Quando Johnson arrivò a Downing Street, si fece immediatamente identificare dalla Premier Scozzese Nicole Sturgeon, come un “estremista radicale e pericoloso”, e non è un caso che la sua elezione, ha rifocillato le intenzioni degli scozzesi di costituire un nuovo referendum il prossimo autunno. Le prime settimane di governo furono relativamente tranquille ma durante la pausa estiva a Westminster, il neopremier rivelò che avrebbe chiuso il Parlamento per quasi due mesi.
I deputati quindi si riunirono solamente per una settimana, dove approvarono un pacchetto di leggi che ostacolò il leader dei conservatori. Poi, la decisione della Corte Suprema Britannica di riaprire i lavori parlamentari, provocò una potente scossa a Johnson che si sentì ferito, umiliato e ridicolizzato (cavallo nero abbatte il secondo cavallo bianco), per questo decise che “era ora” di forzare con le parole, ribadendo in modo del tutto insensato che ci sarebbe stato ad ogni costo un’uscita, anche con nessun accordo.
Circa due settimane fa si aprii la strada ad un nuovo piano con l’UE, che venne raggiunto e siglato il 17 ottobre, per sua sfortuna però, il Parlamento nella giornata di ieri ha approvato le fasi preliminari dell’ intesa, ma ha rigettato la possibilità di attuare i procedimenti necessari nei prossimi giorni, sradicando così le possibilità di una Brexit il 31 ottobre.
Allo stato attuale, rimangono solo due opzioni sul tavolo: nuove elezioni entro dicembre, oppure l’approvazione a maggioranza dell’accordo. Molti esperti ritengono che BoJo tenterà di convincere gli ultimi scettici dell’opposizione a votare in modo favorevole, mentre altri credono che si affiderà alle urne (cioè al sostegno dei pedoni bianchi).
Oggi sapremo se saranno convocate nuove elezioni (le date probabili sono il 9 e il 12 dicembre), e sapremo anche cosa deciderà il Partito Laburista che si trova di fronte a un bivio: cedere alle pressioni dei favorevoli al accordo oppure rigettare la proposta e rimanere coerenti con il proprio elettorato? (che è già enormemente travagliato). Ma in ogni caso, l’esercito di Boris è ormai debolissimo, ha finito le idee, lui ne è consapevole, così come i partiti d’opposizione che aspettano impazienti il suo primo errore, il suo clamoroso passo falso, perché tre anni fa seppe ingannare gli elettori, ma non può ingannare la democrazia britannica e il parlamento, e quando giungerà la resa dei conti sa bene cosa il destino gli ha riservato: Regina Nera uccide il Re Bianco, scacco matto! (2 – fine)