Ilaria Salis, due possibili strade per riportarla in Italia
La linea della famiglia è riportare l'attivista brianzola a casa prima della fine del processo, che potrebbe durare a lungo. Il governo è attendista. E c'è chi propone di aspettare la sentenza
Sul caso Ilaria Salis è il momento dei pesi massimi. Il presidente del consiglio ungherese, Viktor Orbán, ha incontrato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella serata di mercoledì 31 gennaio.
Nel colloquio si è parlato dell’attivista italiana, detenuta dall’11 febbraio 2023 in regime di massima sicurezza per una presunta aggressione ai danni di due militanti neonazisti. Orban si è smarcato dai giornalisti dicendo che “la magistratura non dipende dal governo ma dal parlamento. L’unica cosa che sono legittimato a fare è fornire i dettagli sul suo trattamento” in carcere “ed esercitare un’influenza perché abbia un equo trattamento”.
La linea della famiglia è riportare l’attivista brianzola a casa prima della fine del processo, che potrebbe durare a lungo. Il governo è attendista. E c’è chi propone di aspettare la sentenza. La strategia difensiva di Ilaria Salis è davanti a un bivio. Da una parte la linea del governo, espressa per bocca del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari. Secondo il senatore leghista, riporta l’Ansa, prima di ottenere il trasferimento in Italia sarebbe necessario andare a sentenza. In assenza di una condanna, ha detto, “nessuna convenzione internazionale o altro strumento consente l’esecuzione nel Paese di origine delle misure cautelari di tipo carcerario”.
Dall’altra parte c’è la strategia proposta dalla famiglia con l’avvocato Eugenio Losco, che assieme al collega Mauro Straini assiste Salis.
“Nei giorni scorsi abbiamo avuto un primo contatto con l’ambasciatore ungherese, da cui sono risultate indicazioni che sembravano positive rispetto a un eventuale appoggio alla richiesta di far tornare Ilaria in Italia agli arresti domiciliari – dice Losco -. La normativa europea, del resto, lo consente. Ma per far sì che accada ci vuole l’impegno del governo”.
Il tema è capire quale linea sia quella vincente.
La prossima udienza è fissata per il 24 maggio. In primavera davanti alla corte compariranno le persone aggredite nel raid antifascista contro i partecipanti al Giorno dell’Onore, celebrazione annuale non autorizzata in memoria dei caduti di Wermacht e SS durante la Seconda guerra mondiale, che non hanno mai sporto denuncia. Nel frattempo Losco e la famiglia si battono per tutelare quantomeno le modalità con le quali Salis è tenuta in carcere, per non vedere più le immagini mostrate da La7 che ha diffuso la lettera scritta da Ilaria agli avvocati italiani dopo otto mesi di detenzione, quando non aveva potuto ancora parlarci.
“Mi trovo tutto il tempo in una cella minuscola e senza aria, fra gli scarafaggi, il vitto scarso, senza possibilità di comunicare, trattata come una bestia al guinzaglio”.