Secondo il rapporto 2016 “World Happiness”, per l’Onu il Paese più felice del mondo è la Danimarca. Seguono Svizzera, Islanda e Norvegia, mentre l’Italia si colloca al cinquantesimo posto, addirittura dopo l’Uzbekistan. Il criterio adottato è stato quello di misurare il benessere umano sulla base di alcuni elementi chiave: il Pil reale pro capite, l’aspettativa di vita in buona salute, l’avere qualcuno su cui contare, la libertà percepita nel fare scelte di vita, la libertà dalla corruzione e la generosità. Insomma, secondo questa ricerca, gli italiani non si percepiscono particolarmente felici. E questo ci sta, per due ordini di motivi. Il primo, perché i problemi non ci mancano affatto. Il secondo, perché forse noi italiani siamo particolarmente dotati nell’esercizio della lamentazione. In sintesi, ricerca indubbiamente seria, ma dai risultati assai discutibili. Per farla breve, inutile nascondersi i problemi e le miserie della politica e della nostra organizzazione socio-economica, tuttavia, riesce difficile pensare che un danese o un uzbeko siano in generale e realmente più felici di un italiano. Non per merito nostro, magari, ma la luce e il calore del sole, la bellezza del nostro mare e delle nostre coste, per quanto rovinate e minacciate, la bontà della nostra cucina e dei prodotti della nostra terra, che non è solo quella dei fuochi, la bellezza dei nostri paesaggi e del nostro ineguagliabile patrimonio artistico e culturale, un danese o un uzbeko dove lo trovano così a buon mercato? Motivo in più, questo, per avere più attenzione e rispetto per il Belpaese, baciato dal Signore e lasciatoci, forse immeritatamente, in eredita dai nostri avi. (foto Giovanni Armenante)