scritto da Nino Maiorino - 23 Giugno 2022 10:10

Carica-batterie unico per telefonini e tablet

In Italia, siamo circa 60.milioni di abitanti, ma i telefonini in circolazione sono oltre 80.milioni;  nel mondo vi sono 5,9 miliardi le persone che hanno un telefonino (dato riferito a fine 2019, ma i telefonini sono circa 7,9 miliardi.

Arrivano buone notizie per i fruitori di telefonini, tablet e numerose apparecchiature elettroniche di uso quotidiano: l’U.E. ha emanato una direttiva in base alla quale entro il 2024 i paesi membri devono uniformare i cavetti che caricano questi strumenti, avviandosi, finalmente, ad un unico sistema di alimentazione.

Guardando la foto che correda questo articolo si ha la reale dimensione del problema del quale ci occupiamo, visto che nella stessa si possono contare almeno 10 tipi di carica-batterie.

Finora ogni apparecchio ha il suo cavetto, meglio dire il suo terminale di caricamento, motivo per il quale chi possiede più apparecchiature, magari acquistate in epoche diverse, deve utilizzare più carica-batterie.

Capita spesso di doverne avere disponibili due o  tre, il che costituisce un disagio specialmente per chi va in giro per molte ore al giorno, costretto a portarsi dietro vari cavetti, tant’è che è stato creato, per le autovetture, un apparecchietto con più prese USB che, inserito nel carica-accendino, consente l’alimentazione di più cavetti; indubbiamente una comodità, ma pure un disagio a causa di quei cavetti penzoloni che in tanti casi si vanno ad aggiungere al cavetto dell’auricolare che gli automobilisti dovrebbero avere la buona abitudine di usare.

Se poi, come avviene spesso, il telefonino viene utilizzato anche come navigatore, chi intende farlo senza le interferenze dei rumori esterni, deve aggiungere un ulteriore cavetto con gli auricolari.

Insomma in alcuni momenti gli automobilisti sembrano pazienti in terapia intensiva, collegati a varie apparecchiature.

Ora tutto questo dovrebbe cessare, o almeno ci si avvia su questa strada che non sappiamo quando giungerà al traguardo finale in quanto, pure se è vero che la U.E. ha emanato la direttiva dell’attacco unico entro il 2024, questo presuppone la sostituzione degli attuali apparecchi, cosa che avverrà gradualmente.

E dobbiamo essere pragmatici: visto che la direttiva UE si riferisce ai cavetti, ma non alle apparecchiature che noi europei non produciamo (a parte la finlandese Nokia, la Siemens in Germania, e qualche azienda in Italia e in Francia, la quasi totalità dei telefonini, dei tablet e dei PC vengono prodotti in Cina, in Giappone, in Corea del sud, in Pakistan, in Usa) e dobbiamo affidarci al buon senso dei produttori di tali paesi per rendere operativa la direttiva la quale, comunque, alla fine avvantaggerà anche loro.

Il Parlamento e il Consiglio Europeo, dopo anni di discussioni, hanno quindi trovato l’accordo politico sull’introduzione di un carica-batterie universale per tutti i telefoni cellulari, tablet e altre apparecchiature elettroniche ricaricabili.

L’unico formato per la ricarica dei dispositivi, a partire dall’autunno 2024, sarà l’USB-C.

Lo ha annunciato la Commissione per il Mercato interno del Parlamento europeo; la disposizione prevede di adoperare un punto di ricarica comune USB-C per tutti i dispositivi mobili e di rendere i protocolli software di ricarica interoperabili trai vari marchi.

L’UE precisa che la direttiva rientra nel “più ampio sforzo dell’UE volto a rendere i prodotti nell’Unione Europea più sostenibili, a ridurre i rifiuti elettronici e a semplificare la vita dei consumatori”.

La premessa, che certamente non depone bene per la U.E., è la locuzione iniziale che recita: “dopo anni di discussioni, è stato trovato l’accordo politico”: ma se per la soluzione di un problema tanto semplice, quasi banale, ci sono voluti anni, cosa accadrà per risolvere problemi molto più complessi e vitali, ad esempio la decisione del comportamento dell’UE per la soluzione della crisi russo-ucraina?

Ovviamente la decisione inciderà sulle scelte di diversi produttori, soprattutto di Apple e Samsung, ma non solo, che già da diverso tempo vendono i loro telefonini e smartphone senza caricatore incluso: non è una buona notizia perché costringe i consumatori ad affrontare una spesa aggiuntiva, ed è anche illogica in quanto, rispettando la direttiva, già ora i produttori di telefonini ecc. possono venderli con il nuovo cavetto di caricamento.

Né si capisce perché Apple si oppone al caricatore universale, che alla fine semplifica la vita a tutti.

Andiamo avanti passando al risparmio e sostenibilità ambientale: con l’introduzione del carica-batterie unico, l’Ue calcola che  i consumatori  risparmieranno 250 milioni di euro per acquisto di carica-batterie non necessari e la riduzione del l’impatto ambientale: si stima che i caricatori smaltiti e non utilizzati rappresentino circa 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici all’anno: lo ha dichiarato Alex Agius Saliba, eurodeputato socialista maltese e relatore per il Parlamento europeo sulla direttiva per l’adozione di carica-batterie unico.

E Marta Valsecchi, Direttore operativo degli “Osservatori Digital Innovation” del Politecnico di Milano, ha aggiunto: “Indubbiamente è un passo avanti per la sostenibilità ambientale riducendo i rifiuti elettronici e permettendo il riutilizzo virtuoso degli strumenti, e rappresenta anche un miglioramento dell’esperienza d’uso dei consumatori per i diversi strumenti di elettronica, i quali, grazie alla riduzione dei costi, potranno scegliere di acquistare i nuovi device con o senza sistema di ricarica”.

I dispositivi che dovranno avere la porta USB-C per la ricarica sono, in conclusione, smartphone e telefoni cellulari, tablet e reader, auricolari, fotocamere digitali, cuffie e auricolari, console per videogiochi portatili, speaker portatili, tastiere, mouse, sistemi di navigazione portatili, laptop: per questi ultimi la scadenza verrà posticipata “di 16 mesi per permettere al mercato di allinearsi”, hanno spiegato i portavoce dell’UE.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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