Peso, Alimentazione, Corpo, Emozioni (PACE)
Le emozioni negative ci inducono a mangiare male, a scegliere cibi ipercalorici, in modo compulsivo non perché siamo deboli o golosi, ma perché abbiamo difficoltà a modulare le nostre emozioni.
In questi casi scatta il bisogno impellente di dopamina, tutto viene attivato dalla memoria degli effetti del cibo e quello che riusciamo a valutare nel breve termine sono il sapore, il colore, l’odore di quello che mangiamo.
L’industria alimentare ha imparato ad esaltare questo effetto nel nostro cervello realizzando prodotti che somigliano sempre più alle droghe. E’ il caso dei prodotti confezionati con additivi ed esaltatori di sapidità, del saccarosio puro e concentrato, cioè il comune zucchero raffinato da tavola, del cacao che da solo non avrebbe nessun effetto sul rilascio di dopamina ma addizionato con zucchero vaniglia, e altri aromi diventa l’irresistibile cioccolato, dei formaggi, concentrati di caseina precursore di oppioidi e dopamina, della carne in barba al fatto che possa determinare malattie cardiovascolari e tumori dell’intestino. Tutti alimenti che inondano il cervello di dopamina.
Quando siamo sereni invece mangiamo meglio perché riusciamo a formulare pensieri più astratti sul cibo, del tipo: Fa bene? Fa male? È troppo? Ne ho bisogno in questo momento? Riusciamo a distanziarci e decentrarci dalle emozioni che non governano più i nostri bisogni fisiologici. Se poi incentiviamo e coltiviamo nuovi interessi riusciremo ancora meglio a modulare il nostro umore senza utilizzare il cibo.
“All’inizio del mio lavoro, pensavo realisticamente che le emozioni erano nella testa o nel cervello. Ora direi che esse sono anche nel corpo. Si esprimono nel corpo e fanno parte del corpo. Non riesco più a fare una netta distinzione tra il cervello e il corpo.” sosteneva Candace Pert, psicofarmacologa riconosciuta a livello internazionale e scopritrice delle endorfine [3].
E’ ormai noto che un alto grado di disinibizione sul cibo è associato allo stress e agli stati d’animo negativi come l’ansia, la noia, la depressione, la tristezza, la rabbia, ma anche positivi. Ho già spiegato in parte del perché le nostre emozioni negative, ma anche positive ci rendono più vulnerabili agli stimoli del cibo e ci ritroviamo a perdere il controllo ed abbuffarci, o al contrario saltare i pasti e digiunare.
I meccanismi sono diversi ma in entrambi i casi possiamo interpretare questi effetti come una forma di automedicazione, una strategia comportamentale e psicologica che attraverso la modalità di assunzione e gli effetti del cibo stesso sul cervello e l’intestino dal punto di vista neurobiologico, tende a neutralizzare gli stati emotivi intollerabili e disturbanti.
Le parole poi del famoso chef britannico Fergus Henderson esprimono oggi più di ogni altra analisi antropologica o giudizio critico la visione dell’intimo rapporto fra cibo e relazioni interpersonali: “Non capisco come faccia una giovane coppia a iniziare la vita insieme comprando un divano o un televisore. Non lo sanno che la tavola viene prima?”
La tavola sembra essere diventata il principio di tutto, il luogo dell’alimentazione e quindi della vita, ma è anche il luogo per eccellenza dove si radunano gli affetti si perpetuano le tradizioni e si vivono, a volte, le emozioni più estreme. Si mangia piangendo, come spesso capita nelle ragazze che soffrono di un disordine dell’alimentazione, ridendo, con rabbia, con ansia, sperimentando cioè tutta una serie di emozioni che modificano totalmente il nostro rapporto con il cibo e al quale finiamo per attribuire significati sovraordinati. Un cibo che da piacere o frustrazione, invadente o marginale, odiato o amato, consolatorio o ributtante. (2 – continua)
Bibliografia essenziale
- Beck H “20 anni a La Pergola tra emozioni e gusto” Online News. Marzo 23 , 2014
- Gardner, Meryl P, Wansink B, Junyong K, Se-Bum Park “Better Moods for Better Eating?: How Mood Influences Food Choice,” Journal of Consumer Psychology, 2014
- Candace Pert “Molecole & Scelta” in Shift: alle frontiere della consapevolezza. 4, September-November, pp. 20-24, 2004
- Servan-Schreiber D“Guérir”. Edition Robert Laffont, Paris, 2003
- Mayer JD & al. “Model of emotionals intelligence” in Handbook of Intelligence, a cura di Steinberg, R.J., Cambridge University Press, Cambridge, 2000
- Goleman D “L’intelligence émotionnelle” Edition Robert Laffont, Paris, 1997
- Abramson E “Emotional Eating”. Jossey-Bass Inc.,U.S. 1998
- Lombardo C “Esperienza e regolazione delle emozioni nei disturbi dell’alimentazione” in “Il cibo delle dee. Il contributo del Pellicano Onlus per la cura dei disturbi alimentari” pp.57-66, Edizioni Aguaplano, 2014
- Gross JJ, Thompson RA “Emotional Regulation: Conceptual Faundations” In J.J. Gross (Ed.) Handbook of Emotional Regulation Guilford Press, New York, pp. 3-24. 2007
- Christensen H., Griffiths K., “The Mood Gym: Overcoming Depression”. Ed. Ebury Press. 2011