l’utente; usualmente viene utilizzato per le operazioni bancarie eseguite tramite i Pos-Bancomat, ma il Codice PIN era indispensabile anche per accedere ai servizi digitali di tantissimi Enti Pubblici, uno fra tutti, ad esempio, l’Inps, e ciascun Ente rilasciava il proprio Pin che, in questi casi, poteva essere formato da numeri e lettere.
Premesso, per evitare equivoci, che i PIN rilasciati dalle Banche per le operazioni bancarie, generalmente formati da cinque numeri, continueranno ad essere validi, quelli rilasciati dalle Pubbliche Amministrazioni sono ora tutti aboliti e sostituiti, dal 1° ottobre 2020, dal codice “SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale”, il quale, diversamente dal Pin, sarà unico nei confronti di tutte le Amministrazioni Pubbliche. Per maggiore chiarezza, mentre in precedenza ciascuna amministrazione rilasciava il suo Pin (uno l’Inps, uno l’ Inail, uno l’Agenzia delle Entrate, eccetera), lo SPID è unico per tutte in quanto individua il singolo cittadino italiano, anche se residente all’estero.
Il codice SPID può essere rilasciato sia ai privati che alle Aziende.
Entro il mese di giugno 2016 era prevista l’attivazione dello SPID da 14 amministrazioni pilota: Agenzia delle entrate, Equitalia, INPS, INAIL, Comune di Firenze, Comune di Venezia, Comune di Lecce, Comune di Genova, Regione Toscana, Regione Liguria, Regione Emilia-Romagna, Regione Friuli-Venezia Giulia, Regione Lazio, Regione Piemonte e Regione Umbria.
Ora lo SPID è attivato per tutte le amministrazioni pubbliche, così con lo stesso a tutti è consentito l’accesso ai servizi in rete che esse forniscono.
Il sistema SPID è gestito dall’Agenzia per l’Italia Digitale, quindi dallo Stato, che mette a disposizione le credenziali e gli strumenti di accesso alla Rete da parte di cittadini e imprese.
A questo punto tutti i cittadini in possesso dei vecchi codici PIN, dovranno necessariamente chiedere il codice SPID per continuare ad utilizzare tali servizi on-line.
L’assegnazione dello SPID può avvenire telematicamente: l’utente dovrà collegarsi tramite Internet al sito dell’Agenzia per l’Identità Digitale, e seguire la procedura che passo-passo è indicata.
Purtroppo, anche a chi ha adeguata esperienza, la cosa non è semplice, chi intende farlo seguendo questa strada rischia di impelagarsi in una sequela di difficoltà anche perché le istruzioni che man mano vengono fornite non sono facilmente comprensibili e spesso portano fuori strada.
I Provider che forniscono il codice SPID sono i seguenti: Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste, Register, Sielte, Tim, Lepida.
Quasi tutti lo fanno gratuitamente, l’unico onere è recarsi presso le sedi delle stesse, o collegarsi al loro siti, muniti degli usuali documenti di identità; ma è indispensabile avere uno smartphone e un indirizzo di posta elettronica.
Le sedi più agevoli sono quelle di Poste Italiane grazie i suoi quasi 13.mila sportelli in Italia.
Per personale positiva esperienza avuta con Poste Italiane, non tutto avviene immediatamente in quanto l’ufficio postale individua il richiedente, effettua la procedura telematica e rilascia un certificato che documenta il tutto.
Entro dieci giorni dalla registrazione l’utente deve completare la procedura, dal Pc o dallo Smart, seguendo le istruzioni che gli sono pervenute all’indirizzo di posta elettronica, e riceverà il codice SPID provvisorio, che può confermare oppure può modificare a sua scelta.
In tal modo si è assegnato il codice SPID, da utilizzare ad ogni occorrenza con le Amministrazioni pubbliche.
Sembra che in un secondo momento lo stesso codice SPID potrà essere utilizzato anche nei confronti di Enti privati (sono sempre escluse le Banche) ma non si sa entro quanto tempo e per cosa.
E allora, by-by Mister PIN, benvenuto Mister SPID.