Carpi (MO). Come immaginato e come purtroppo facilmente prevedibile, la Salernitana è tornata a mani vuote e con le ossa rotte dalla trasferta del “Cabassi”. Mani vuote per lo zero alla voce punti nonostante una prestazione dignitosa, ma soprattutto con le ossa rotte per le polemiche accese dalle dichiarazioni di Fabiani, o forse di Bollini, riprese dal patron Lotito e poi ancora reiterate da Fabiani in un tentativo estemporaneo di ridimensionare l’accaduto. Proviamo a fare ordine, il rischio di perdersi altrimenti diventa molto alto, partendo da lontano.
Patron Mezzaroma agli albori dell’estate dichiarò con lucida analisi ed estrema franchezza che il progetto tecnico della Salernitana pur garantendo continuità e competitività avrebbe subito un ridimensionamento considerato il budget ridotto rispetto al passato. Dichiarazioni che allarmarono non poco la piazza di Salerno famosa per la partecipazione accalorata alle vicende della squadra di calcio. Lotito di lì a poco intervenne sull’argomento e non si discostò molto dai concetti già espressi dal cognato e socio ribadendo che non contano solo i soldi investiti ma piuttosto l’abilità di sfruttare adeguatamente gli investimenti fatti. Bisogna qui aggiungere che, anche se ci sono state delle cessioni eccellenti (su tutte Coda, Donnarumma, Busellato e il mai troppo rimpianto Improta), la squadra è stata poi costruita con acume, seguendo i dettami tecnico-tattici cari al mister che forse può solo lamentare mancanza di peso in attacco e un sostituto all’altezza tra i centrali di difesa. Questa consapevolezza di un campionato da vivere senza grosse ambizioni ha spinto Bollini a fare delle dichiarazioni tese a chiarire obiettivi reali e potenzialità, nell’immediata vigilia della prima giornata, che verosimilmente non sono state gradite alla società. La mancanza di risultati – due pareggi e una sconfitta – al cospetto di avversari ritenuti alla portata dei granata ha fatto esplodere il bubbone che covava da tempo. Fabiani nell’immediato dopogara della sconfitta di Carpi ha richiamato tutti al proprio dovere sottolineando la validità della rosa e insistendo sulla possibilità di valutare anche altri moduli di gioco, accusando, nemmeno troppo velatamente l’intransigenza tattica di Bollini. Che avrà le sue chiare responsabilità ma nulla può fare se i vari Gatto, Rodriguez e Bocalon la porta del Carpi proprio non sono riusciti a vederla. La reprimenda pubblica di Fabiani ai più è sembrata la classica ultima chance offerta al tecnico cui la società – ascoltate anche le dichiarazioni forti di Lotito che ha ribadito gli stessi concetti del ds – sembra aver dato i canonici “sette giorni”. Da aggiungere che due giorni dopo Fabiani in una lunga intervista rilasciata ad un quotidiano ha cercato di riportare la calma sottolineando che le sue parole (“prenderemo provvedimenti”) non erano rivolte al tecnico ma a tutti i tesserati. Per dirla con Lubrano, la domanda nasce spontanea, non si capisce quali provvedimenti possa prendere la società fino a gennaio alla riapertura del mercato: allontanare il tecnico o multare (sic!?!) i calciatori…
Qualcosa evidentemente si è rotto nei rapporti tra staff tecnico e società ed è presumibilmente accaduto proprio per le dichiarazioni tanto sincere quanto intempestive di Bollini prima dell’esordio. Peccato perché la squadra si è espressa su buoni livelli anche a Carpi, col piglio giusto e molto propositiva. Pecca nel tenere le giuste distanze a centrocampo e paga ancora la scarsa forma fisica di alcuni uomini chiave oltre che errori madornali sia in difesa – il goal preso da Malcore è da scuola calcio – sia avanti dove Gatto e Rodriguez hanno giocato come difensori aggiunti del Carpi.
In questo clima risulta difficile preparare la gara della presunta svolta contro il “messia” Zeman che torna a Salerno con il suo spensierato Pescara in una gara che si annuncia spettacolare e pirotecnica. Sabato 16 settembre si scriverà forse una piccola pagina di storia di questo campionato di calcio: un gioco terribilmente serio, specialmente a Salerno.