L’onda lunga della festa promozione si è fatta sentire anche a distanza di una settimana nonostante la lunga trasferta pianificata nei minimi dettagli e anticipata di un giorno rispetto alle abitudini. Trasferta cominciata di venerdì con l’insolita partenza in treno da una stazione ferroviaria festante che ha dato il suo saluto ai vincitori del campionato. Evidentemente le colazioni siciliane a base di brioche e granatine, arricchite di panna, sono risultate indigeste ai campioni della Lega Pro che hanno toppato di brutto la gara del “san Filippo”.
La gara. Un cambio forzato, Trevisan per l’infortunato Colombo, e un cambio voluto, Russo per Gori, nella Salernitana scesa in campo a Messina. Menichini non vuole abbassare la tensione dei suoi schierando la formazione migliore, ma è subito chiaro che non è giornata. Comincia presto la sofferenza (relativa!) granata e già al 6′, Mancini cicca da buona posizione l’impatto col pallone a pochi metri dalla porta difesa da Russo.
La Salernitana prova a impensierire la squadra di casa con un cross di Franco per la testa di Calil che non inquadra lo specchio della porta. Di lì in poi l’assolo del Messina: al 12′ in vantaggio con un inserimento dalle retrovie di Nigro (l’eroe granata di Benevento), bravo a superare Russo su imbeccata di Corona. Al 19′ ancora l’esperto Corona approfittando della cattiva lettura difensiva granata trova il raddoppio per i padroni di casa. La Salernitana prova a reagire facendosi vedere dalle parti di Berardi, ma la prima frazione di gioco si chiude sul 2–0.
Il secondo tempo sembra iniziare con altri auspici, al 4′ Perrulli colpisce la traversa con un tiro dalla destra. Illusione temporanea; risponde subito dopo ancora Nigro che tenta un tiro a giro salvato in angolo da Russo. Sul corner seguente la palla finisce tra i piedi di Corona che, non avendo dimenticato come si gioca a calcio, dal limite dell’area scarica un destro a fil di palo che termina la sua corsa in rete.
assano pochi minuti e Mancini ruba palla a una spaesato e inconcludente Tuia, in versione gita di fine anno, e viene steso in area da Russo: rigore sacrosanto e conseguente espulsione, sancita dal sig. Martinelli, dell’estremo difensore granata. Stefani si presenta dal dischetto dinanzi a Gori, subentrato al sacrificato Calil, e cala il poker per il Messina. Sul 4–0 e con l’uomo in meno la Salernitana rinsavisce ricordando di essere la regina della categoria e accorcia due volte le distanze, prima con Cristea e poi con Negro; non accade nient’altro e arriva la sesta sconfitta di questa trionfale stagione. La differenza di motivazioni tra le due squadre si è fatta sentire tutta e, nonostante la distanza abissale in classifica e gli oltre due mesi senza vittorie, la squadra di casa ha meritato ampiamente la vittoria al cospetto di una rivale decisamente sottotono.
Sala stampa. Un Menichini abbastanza infastidito per come è maturata la sconfitta è intervenuto così: “Oggi abbiamo sbagliato approccio alla gara. – queste le sue parole – Purtroppo quando si viene da un campionato lungo e stressante e si abbassa un po’ la concentrazione si rischia di andare incontro a partite di questo tipo. Dopo i quattro gol subiti c’è stata una piccola reazione, ma ora dobbiamo dimenticare in fretta questa partita e chiudere nel migliore dei modi questo grandissimo campionato”. “È chiaro che le motivazioni fanno la differenza – ha proseguito il mister – e oggi il Messina ne aveva molte più di noi. Ho cercato di mettere in campo la migliore formazione, poi una volta rimasti in dieci è diventato tutto più difficile”.
Quindi testa subito all’ultimo impegno contro la Casertana per chiudere in bellezza l’anno e per ripagare la tifoseria che vive con grande trasporto e grande rivalità sportiva il derby campano, soprattutto dopo la beffarda e immeritata sconfitta dell’andata. Sabato 9 per l’ultima di campionato l’Arechi sarà una bolgia e non solo per i previsti festeggiamenti finali.